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Clima pazzo, Mercalli: "La crisi segue la fisica. Obiettivi Onu inarrivabili"

di Marta Barbera

Mentre le stagioni cambiano colore e temperatura, cresce la preoccupazione su come arginare la crisi climatica: Affari fa il punto con l'esperto Luca Mercalli

Mi aspetto poco, se non di meno rispetto alle conferenze passate, a causa della guerra in Ucraina. Già la Cop26 di Glasgow 2021 aveva raccolto poco risultati, fondamentalmente dettagli che migliorano l’applicazione dell’accordo di Parigi, rifiniture burocratice dell’accordo. Non si riesce mai ad avere una vera svolta, un impegno che sia una dichiarazione di emergenza da parte di tutti i Paesi del mondo, di un lavoro compatto verso la riduzione delle emissioni. Sono momenti di negoziati estenuanti. Quest'anno non mi aspetto una settimana di risultati eclatanti. Si raccoglieranno altri piccoli passi, che però non sono compatibili con la velocità del cambiamento di tipo fisico: quello segue le leggi fisiche, non i nostri ritardi.

Sul fronte interno i toni sembrano chiari e decisi. Lunedì 7 novembre la premier Giorgia Meloni ha detto che l’Italia “farà la sua parte”, rispettando il taglio del 55% delle emissioni entro il 2030. L'obiettivo è ancora plausibile e soprattutto raggiungibile?

Un obiettivo raggiungibile, se ci fosse un atteggiamento corale che però non vedo. Con le parole si fa sempre tutto. Sono trent’anni che sento queste dichiarazioni, quello che contano sono poi i fatti. In tal caso: kilowattora, tonnellate ed ettari. Ma né i pannelli solari, né le pale eoliche e né il risparmio energetico, purtroppo, sono la priorità. Ciò che vedo è una stasi, una stagnazione, nella quale il tema climatico è marginalizzato dalle contingenze quotidiane. Per fare ciò che Meloni avrebbe detto a parole dovremmo vedere mobilitarsi 60 milioni persone che al mattino si alzano con un unico scopo: abbattere la crisi. Altrimenti in sette anni agli obiettivi Onu non ci arriviamo.