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Anzaldi (Pd) contro Tg3 e Ballarò. Grillo attacca: “E' come Goebbels”

Michele Anzaldi è come Goebbels”. Il paragone è di quelli estremi che piacciono a Beppe Grillo, che così definisce il deputato Pd e consigliere di vigilanza Rai.

“Michele 'Goebbels' Anzaldi è un giornalista, come il suo predecessore tedesco, deputato Pd e membro della commissione di Vigilanza Rai – scrive Grillo sul suo blog- ha dichiarato che Rai 3 e Tg3 sono un problema perché 'il Pd viene regolarmente maltrattato e l'attività del governo criticata' e perché 'Ballarò sforna a raffica editoriali contro il governo, intervista in pompa magna un grillino a settimana'. Le regole di Goebbels Anzaldi per la Tv pubblica sono chiare: vietato criticare il governo; vietato intervistare portavoce del M5s; il Pd ha sempre ragione; chi sgarra paga (Vianello è avvisato per la seconda volta). Sieg Heil, Pd”.

Tutto nasce da un'intervista del Corriere della Sera in cui Anzaldi afferma che al Tg3 “non hanno capito chi ha vinto”. Accuse anche per Ballarò, che “sforna a raffica editoriali contro il governo e intervista in pompa magna un grillino a settimana”, e il direttore di Rai 3 Andrea Vianello (“Ha qualche difficoltà a percepire la realtà dei fatti”).

La redazione del Tg3 ha risposto con una nota, accostando le parole di Anzaldi all'editto bulgaro di Berlusconi. "Le parole dell'onorevole Anzaldi sono inaccettabili e ricordano nei toni "editti bulgari" di berlusconiana memoria. I partiti continuano ad intendere i telegiornali della Rai come "cosa propria" - prosegue la nota -. E tutto ciò è tanto più grave nel momento in cui si parla di riforma delle news. Le giornaliste e i giornalisti Rai si sono già confrontati con le innovazioni e lo hanno fatto con grande professionalità. Ma se i partiti non toglieranno le mani dalla Rai, ogni riforma sarà inutile e non garantirà il pluralismo. Noi del Tg3 non subiremo in silenzio alcun tentativo di "assoggettamento" - si legge -. Rivendichiamo con orgoglio la nostra indipendenza da qualsiasi governo o partito, ieri come oggi. Gli attacchi di Anzaldi, o di chi pensa "di entrare con il lanciafiamme", vogliono solo dire che facciamo bene il nostro dovere, al servizio dell'informazione e dei cittadini".