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Clima pazzo, Mercalli: "La crisi segue la fisica. Obiettivi Onu inarrivabili"

di Marta Barbera

Mentre le stagioni cambiano colore e temperatura, cresce la preoccupazione su come arginare la crisi climatica: Affari fa il punto con l'esperto Luca Mercalli

Gli scenari climatici è da almeno degli anni ‘90 che dicono che questo è ciò che ci aspetta: non stiamo facendo altro che constatare, anno dopo anno, l’infittirsi dei fenomeni estremi. Semmai possiamo dire che siamo in grande ritardo, sia nella consapevolezza - ancora oggi il tema del cambiamento climatico continua a essere accettato dalla società in maniera controversa, abbiamo ancora tante persone scettiche che non si fidano dei dati scientifici, come i negazionisti- sia nell'azione concreta. L'Italia, per esempio, ha redatto (già nel 2014) la sua strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, ma di fatto è rimasta nel cassetto del Ministero dell'Ambiente. 

Di fronte a questa "nuova normalità" come dobbiamo attrezzarci per tutelarci?

Difendere un territorio dalla siccità significa investire negli acquedotti, gestire le alluvioni vuol dire lavorare sulla manuntenzione del territorio, per rendere le città più resilienti sul fronte del calore bisogna piantare più alberi, cambiando la logica urbanistica. Progetti che non si fanno in emergenza e in una notte, bensì si pianificano in decenni di lavoro. Per non parlare della tutela delle coste e dell’innalzamento del livello del mare.  Un problema che toccherà molto da vicino l'Italia (Paese con 8mila km di costa) a partire da Venezia e dal Delta del Po.

A Sharm El Sheik, in Egitto, si è aperta la Cop27, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che sta già rimettendo di fatto sul tavolo dello scacchiere internazionale la questione energetica e la crisi climatica, lasciate in sospeso a Glasgow 2021. Che cosa aspettarsi?