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Neuroni artificiali imparano a giocare a ping pong: l'uomo verso l'estinzione?

di Antonio Amorosi

L’uomo perderà il controllo del mondo? Dei neuroni artificiali in un piatto imparano a giocare a ping pong. Cosa verrà dopo?

I ricercatori hanno usato il loro sistema per insegnare ai neuroni a rispondere a un segnale elettrico. Nel gioco, un giocatore fa scorrere una paletta/racchetta verticale su e giù per lo schermo per intercettare la palla che rimbalza. Nell'esperimento, i neuroni controllano la paletta/racchetta.

Brett Kagan, direttore scientifico dei Cortical Labs, ha spiegato a Nature: "Nei libri di testo attuali, i neuroni sono considerati prevalentemente in termini di implicazioni per la biologia umana o animale. Non sono considerati un elaboratore di informazioni, ma un neurone: è questo lo straordinario sistema in grado di elaborare informazioni in tempo reale con un consumo energetico molto basso".

Per insegnare ai neuroni a colpire la palla, spiega Kagan, lui e il suo team hanno sfruttato la teoria secondo cui i neuroni tendono a ripetere l'attività che produce un ambiente prevedibile. Quando i neuroni rispondevano in un modo che corrispondeva a colpire la palla, i neuroni artificiali venivano stimolati in un luogo e con una frequenza che era ogni volta la stessa. Se mancavano la palla, la rete veniva stimolata dagli elettrodi in posizioni casuali e a frequenze diverse. Nel corso del tempo, i neuroni hanno imparato a colpire la palla per ricevere la risposta preparata e che corrispondeva a una modello comportamentale, piuttosto che alla situazione casuale.

Anche se i neuroni sono molto lontani da un cervello reale, ha detto Kagan, e non danno segni di coscienza, essi mostrano un comportamento adattivo in un determinato ambiente, cioè simulano i comportamenti tenuti in quell’ambiente. La nuova scoperta potrebbe servire per curare malattie come l'Alzheimer e le malattie degenerative della mente. Ma la questione è sempre la stessa 

Se il soggetto è l’uomo i neuroni artificiali ne simuleranno i comportamenti come in uno specchio. Il problema é: fino a che punto? Perché non affrontare il tema delle cure e delle malattie come sganciato dal resto? Perchè non vincolare gli esperimenti? Non è forse questo un tema etico da affrontare (o bisogna almeno tentare di farlo) come abbiamo messo dei limiti sulla riproduzione della vita umana?

O dobbiamo accettare questa evoluzione, come abbiamo abbracciato senza alcuna possibilità di critica il consumismo, accogliendo il destino di sostituzione e distruzione come inesorabile?