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I robot artisti ‘ruberanno’ i diritti di copyright agli umani sulle opere

Daniele Rosa

Oltre ai diritti degli umani nasceranno quelli delle persone elettroniche

Nessuno, solo cinque anni fa, avrebbe immaginato che la realtà avrebbe superato l’immaginazione. Ma quello che è successo pochi giorni fa in un tribunale cinese fa pensare su ciò che ci potrebbe aspettare in un futuro prossimo. Un  tribunale cine ha infatti concesso pochi giorni fa i diritti d’autore ad un articolo creato da una macchina sostenuta da intelligenza artificiale.

La compagnia che aveva ripreso l’articolo, senza l’autorizzazione del ‘proprietario’, è stata multata.

 

Ma i casi di robot che fanno gli artisti, in diversi campi,come musica, pittura e letteratura, non sono però così isolati.

Nel 2016 ad esempio, in due occasioni, il lavoro di intelligenze artificiali è arrivato a livelli inimmaginabili.

Nella prima, in Olanda, è stato presentato un ritratto inedito di Rembrandt perfettamente copiato nella tecnica e nei colori del maestro barocco e nella seconda una novella scritta da un autore robot  è andata vicinissima a vincere un premio letterario in Giappone.

Il copyright  sarà per l'uomo o per il robot?

E mentre tutte queste espressioni artistiche ‘artificiali’ continuano a proliferare la legge si comincia a domandare a chi deve essere dato il diritto di autore di una simile opera artistica: all’uomo che controlla il computer o al software che realizza l’opera?

Al momento quasi tutto il mondo riconosce l’uomo come autore principale. Il principio che guida la legislazione attuale è che un robot non può’ avere la titolarità dei diritti di un’opera letteraria, artistica o scientifica.

Tutti i diritti vanno al momento allo sviluppatore informatico che ha creato il programma. Ma non è detto che fra 5 o 10 anni la legge possa cambiare.

E quali saranno le domande che i legislatori potrebbero porsi nel momento in cui si volesse riconoscere i diritti autoriali al robot.

Di chi saranno i guadagni? Come si potrà vendere l’opera senza l’autorizzazione del proprietario che in questo caso sarebbe un software? E se qualcuno volesse denunciare un’eventuale plagio a chi si dovrebbe rivolgere?

Il copyright sarà per l'uomo o per il robot?

Per il momento tutti i diritti appartengono, come dicono i legislatori, al programmatore del software che brevetta il suo progetto e ne gode i diritti.

Anche se, e qui le domande si fanno molto più complicate e inquietanti, potrebbe essere che il robot diventi indipendente dal suo creatore e possa creare qualcosa in completa autonomia.

 

Fantascienza? Forse si, ma sta di fatto che l’Organizzazione Mondiale delle Proprietà Intellettuali sta ponendosi il problema di come attribuire la proprietà al soggetto umano e dare una personalità giuridica al robot creatore.

Per il momento la soluzione pare difficile anche se qualcuno ipotizza in un futuro prossimo, la creazione di un quarto genere: dopo donne e uomini (gli umani), dopo le organizzazioni giuridiche, si potrebbe aggiungere anche il genere delle persone elettroniche.

Una problematica a cui è sembrata molto attenta l’europa che, nel 2017, ha validato una risoluzione studiata per difendere gli androidi nel momento in cui interagiscono in maniera indipendente o prendono decisioni in autonomia.

 

E in tutto questo una domanda sorge spontanea? Ma nel caso un film ideato e programmato in totale autonomia da un supercomputer indipendente dal suo programmatore vincesse l’Oscar come salirà sul palco per ritirare la tanto ambita statuetta d’oro?