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Ecomondo 2020: la filiera della plastica nella gestione dei rifiuti urbani

Lorenzo Zacchetti

La plastica rappresenta il 7% del totale della raccolta differenziata. L’Italia è all’avanguardia

E’ un periodo decisivo per il riciclo della plastica, settore dove esistono margini di miglioramento, vista la ancora alta percentuale di plastica che finisce della raccolta indifferenziata: mediamente si tratta di circa il 15%, secondo i dati presentati da Andrea Lanz di ISPRA all’incontro “La filiera della plastica nella gestione dei rifiuti urbani” organizzato da Utilitalia nella seconda giornata di Ecomondo Digital Edition 2020.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata, la plastica rappresenta il 7% del totale. L’Italia è all’avanguardia, ma deve fare ulteriori passi avanti per raggiungere gli obiettivi UE di un riciclo complessivo dei rifiuti del 50% entro il 2030, che sale al 55% per i recycling packaging e arriva al 70% per gli imballaggi.

Come ha ricordato Giuseppe Riva di Plastic Europe, sono stati notevoli gli investimenti industriali nel campo del riciclo meccanico e chimico, con nuove tecnologie che l’hanno resa più efficiente, tuttavia occorre favorire e ampliare gli sforzi coordinati con le istituzioni e le iniziative volontarie a livello mondiale.

Molto interessanti le best practice presentate stamani dai relatori, tra queste le esperienze di Tiziana Merlino Direttore Generale AMIU Genova, di Alessandro Canovai, Direttore Generale Revet, che ha raccontato degli usi del ‘granulo Revet’, derivato dal riciclo di plastica, nell’automotive o nell’edilizia, e ancora di Roberto Conte, ad di I.blu del Gruppo Iren, che ha mostrato l’uso della plastica riciclata anche nelle pavimentazioni di asfalto, e ancora di Carlo Andriolo, ad di Aliplast del Gruppo Hera.

Nelle sue conclusioni Filippo Brandolini, Vice Presidente Utilitalia, ha evidenziato come occorra un approccio razionale e scientifico nel tema delle plastiche, senza demonizzare un materiale che resta indispensabile, come mostrato anche in tempi di Covid-19, per esempio nell’ambito della sicurezza alimentare. Eppure, occorre maggiore educazione alla raccolta differenziata, mentre, per raggiungere gli obiettivi UE, sono necessari almeno 800 milioni di euro di investimenti.