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Il numero uno della tv pubblica, insieme ai "suoi" direttori di genere, scopre le carte dei palinsesti autunnali per la stagione 2022/2023

Rai, Fuortes: "I direttori di genere collaboreranno molto di più rispetto al passato"

"Con la trasformazione per generi poniamo al centro del nostro lavoro il prodotto e il contenuto. Rai è sempre stata un'azienda di prodotto e continuerà ad esserlo". Così l'ad della Rai, Carlo Fuortes, introducendo la presentazione a Milano dei palinsesti della prossima stagione, la prima organizzata per generi, dopo la nascita delle direzioni tematiche. "Una programmazione nuova - ha detto Fuortes - basata su una visione del Paese e dell'Azienda che guarda al futuro. Adotteremo nuovi modelli organizzativi e nuove forme di narrazione, capaci di rispondere alle necessità di una società in profonda trasformazione”.

“Di fronte a noi c'è un panorama che muta velocemente: cambiano le prospettive, gli interessi e il contesto culturale e comunicativo, sempre più segnato dal digitale e dalle reti, ma anche da una forte frammentazione dei contenuti e delle interpretazioni di ciò che accade nel mondo. Un cambiamento paragonabile solo a quanto avvenne negli anni Cinquanta e Sessanta, quando proprio la Rai divenne un veicolo di informazione e trasmissione della cultura, grazie al quale gli italiani si riconobbero intorno a un'idea di Paese comune e condivisa. Oggi, anche se in un mondo del tutto diverso da allora, la Rai deve essere in grado di interpretare di nuovo questo ruolo. 'Siamo quello che saremo non meno di quello che siamo stati' ha detto Oscar Wilde. Credo si adatti molto bene alla nostra azienda, oggi", ha sottolinea l'ad.

"In fondo - ha proseguito - è proprio questa la missione fondamentale del servizio pubblico, oggi: aiutare a comprendere la complessità, per evitare che si trasformi in frammentazione. Per farlo, dobbiamo essere capaci di informare, intrattenere, fornire strumenti conoscitivi, restando fedeli al sistema di valori, aperto e pluralista, che il nostro Paese e l'Europa hanno saputo sviluppare in questi decenni. E proiettandolo verso il futuro".

"È un lavoro che inizia ora e che impegnerà la Rai nei prossimi mesi e anni. Un lavoro che dovrà dare voce e rappresentazione ai diversi punti di vista sull'attualità e sulla società che cambia. Che dovrà avere la capacità di capire, e in parte di costruire, le nuove modalità e i nuovi spazi di incontro con un pubblico sempre più articolato e differenziato. È indispensabile saper rispondere a queste domande perché l'azienda possa rivendicare - come deve e vuole fare - il proprio ruolo strutturale, storico e futuro, di prima industria culturale italiana".

"Da qualche settimana è infatti operativa la trasformazione organizzativa per generi. Un'importante 'rivoluzione', voluta fortemente dal CdA per garantire alla Rai di essere al passo con i tempi, ora e nel futuro. Inizia un lavoro basato sulla collaborazione tra tutti i direttori molto più che in passato. Per questo è e sarà necessario un grande affiatamento di questa nuova squadra che ha tutta la mia fiducia", ha concluso.