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Corriere della Sera, in pensione il corrispondente da Bruxelles Caizzi

Il corrispondente, anche piccolo azionista di Rcs, nel 2015 si era candidato per fare il direttore del giornale

Il Cdr del Corriere della Sera ha informato i colleghi che l’editore Urbano Cairo, non rispettando l’obbligo di consultare preventivamente la rappresentanza sindacale, ha interrotto senza preavviso il rapporto di lavoro con lo storico corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi, da 30 anni storico corrispondente da Bruxelles del quotidiano. Il recesso è avvenuto senza fornire motivazioni, con il consenso del direttore Luciano Fontana. A quanto risulta però Caizzi ha raggiunto l'età pensionabile e la direzione del Corriere sta già provvedendo con la sostituzione. 

“Il collega inoltre si trova in obiettivi e condizioni di difficoltà - fanno però sapere dal Cdr -, legate all’emergenza coronavirus, che lo costringono a restare bloccato nella residenza di Bruxelles”. L’Azienda ha poi chiesto al Comitato di redazione di fare da tramite con Caizzi per trovare soluzioni idonee riguardo “ai tempi di abbandono della residenza e restituzione delle dotazioni aziendali in suo possesso”. Caizzi, che dal 2015 si è candidato a dirigere senza successo il Corriere, ha compiuto 67 anni ad aprile.

La polemica con Fontana e Fubini

La ragione del contendere risiedeva principalmente nella prima pagina del primo novembre 2018, in cui il Corriere aveva parlato di una "procedura d'infrazione" europea contro l'Italia: una procedura bollata da Caizzi come "inesistente". Egli chiedeva di verificare "se il comportamento del direttore Fontana sia stato corretto", "se si può aprire la prima pagina del Corriere con 'una notizia che non c'è'", "e il direttore non debba limitarsi a imporre la sua linea attraverso editoriali, opinioni e commenti", "se l'attendibilità del Corriere non vada difesa meglio, almeno per ridurre le perdite di copie". La questione investiva anche Fubini che dell'articolo del 1° novembre era l'autore. Come riferì Prima comunicazione, "Fubini non viene mai citato nella mail al Cdr, ma Caizzi mette in evidenza un suo articolo del 7 novembre in cui si nega una possibile soluzione di compromesso sul bilancio del governo Conte, smentendo quanto scritto nei giorni precedenti dallo stesso Caizzi".

Gli articoli contestati riguardavano le trattative che - nell'autunno 2018, l'allora governo italiano M5s-Lega, aveva condotto con Bruxelles sulla legge di bilancio e un deficit al 2,4%. L'accusa innescò la piccata reazione di Fontana che, in una lettera, dichiarò: "È davvero inverosimile che si giudichi il risultato finale (l'accordo tra Italia e Ue) per dire che i passi iniziali verso la procedura d'infrazione non fossero veri (tra l'altro raccontati da tutti i giornali del mondo e respinti all'inizio dal nostro governo che affermava non avrebbe mai cambiato il numerino del 2,4%). Come se in mezzo e nella trattativa non fosse accaduto nulla". Scontro su tutta la linea, insomma. Non è pertanto da escludere che - dietro la mossa di Cairo - questa complicata vicenda possa aver giocato un ruolo significativo.