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Ascolti Tv Sanremo 2020: Parte il Festival più politicamente anomalo di sempre

Marco Zonetti

Perché il settantasettesimo Festival della Canzone Italiana al via questa sera rappresenta un unicum politico nella Storia della Rai

Il settantesimo Festival di Sanremo, al via questa sera, non segna soltanto un importante anniversario per la kermesse canora più seguita d'Italia ma anche un unicum nella Storia della Rai. 

Partita la sua organizzazione lo scorso anno con il governo giallo-verde, e con il conduttore Amadeus scelto dall'allora direttrice Teresa De Santis in quota Matteo Salvini, è finito ben presto stritolato dalle diatribe governative che vedevano la Lega ai ferri corti con gli alleati grillini (dei quali l'Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini è espressione). Strappato praticamente fin dall'estate scorsa alla De Santis, il Festival è stato perlopiù gestito da Salini e da Lucio Presta, agente di Amadeus e di un gran numero di artisti e ospiti che compariranno sul palco dell'Ariston nei prossimi giorni, per poi finire piazzato sulle eleganti spalle del nuovo direttore di Rai1 Stefano Coletta, nominato tale a sole tre settimane dall'inizio della kermesse.

Non era mai accaduto nella Storia della Rai che si procedesse a nomine cruciali a breve distanza dal debutto del Festival di Sanremo, autentico spartiacque nell'azienda e fondamentale fonte di introiti utili a sovvenzionare le produzioni televisive da mantenere o inserire ex novo nei palinsesti, nonché in ultima analisi - voce non meno rilevante - gli stipendi dei dipendenti. 

Nato giallo-verde, insomma, il Festival 2020 è divenuto progressivamente giallo-rosso e sta per esordire in un momento in cui il dante causa dell'Ad (il M5s) detiene il maggior numero di parlamentari nelle aule istituzionali ma un minor numero di voti rispetto all'attuale alleato Pd e all'ex alleato Lega. 

A prescindere da ascolti più o meno alti, la kermesse di quest'anno è senz'altro la più politicamente anomala di sempre, con una ex direttrice di rete esautorata fin dal primo momento e un nuovo direttore catapultato nel vortice dell'organizzazione pochissimi giorni prima della partenza di tutta la macchina. A tutto vantaggio del vero deus ex machina della situazione, ovvero il potentissimo agente Lucio Presta. 

E mentre a Sanremo si canta, a Viale Mazzini si attende la fine del caravanserraglio, il ritorno dei vertici Rai a Roma e le importantissime nomine dei nuovi direttori dei Tg previste per il 14 o per il 21 febbraio prossimo, salvo ulteriori rinvii. Nomine che, per qualcuno, potrebbero rappresentare un "canto del cigno", altro che canzonette.