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Green Economy: Ugo Salerno, RINA: “Idrogeno come vettore di energia”

L’Amministratore delegato di RINA è intervenuto all’evento “The Hydrogen Challenge” organizzato da Snam

“L’idrogeno è il vettore di energia più promettente, bisogna però cambiare modo di produrlo”. Lo ha detto l’Amministratore delegato di RINA ad Affaritaliani.it in occasione dell’iniziativa “The Hydrogen Challenge – 2019 Global ESG Conference” organizzata da Snam

Il quadro UE per il clima e l’energia 2030, revisionato nel 2018, fissa degli obiettivi ambiziosi: una riduzione almeno del 40% delle emissioni dei gas serra rispetto ai livelli del 1990; una quota almeno del 32% di energia rinnovabile; e un miglioramento almeno del 32,% dell’efficienza energetica. Il settore marittimo deve prendere una decisione difficile nel scegliere quale delle tante opzioni sarà la migliore per raggiungere questi obiettivi. Alcuni scrubber e combustibili alternativi, come il GNL, metanolo o etere dimetilico (DME), possono ridurre le emissioni di alcuni inquinanti, ma non sono abbastanza efficaci per ridurre le emissioni di anidride carbonica.

L’idrogeno, l’elemento più semplice e abbondante sulla terra, offre un’alternativa molto promettente. È un vettore di energia, e non una fonte di energia, come ha spiegato Ugo Salerno, Amministratore delegato di Rina, ad Affaritaliani.it in occasione dell’iniziativa “The Hydrogen Challenge – 2019 Global ESG Conference” organizzata da Snam a Roma.

“L’idrogeno è il vettore di energia più promettente: può consentire alle energie rinnovabili di diventare autonome e può permettere la decarbonizzazione di industrie come quella dei trasporti o dell’acciaio. È la soluzione principe per la decarbonizzazione dell’atmosfera. Abbiamo però bisogno di cambiare il modo di produrlo. Ad oggi il 99,3% di idrogeno è prodotto emettendo CO2 e risulta quindi essere tutt’altro che pulito. Esiste la possibilità di produrlo in maniera pulita grazie alle energie rinnovabili e al miglioramento dei sistemi di elettrolisi; esiste poi la possibilità di trasportarlo in maniera efficiente utilizzando nuove tecnologie di sistemi di contenimento e l’ammoniaca (vettore potentissimo per trasferire energia e idrogeno)”.

“Il tema dei costi legati all’idrogeno è reale – ha continuato Salerno. Tuttavia penso che grazie alla crescita di investimenti e allo sviluppo di tecnologie, questo extra costo andrà a ridursi. È un processo che abbiamo già visto con le energie rinnovabili che oggi sono in alcuni casi molto più competitive dell’energia tradizionale. Per raggiungere questo risultato sono serviti investimenti e una grande spinta da parte dei governi”.

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VIDEO - Ugo Salerno, Rina: "Idrogeno: bisogna cambiare il modo di produrlo"

L’abbondanza di energia rinnovabile e la sua discontinuità intrinseca rende più vantaggiosa la conversione e l’immagazzinamento dell’energia in vettori di energia a base di idrogeno, con una conseguente riduzione dei costi.

Sono già stati avviati dei progetti interessanti che vedono l’idrogeno come protagonista –inclusi due progetti in Australia che hanno l’obiettivo di utilizzare l’idrogeno per alimentare le olimpiadi di Tokyo nel 2020. Spesso poi vediamo sul mercato nuove automobili, autobus, autocarri e treni con sistemi di propulsione ad idrogeno.

Ma c’è ancora molta strada da fare. Sono ancora necessari dei potenziamenti tecnologici nella produzione e distribuzione dell’idrogeno, così come sono necessarie delle soluzioni per ridurre i costi e migliorare la disponibilità.

I materiali per l’immagazzinamento e l’utilizzo dell’idrogeno come vettore di energia sono il problema principale e oggetto di ricerca da parte di RINA. Lavorando a contatto con gli armatori e con l’aiuto di laboratori avanzatissimi per il test dei materiali ad alta pressione, RINA sta contribuendo a sviluppare materiali, tecnologie e soluzioni innovative per superare le sfide e permettere all’industria marittima di sbloccare il potenziale dell’idrogeno per raggiungere gli ambiziosi obiettivi ambientali.

Ugo Salerno, CEO di Rina, ha spiegato ad Affaritaliani.it: “Abbiamo un laboratorio nel sud Italia, il Delta H, dove insieme all’Università della Calabria ci occupiamo dei sistemi di contenimento e trasferimento dell’idrogeno. Si tratta dell’unico laboratorio in Italia che riesce a lavorare a pressioni altissime (parliamo di 1.000 bar, quando la rete oggi non può lavorare sopra 700 bar). Noi lavoriamo con materiali che ci consentono di portare una maggior quantità di idrogeno limitatamente a un minor volume. Il problema dell’idrogeno è proprio la sua trasportabilità, non tanto la sua producibilità. L’idrogeno è infatti la molecola più leggera e per questo motivo ha bisogno di temperature bassissime per diventare liquido o pressioni altissime per avere una «decente densità energetica per unità di volume»”.

La missione del laboratorio Delta H è il testing di materiali e serbatoi per lo stoccaggio dell'idrogeno fino a 1.000 bar. È uno dei pochi laboratori al mondo in grado di condurre analisi a tali pressioni, e si propone di svolgere attività di ricerca e sviluppo per testare, qualificare e caratterizzare materiali speciali e attrezzature per lo stoccaggio e il trasporto dell'idrogeno.

Lo sviluppo di testing sperimentali è di grande interesse, soprattutto per nuovi materiali e componenti: tale conoscenza consentirà di progettare nuove soluzioni per lo stoccaggio dell'energia, indirizzate a settori industriali che nei prossimi anni saranno sempre più coinvolti nello stoccaggio (su veicoli o stazionario) e trasporto (mediante rimorchi o condotte) di idrogeno. Soprattutto, il settore automobilistico sarà uno dei più promettenti per lo sviluppo della mobilità dell'idrogeno e dei relativi sistemi di stoccaggio e rifornimento.

Il laboratorio Delta H è in grado di sviluppare metodologie per la sperimentazione di materiali compatibili con l'idrogeno per la costruzione di contenitori per lo stoccaggio di energia (mobilità, residenziale, navale) di nuova concezione.