Libri & Editori

Storie di ordinario bullismo nel romanzo di Caterina Falconi: "Dimmelo adesso"

Di Bernardo Oriali

Intervista a Caterina Falconi sul nuovo romanzo "Dimmelo adesso", Vallecchi editore

Notavo che tanti adulti preferivano minimizzare la questione ed evitavano di chiamare i soprusi con il loro vero nome: bullismo, appunto. Questa dissonanza è stata la molla che mi ha spinta a scrivere sull’argomento.

So che ha impiegato anni a trovare una “casa” per il romanzo. La pazienza è una dote fondamentale per uno che voglia fare lo scrittore?

Più della pazienza, perché lo scrittore è un coacervo di stati emotivi contrastanti, è fondamentale l’ostinazione, non demordere di fronte ai rifiuti editoriali, valutare le proposte di pubblicazione. Discernimento, autocontrollo, visionarietà, sono alcune delle componenti dell’ostinazione. A esse va aggiunto un pizzico di fatalismo, perché ogni romanzo ha un destino e certe pubblicazioni sono quasi predestinate.

Anche lei potrebbe dire, parafrasando Flaubert, la bidella Angelica sono io?

Angelique c’est moi per la sua tendenza a fantasticare, e per la speranza che prima o poi s’avveri il nostro più acceso desiderio. Ma io, a differenza della bidella laureata, non sono una rinunciataria e sono stata protagonista di tutte le mie scelte, giuste e sbagliate. Inoltre ho sempre provato a intervenire al momento opportuno e come potevo, quando ho notato che degli indifesi si trovavano in difficoltà.

Tema fondamentale del libro è la responsabilità, la tempestività con cui si dovrebbe agire dinanzi ai soprusi. Non trova sia impopolare, in una società che preferisce odiare anziché fare autocoscienza?

In effetti questa contemporaneità è refrattaria alla responsabilità. Tuttavia i proclami vanno di moda, soprattutto sui social. A leggere certi post parrebbe di avere a che fare con una pletora di giustizieri, idealisti, persone d’onestà specchiata. Eppure ho imparato che spesso certe dichiarazioni nascondono l’opposto di quanto millantato. La cosa triste è che si contrabbandino l’odio e talvolta l’invidia per protesta. La vita e il tempo sono l’unico banco di prova delle dichiarazioni più o meno sincere. E l’odio non è mai la soluzione delle ingiustizie.

falconi foto
 

Ritengo che le donne ameranno questo romanzo, soprattutto le donne al giro di boa della menopausa. Quali sono i luoghi comuni legati a questa stagione della vita?

Ultimamente si parla tanto di menopausa. A farlo sono soprattutto le ditte produttrici di integratori alimentari, di cosmetici. Sulle riviste proliferano i consigli di bellezza e quelli per vivere al meglio, sul fronte della salute, un’età delicata. La cosa è senz’altro un bene. La donna in menopausa può conservare la sua avvenenza, la seduttività, ed è sacrosanto che rivendichi il diritto al piacere, alla sessualità. Così come quello apparentemente opposto di prescindere dall’aspetto, a dispetto di chi asserisce che dopo i cinquanta il femminile sfumi in una progressiva invisibilità.

Che approdo è per lei la casa editrice Vallecchi?

È un sogno che s’avvera. La casa editrice di Giovanni Papini e Astrid Lindgren, scrittori fondamentali nella mia giovinezza e infanzia. E, a prescindere dall’autocompiacimento sentimentale, è l’approdo editoriale più importante a cui sia pervenuta, pertanto farò di tutto perché il libro vada bene. Grata al direttore  Alessandro Bacci che ha voluto darmi fiducia.

cover Falconi pages to jpg 0001