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Aldo Grasso erede di Montanelli: l'ultimo baluardo del "politically incorrect"
In un mondo di patacche Grasso riesce a illuminare la Verità e lo fa con un certo gusto sadico
Aldo Grasso, in un mondo finto buonista dire la verità è semplicemente rivoluzionario
Aldo Grasso (75) è l’ultimo baluardo del “politically incorrect” in Italia, per citare il titolo di un famoso talk show made in USA e condotto da Bill Maher. “Politically incorrect” si traduce come “politicamente scorretto”, ma in realtà si dovrebbe tradurre “non ipocrita”, “veritiero”. In un mondo finto buonista –come è quello attuale- dire la verità è semplicemente rivoluzionario. La vera sovversione è mostrare che il Re è nudo, anzi nudissimo e si può sberlare.
Certo i giornalisti la verità non la possono dire fino in fondo perché ci sono le querele con cui il potere, pardon il Potere, cerca di controllare il gioco, ma nel terreno pur limitato c’è una intera gamma di possibilità, una sfumatura di colori tra cui scegliere anche le tinte estreme. E questo è ancora più vero nel mondo della televisione e del cinema, fatto di ego ipernarcisisti sempre pronti a mettersi al centro dell’universo mediatico e non.
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Ben venga quindi questa prosa ruvida e scontrosa, grezza ma efficace, di questo giornalista delle Langhe che della sua terra ha preso una certa scontrosità esistenziale innestata su una malinconia di fondo, come era quella del suo illustre conterraneo Cesare Pavese.
Grasso si laurea in Lettere con una raffinata tesi di Storia del cinema: “Teoria e prassi nell’opera prima di S.M. Eisenstein”, il celebre regista di capolavori del periodo sovietico come “La corazzata Potëmkin”, “Ottobre” e “Aleksandr Nevskij”. Professore universitario, è critico televisivo del Corriere della Sera dal lontano 1990 e famoso per i suoi temibili editoriali che contengono clamorose stroncature.