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Piombino, da città industriale a polo di rifiuti e gli ospedali chiudono

Ben presto il sogno di un’economia turistica potrebbe spezzarsi, forse per sempre

Di Comitato di salute Pubblica della Val di Cornia 

 

Il porto di Piombino è diventato negli anni meta di milioni di turisti da e per le isole, soprattutto per la dirimpettaia Elba ma anche Sardegna e Corsica. E negli ultimi mesi anche di croceristi in cerca di una vacanza rilassante con qualche guizzo di archeologia e di buon cibo. Ma ben presto il sogno di un’economia turistica potrebbe spezzarsi, forse per sempre, per Piombino, cittadina di circa 30mila abitanti, in provincia di Livorno. Dopo lo spegnimento di un altoforno e delle relative ciminiere e cokeria, la città si è trasformata da polo industriale in “polo di rifiuti”. Nell’ultimo anno è nato il Comitato di Salute Pubblica, un manipolo di volontari agguerriti intorno ai quali si sono riuniti un migliaio di cittadini che non vogliono regalare il loro futuro ai padroni della discarica di RiMateria che sorge alle porte della città e che attualmente ha una volumetria di 1.850.000 metri cubi di rifiuti. Provate a immaginare: un altopiano di 35 metri di rifiuti in un’area paludosa, a un chilometro dal mare e vicinissimo alle abitazioni. La società che gestisce l’impianto ha richiesto alla Regione Toscana i permessi (Valutazione d’Impatto Ambientale) per ampliare la discarica di ulteriori due milioni e mezzo di metri cubi di rifiuti.

La popolazione in questi mesi sta venendo a conoscenza di altri preoccupanti fatti relativi ai rifiuti: nel 2015 sono finite in mare, al largo di Cerboli, fra Piombino e l’ Elba, una sessantina di ecoballe di rifiuti inerti trasportate dalla motonave Ivy all’epoca battente bandiera Isole Cook, destinazione finale Bulgaria. Di queste ne sono state recuperate giusto alcune ma la maggior parte giacciono sui fondali marini con buona pace del Santuario dei Cetacei lì vicino e con altrettante buona pace dei turisti dei territori vicini, come Castiglion della Pescaia, Portoferraio, Baratti e tutta la nostra Costa Est. E che dire di un nuovo impianto di rifiuti, anche pericolosi, la Wecologistic, nata accanto alla discarica di Rimateria? La suddetta società ha beneficiato anche di un contributo della Regione Toscana di 500mila euro. E come non ricordare l’ impianto di riciclo dei pneumatici, Tyrebirth, sorto nelle vicinanze della discarica nel silenzio generale? Può bastare? No. L’appetito vien mangiando e questo è solo uno degli antipasti... sta per sorgere anche il polo di rottamazione delle navi, la PIM.

Come si può capire il futuro della città di Piombino è appeso ad un parere regionale. Pensare che Piombino, terra prima degli Etruschi (unica necropoli etrusca ad affacciarsi sul mare di Baratti- Populonia) , adorata da Leonardo da Vinci, Niccolò Macchiavelli, gli Appiani, i Boncompagni Ludovisi, i Bonaparte ed altri illustri personaggi storici , ne avrebbe di gioielli artistici ed architettonici da mostrare. Ma da queste parti, di fumo e pane, il turismo è giusto un vezzo. Il Comitato si è sempre fermamente opposto all’idea di fare di Piombino un polo nazionale di lavorazione, smaltimento, stoccaggio e spedizione di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. E finora si è sempre battuto, il Comitato, contro la cattiva gestione della discarica attuale, l’Ex Asiu, ancora adesso in coltivazione, per la quale l’azienda ha ricevuto negli anni passati diverse diffide dalla Regione Toscana, oltre che un sequestro da parte della magistratura, per non aver mai provveduto alla messa a norma dell’impianto.

Il presidente del Comitato Salute Pubblica, il Dott. Alessandro Dervishi afferma: «Abbiamo sempre sostenuto che RiMateria debba occuparsi delle bonifiche, non è stata concepita dalle amministrazioni per fare attività di discarica, e si chiama appunto RiMateria perché avrebbe dovuto lavorare i rifiuti del SIN e riciclare ciò che era possibile, circa l’80% dei rifiuti, e creare una nuova materia utile per l’edilizia per esempio per il manto stradale. RiMateria era stata concepita anche come discarica a servizio della ripresa siderurgica. Gli spazi già autorizzati, il famoso cono rovescio di 140mila metri cubi, per noi devono essere preservati per le esigenze del territorio, comprese le industrie, e per quei rifiuti del Sin che non sono riciclabili”. Vivere ed abitare accanto ad una discarica è complicato: per i cattivi odori, per i malesseri accusati dagli abitanti, per le incertezze sulla propria salute. Nel vuoto finora sono sempre cadute le proteste degli abitanti vicino alla discarica e di tutti gli altri piombinesi. Il progetto della discarica intanto va avanti. E tutti gli altri dietro. Se la Regione Toscana approverà la Via quale futuro attende gli uomini e le donne di questi scogli di Toscana? Sarà possibile un turismo e nuovi investimenti in altri settori strategici dell’economia di una città? Per completare il quadro, la recente chiusura del punto nascita all’ospedale del posto, di Villamarina. Come a dire a Piombino non si nasce più. Cercasi disperatamente Araba Fenice.