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TikTok, dalle interferenze russe nel voto in Romania ai guai negli Usa: l'app dei balletti virali a rischio stop
Interferenze straniere durante le elezioni in Russia e il rischio che la Cina possa acquisire i dati dei cittadini americani tramite l'app: TikTok nel mirino di Ue e Usa
Voto in Romania e guai negli Usa: l'analisi sui "guai" di TikTok
Dopo le denunce di interferenze russe via Tiktok nelle elezioni presidenziali rumene del 24 novembre la Commissione europea ha deciso di avviare una procedura formale nei confronti del social cinese per capire se ci sia stata una violazione della legge sui servizi digitali in merito all’obbligo di valutare e attenuare i rischi sistemi legati agli appuntamenti elettorali. “Dobbiamo proteggere le nostre democrazie da qualsiasi tipo di interferenza straniera. Ogni volta che sospettiamo tali interferenze, soprattutto durante le elezioni, dobbiamo agire con rapidità e fermezza”, il commento della presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen.
L’indagine, che potrebbe durare mesi, si articolerà lungo due direttive. Da un lato, fare chiarezza su come Tiktok interviene in merito ai rischi dovuti alla manipolazione coordinata dei contenuti e allo sfruttamento automatizzato del servizio (cioè l’impiego di bot). Dall’altro, approfondire le politiche del social in materia di pubblicità politica e pubblicazione di contenuti politici a pagamento. Se confermati, i due elementi di inchiesta comporterebbero una violazione degli articoli 34 (valutazione del rischio) e 35 (attenuazione del rischio) del Dsa (Digital services act) approvato nel 2022. L’Ue potrà adottare misure provvisorie e avviare ulteriori procedimenti.
A mettere sull’attenti la Commissione europea sono stati i rapporti di intelligence forniti dalla Romania e da parti terzi. Per von der Leyen ci sono “gravi indizi che attori stranieri [abbiano] interferito nelle elezioni presidenziali rumene utilizzando Tiktok”. In Europa, ha aggiunto la presidente, “tutte le piattaforme, compreso Tiktok, devono essere ritenute responsabili”. Un monito ribadito da tempo.
Del resto, il procedimento appena avviato è il terzo quest’anno, dopo le inchieste di febbraio (presunte violazioni della tutela dei minori) e aprile. In questo secondo caso, cominciato ad aprile, l’indagine ha portato al ritiro dal mercato europeo di Tiktok Lite, app identica al social ma con un servizio a pagamento per vincere buoni e premi. Lo scorso 5 dicembre, poi, la Commissione Ue ha ordinato a Tiktok di conservare i dati relativi ai rischi sistemici (effettivi o prevedibili) legati ai processi elettorali e al discorso pubblico in Europa. Il provvedimento non riguarda solo i dati relativi alle elezioni romene, ma rimarrà in vigore fino al 31 marzo 2025: una sorta di azione preventiva per monitorare più velocemente le altre elezioni che si terranno nel periodo, tra cui, per esempio, in Germania e di nuovo in Romania.
In attesa dell’esito dell’inchiesta, Tiktok passa guai più concreti negli Stati Uniti, dove è a rischio di ban. Il rischio che la Cina possa acquisire dati su cittadini e istituzioni statunitensi tramite Tiktok ha spinto l’amministrazione Biden a emanare un disegno di legge per interdire il social dagli Usa a meno che ByteDance, azienda proprietaria, non lo venda a un acquirente approvato dal governo. La cessione andrà finalizzata entro il 19 gennaio. Dopo che il 6 dicembre un tribunale ha respinto la causa che Tiktok ha intentato sostenendo che la legge è una violazione del Primo emendamento della Costituzione americana, ora la battaglia legale è arrivata all’ultimo round. Ieri, 16 dicembre, il social ha fatto ricorso alla Corte suprema per allungare i tempi per firmare la vendita.
L’obiettivo, forse, è quello di aspettare che Donald Trump (che ieri avrebbe incontrato il ceo Shou Zi Chew a Mar-a-Lago) si insedi alla Casa Bianca. Durante il suo primo mandato, Trump aveva a sua volta tentato di bloccare Tiktok, ma da allora la sua posizione è molto cambiata, tant’è vero che proprio ieri ha dichiarato che è anche grazie al social che ha potuto raggiungere molti giovani i cui voti lo hanno aiutato a vincere le elezioni. In campagna elettorale il tycoon ha promesso di salvare il destino dell’app, anche se ci sono diversi dubbi su come possa riuscirci. Oltre ai tempi del processo, che richiede la revisione da parte di Camera e Senato, Trump si dovrebbe scontrare col forte sostegno bipartisan che la legge contro Tiktok ha goduto nel Congresso.