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Clima, attivismo non è politica ma fede: come evitare la deriva transumanista

Egli afferma che la nuova religione abbraccia tutti gli aspetti culturali dominanti nella contemporaneità: Green culture, Cancel culture, Woke culture, Gender culture sono interconnesse per giungere all’essere umano privo di identità culturale, di radici nazionali, di orientamenti sessuali definiti, di pensiero trascendente, pronto per vivere lontano dalla realtà, nel metaverso dove tutto è consentito e possibile grazie all’assenza di fisicità. Proseguendo nel suo ragionamento, Monsignor Viganò indica in Klaus Schwab del Forum di Davos il Papa di questa nuova religione. Naturalmente ci sono molti noti e meno noti discepoli, tutti posseduti dalla volontà evangelizzatrice di abbattere le religioni tradizionali e sostituirle con un nuovo culto pagano della terra, vista come originario paradiso perduto, con un rovesciamento del concetto cristiano.

“Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra e rendetevela soggetta, e dominate (…) sopra ogni animale…” suona per i seguaci della “Green religion” come la peggiore delle bestemmie. Non è un caso se – già nel 2014, all’inizio delle mie riflessioni sul transumanesimo – scrissi che i musulmani e i cristiani (soprattutto ortodossi) sarebbero stati l’ultimo ostacolo all’affermazione planetaria del transumanesimo. L’umanità contemporanea si fa schifo, si percepisce come una specie animale al vertice della catena alimentare, nulla di diverso, nulla di più.

I neomalthusiani teorizzano che la terra sia un veicolo spaziale “progettato” per non più di 4 miliardi di persone e portano avanti il loro filantropico progetto di sterminare i 4 miliardi di troppo, “l’umanità inutile” descritta da Yuval Noah Harari nel suo Homo Deus. Nazioni come il Canada legalizzano l’eutanasia e il cambio di sesso anche per i minori, come se la vita umana fosse priva di valore.

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