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Rai, avviso di sfratto per Campo Dall'Orto. Ora Renzi vuole Vincenzo Novari
Rai, niente deroga al tetto dei 240mila, avviso di sfratto a Campo Dall'Orto. Dopo la nomina di Renzi segretario Pd, arriva Novari in Rai?
Lo avevamo anticipato solo noi di Affaritaliani.it ed è stato puntualmente confermato dal consiglio di amministrazione della Rai di ieri: nessuna deroga, per adesso, al tetto posto dalla legge agli stipendi delle star della tv pubblica che superano il tetto dei 240mila euro. Ma il cda non è stato soltanto il luogo dove si è consumato uno scontro sotterraneo fra il dg Antonio Campo Dall'Orto (favorevole ad una proroga al 15 maggio che desse tempo alla politica di trovare un escamotage per mantenere ai conduttori i ricchissimi stipendi) ed i consiglieri di amministrazione (maggioranza ed opposizione ) che invece vogliono attenersi al diktat di una legge che, in tempi di crisi economica, fa giustizia di numerosi disequilibri esistenti nella tv di stato.
Sembrava che fra Matteo Renzi e Campo, dopo un chiarimento recente, si fosse raggiunta una tregua. Ma i rapporti fra il DG & l'ex premier non sembrano affatto ricuciti, anzi. Secondo Franco Siddi, ex leader della Federazione nazionale della stampa, fa sapere che la lettera del ministero dell'Economia, arrivata poche ore prima del cda, non autorizza alcuna deroga limitandosi a chiedere un dialogo fra la Rai, l'Avvocatura dello stato (che non condivide il tetto a quota 240mila euro) ed il Ministero dello Sviluppo economico. Non finisce qui, la prossima settimana lo scontro si sposta in commissione di vigilanza Rai dove il consiglio rimprovererà al vertice di viale Mazzini due cose fondamentali: 1) la mancata definizione di un piano per l'informazione; 2) il fatto che la spesa della Rai in programmi o produzioni esterne, nonostante il leggero lifting, resta ancorà troppo elevata. Rai uno acquista per oltre 160mila euro, Rai due per 63mila e Rai 3 per quasi 64 Mila.
Ieri è stato approvato poi un bilancio che non evidenzia vistosi miglioramenti malgrado i tagli del dg abbiano colpito le produzioni o le collaborazioni degli interni. L'unica cosa che è filata via liscia è la nomina di Luca Milano ex numero due della fiction a plenipotenziario di Rai ragazzi al posto di Massimo Liofredi che, dopo essersi trasferito per ragioni personali in Abruzzo, ha chiesto ed ottenuto la sede Rai di Pescara oltre ad una transazione per una vecchia causa in fase di sentenza proprio a fine mese. Come mai i rapporti fra Campo e Renzi che pure lo aveva fortemente voluto nella poltrona più importante di viale Mazzini si sono così deteriorati? Quale è stato o sarà il ruolo della presidente Monica Maggioni? Proviamo a dare una risposta a queste ed altre domande.
Avviso di sfratto dal Pd a Campo
Da ieri è ufficiale: Campo non ha più una maggioranza a suo sostegno nel cda Rai. A schierarsi contro di lui sono stati non solo i consiglieri di minoranza ma anche quelli filo governativi che, per amore di patria, lo avevano tutelato. Le cose sono andate politicamente come ci aveva predetto nel novembre scorso lo stesso Siddi. In caso di sconfitta al referendum, il dg avrà vita più lunga. Paradossalmente, aggiungiamo noi perché era chiaro che la mission di Campo era stata mancata. Ex manager di MTV, Campo Dall'Orto arriva a la 7 nel 2003. Io c'ero perché all'epoca facevo parte del terzetto formato anche da Irene Pivetti & Catherine Spaak su cui il precedente amministratore delegato Beppe Parrello aveva puntato per il rilancio dell'ex Tmc. Rilancio perfezionato visto che solo il programma da me scritto & condotto Donne allo specchio totalizzava un ascolto impensabile per l'emittente pari al 3/4 per cento nel day time (ancora oggi il pomeriggio è il punto più debole della 7).
Che fa Campo appena giunto al posto di Parrello? Taglia le produzioni interne perché sostituisce i programmi con le fiction o i documentari. Visionario, dicono alcuni. Incapace di leggere la realtà, sostengono altri. I dati di ascolto gli danno torto, anche a La 7 finisce male. Torna in auge dopo un periodo di transizione alla Leopolda diventando regista della comunicazione di Matteo Renzi. Giorgio Gori che è stato il vero spin doctor renziano - uomo di rara intelligenza con qualche punta di fisiologico sadismo intellettuale - lo supporta spingendo l'ex premier ad affidargli i pieni poteri. Campo si insedia in pompa magna ma non individua l'obiettivo: mantiene insieme vecchio e nuovo, punta sui volti giovani come Pif o Virginia Raffaele mentre tiene su il "poltronificio" Rai dove ci sono mogli, fidanzate, amiche, pressioni politiche ed altro. Nessuna rivoluzione secca con lui, personaggio molto particolare: chiuso, silenzioso, diffidente, sostanzialmente poco "politico". Dicono che la vera buccia di banana sia stata la scivolata con Paola Perego a cui ha voluto chiudere il programma Parliamone sabato. Paola é moglie di Lucio Presta che per Renzi è qualcosa di più che un amico. Renzi e Presta si stimano, Campo non lo ignora ma asseconda comunque la sua presidente Monica Maggioni quando lei chiede che sulla Perego cali la mannaia della chiusura, perché?
Ancora, Campo si schiera contro il tetto ma contemporaneamente fiancheggia, dicono, i grillini. E' il più scatenato tifoso della deroga al quorum dei 240mila, altrimenti, sostiene, la Rai è fuori mercato. Anche lui capisce che si tratta di un mercato "dopato", sono tante le star senza programma malgrado la storia gloriosa che hanno alle spalle, gli stessi Bruno Vespa, Carlo Conti, Fabio Fazio o Massimo Giletti, senza i soldi sicuri di mamma Rai, avrebbero davvero chances in altre tv? Campo non può non sapere che il tema dei compensi è un falso problema, non si possono alzare barricate per difendere in tempi di vacche magre, coloro che prendono oltre un milione di euro dala tv pubblica, eppure lui lo fa. Per quale motivo? Molto furbo oppure profondamente ingenuo? Io propendo per la seconda ipotesi, anche se il tatticismo politico potrebbe, come dicono al Pd, salvargli la pelle ancora una volta. Adesso lo scontro sarà in vigilanza, c'è chi è sicuro che dopo la riconferma di Renzi alla guida del partito (ormai data per certa) la prima poltrona a saltare sarà quella del dg Rai. Al suo posto, dicono i bene informati, un manager brillante e serissimo come l'ex leader di H3G Vincenzo Novari. " Una persona perbene" lo giudicano sia Renzi che Silvio Berlusconi. Sarà proprio lui a sostituire Campo?