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Instagram senza seno. L'arte prende in giro i divieti social

L'arte è sempre stata un antidoto all'ipocrisia. Anche a quella dei social network. Da tempo è in corso una campagna contro il divieto imposto da Facebook e Instagram sulle foto di seni nudi. Per i critici si tratterebbe di un modo superficiale e un po' bigotto di rifarsi la verginità.

In un mondo social dove non è possibile controllare ogni contenuto (anche quello più deprecabile), Mark Zuckerberg ha scelto la strada più semplice: il divieto di mostare i capezzoli. Perché questo sarebbe il problema. Un sito web aveva già lanciato la sua campagna: Freethenipple (libera i capezzoli).

Madonna aveva postato su Twitter una foto a seno nudo con una banda nera a coprirne i particolari e accusato apertamente i social di essere ipocriti. Adesso a rilanciare l'accusa in modo più ironico è l'artista Micol Hebron. Giocando su un paradosso: non esiste divieto per gli uomini a petto nudo. “Se stai per postare foto di donne in topless - scrive Hebron in un finto appello - per favore utilizza questo prototipo di capezzolo maschile consentito per coprire i capezzoli femminili vietati”. L'idea ha preso piede su Twitter.

Il divieto è così ottuso da riguardare anche i quadri che raffigurano i corpi femminili nudi. E così HuffingtonPos.fr  ha applicato il prototipo di Hebron ad alcuni capolavori di Picasso, Manet, Matisse. Il risultato è grottesco, come il divieto di Instagram.