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Nomine Rai, Bruchi nuovo segretario Prix Italia. Anzaldi: "Decisione inaudita"

Marco Zonetti

Il Segretario della Vigilanza Rai: "Mai accaduto che la direzione del Prix Italia vada a giornalista esterno". Proteste del Cons. Laganà e di UsigRai

Mentre si attende la fine del Festival di Sanremo per formalizzare le nuove nomine dei direttori dei Tg Rai, con tutti i veleni, le faide, gli ultimatum, i veti politici del caso e con i "danti causa" dell'Ad Fabrizio Salini - ovvero i grillini - gravemente depotenziati e un Pd più che agguerrito che mai dopo la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, ecco che - nella distrazione generale - viene assegnata una poltrona importante scatenando un vespaio di polemiche interne alla Rai. 

Secondo indiscrezioni, infatti, la carica di segretario del Prix Italia sarebbe stata affidata all'attuale conduttrice del programma Povera Patria, ovvero Annalisa Bruchi, inamovibilissimo volto dei talk show politici di seconda serata di Rai2. Mentre si vocifera - senza conferme ufficiali - che la nomina sia stata voluta ardentemente dal Presidente Marcello Foa, i giornalisti interni alla Rai restano con un palmo di naso e il Segretario della Vigilanza Michele Anzaldi, nonché deputato di Italia Viva, prende la parola.

“Se fosse confermata la notizia secondo cui il nuovo segretario del Prix Italia sarebbe Annalisa Bruchi" dichiara l'On. Anzaldi, "ci troveremmo davanti a un’iniziativa tanto inedita da dover essere spiegata alla Commissione Vigilanza Rai. Non è mai accaduto che la direzione del Gran Prix sia stata affidata a un giornalista esterno. Il Prix Italia è, tra l’altro, una vera e propria struttura dell’azienda e questo creerebbe dei gravi problemi gestionali, dal momento che un a esterno toccherebbe dirigere degli interni. In più, a meno che non si ipotizzi una - del tutto inconsueta - deroga ai regolamenti, Bruchi, in quanto manager, non potrebbe andare in video".

E il Segretario conclude: "Tutte ragioni per cui la decisione della Rai andrebbe spiegata nell’interesse degli italiani che pagano il canone, dei quasi 1800 giornalisti interni che, tranne i soliti molto noti, vengono spesso dimenticati e sottoutilizzati”.

Anche il Consigliere di Amministrazione Rai in quota "dipendenti" Riccardo Laganà stigmatizza categoricamente la decisione: "Non in mio nome" scrive su Facebook. "E' incredibile l'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di tutto il consiglio di amministrazione da parte del Presidente RAI che poche ore dopo un lungo e sofferto CDA ha indicato un nuovo segretario generale del Prix Italia senza minimamente informare il consiglio [...] Fa indignare vedere che tutto questo arrivi da quello che dovrebbe essere il Presidente di garanzia di tutti le dipendenti e i dipendenti RAI. Si gestisce tutto come fosse il giardino di casa propria con la scusa dei poteri e delle deleghe. Su queste decisioni dovrebbe vigilare e intervenire anche la responsabile anticorruzione per verificare il rispetto del protocollo in materia di assunzione del personale e contratti di collaborazione. Anche questa volta a causa dell'irresponsabilità di alcuni, i tanti dipendenti e i cittadini sono costretti a guardare con disgusto quanto avviene nel palazzo con la statua del cavallo sempre più morente".

L'UsigRai, dal canto suo, tuona: "Leggiamo dalla stampa che una collaboratrice esterna sarebbe stata indicata dal Presidente della Rai come nuova Segretaria generale del Prix Italia. Evidentemente secondo Foa nessun giornalista interno poteva assumere questo ruolo. Ci chiediamo se sia stata fatta una preventiva ricognizione interna. E quante professionalità siano state vagliate. E se tutto questo risponde alla lettera e allo spirito del Piano Anticorruzione che chiaramente punta a una piena valorizzazione delle risorse interne prima di rivolgersi all’esterno, anche per evitare scelte arbitrarie. Sono domande che rivolgiamo al vertice Rai. E, in assenza di risposte convincenti, valuteremo la possibilità di chiedere una verifica all’Anac".

Fermo restando che, dal 1971 in poi, i tredici segretari generali avvicendatisi erano tutti interni, se davvero, dunque, la Bruchi fosse nominata segretario del Prix Italia, non potrebbe più comparire alle redini di un programma del Servizio Pubblico e di conseguenza dovrebbe abbandonare Povera Patria e la seconda serata di Rai2, slot orario che la giornalista occupa da anni e anni senza soluzione di continuità, lasciando spazio a nuovi volti in grado magari di garantire alla rete ascolti più alti di quelli, non esattamente trionfali, da ella collezionati nei tanti programmi al suo attivo. Ovviamente, se Annalisa Bruchi dovesse chiedere (e ottenere) una deroga per restare alla conduzione di Povera Patria conservando la posizione di dirigente, la situazione si aggraverebbe ulteriormente e creerebbe precedente pericolosissimo. Attendiamo sviiluppi.