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Il Giornale in crisi. Cosa succede al quotidiano di Berlusconi?

Andrea Lorusso

Il Comitato di Redazione da Settembre 2018 lotta contro i tagli agli stipendi di oltre 100 giornalisti. E avverte: “Prediamo più copie degli altri”

Una nota del Cdr vergata il 15 febbraio 2019 fa desumere inequivocabilmente che la crisi in casa Berlusconi sia ancora in alto mare, per quanto riguarda il quotidiano di punta della famiglia, che dal 1994 guida le battaglie su carta del Cavaliere. Altri tempi, altri budget, altri orizzonti politici.

“Una crisi che i vertici aziendali insistono a voler affrontare unicamente pretendendo di imporre ai dipendenti sacrifici economici ingiustificabili”, con un 30% di decurtazione del salario mensile, per gli oltre cento addetti.

Dipendenti che tentano di fare pesare il loro ruolo in questi anni per supportare Forza Italia: “Nei mesi che abbiamo davanti cadono importanti scadenze elettorali ed è fondamentale che in edicola i lettori trovino sempre il nostro quotidiano, che dalla sua nascita rappresenta una voce irrinunciabile per l’opinione pubblica italiana e un riferimento ancor meno rinunciabile per quella sua parte di orientamento moderato e di forti convinzioni liberali.”

Un monito che però ormai, ad un partito collassato attorno al 10%, totalmente marginale in ambito Nazionale e locale, con un leader alla soglia degli 83 anni, e la volontà di chiudere i rubinetti non più d’oro dell’erogazione dei milioni, pare cadere inascoltato.

Le trattative sindacali sono la camera iperbarica prima di giungere inevitabilmente alla camera mortuaria. Ormai tutti i giornali hanno il cappio al collo, eppure il cortocircuito nel foglio fondato dall’immenso Indro Montanelli dev’essere stato maggiore, visto che “i vertici aziendali non hanno presentato alcun piano di rilancio che consenta al Giornale di invertire la tendenza che vede un calo degli introiti da vendite e da pubblicità, calo ben più consistente rispetto alla media complessiva dei quotidiani nazionali.”

Perché Il Giornale perde più copie della concorrenza? Converranno i lettori che, un giornale d’opinione, se continua a perseverare su una linea non governativa se pure di centrodestra, quando oltre il 60% degli italiani spira sul vento del Cambiamento, inevitabilmente disaffeziona i lettori.

Panorama, altro settimanale in caduta libera edito da Mondadori sino alla vendita al direttore Belpietro, ha ritrovato slancio cambiando linea editoriale. Il problema è che non possono coincidere padrone e proprietario del giornale. Lo diceva Montanelli, ma forse vide troppo lontano per i suoi tempi.

Twitter @andrewlorusso