Green
Mediterraneo, mare di plastica: Italia, Egitto e Turchia le zone più colpite
È allarme nel Mediterraneo, che ospita l'1% dell’acqua del pianeta ma concentra il 7% dei rifiuti plastici al mondo. Sui fondali 1 mln di tonnellate di rifiuti
Plastica, l'Italia è tra i peggiori consumatori del Mar Mediterraneo
Per questo, l'Unione per il Mediterraneo (UpM) ha chiamato i Paesi dell’area mediterranea a urgenti azioni per salvaguardare il delicato ecosistema del Mar Mediterraneo, ricordando che questo ospita l'1% dell'acqua del pianeta ma concentra il 7% delle microplastiche al mondo. Una quantità che equivale al peso di 50 Torre Eiffel di rifiuti di plastica che vengono gettati in mare, un quantitativo che potrebbe quadruplicare entro il 2050 se si prosegue con lo scenario attuale.
Tuttavia, secondo quanto riporta Legambiente, "al contrario delle isole di plastica oceaniche, che sono formazioni stabili, nel Mediterraneo si deve parlare di zone di accumulo dei rifiuti in plastica. Sono come dei vortici che però sono effimeri, perché vengono dispersi dalle correnti". L’Egitto è il paese che disperde più plastica nel Mediterraneo, seguito da Italia (34mila tonnellate all’anno) e Turchia (24mila tonnellate all’anno). Le cause sono soprattutto una gestione inefficiente dei rifiuti e la presenza di attività costiere.
Leggi anche: Acqua sì, ma nella bottiglia di plastica. Italia troppo sprecona e inquinante
"La prima soluzione per contrastare l’inquinamento nel Mar Mediterraneo sarebbe ridurre la produzione di plastica e di oggetti usa e getta, oltre a mettere in atto strategie di riciclo e riutilizzo per contenere la dispersione di rifiuti nell’ambiente”, dichiara Stefania Di Vito di Legambiente. Fondamentali sono inoltre le attività di sensibilizzazione sul problema, con il coinvolgimento del mondo politico e industriale: "Per Legambiente la pulizia dei mari e la rimozione dei rifiuti sono solo una parte della soluzione. Per questo abbiamo lanciato il progetto COMMON, che ha l’obiettivo di mettere a punto politiche comuni per affrontare il problema dei rifiuti in mare a livello internazionale".