Alzheimer, il resveratrolo (vino e cioccolato) aiuta a rallentare gli effetti - Affaritaliani.it

Medicina

Alzheimer, il resveratrolo (vino e cioccolato) aiuta a rallentare gli effetti

Rallentare gli effetti del morbo d'Alzheimer? Bere vino rosso e mangiare cioccolato fondente

Bere vino rosso e mangiare cioccolato fondente potrebbe contribuire a rallentare gli effetti del morbo d'Alzheimer. Questi alimenti, infatti, contengono il resveratrolo, una sostanza naturale che sembra in grado di rallentare il declino mentale dei malati di Alzheimer, riducendo la capacita' delle molecole immunitarie dannose di infiltrasi nei tessuti del cervello. Queste sono le conclusioni di uno studio del Georgetown University Medical Centre, presentate in occasione dell'Alzheimer's Association International Conference a Toronto.

L'Alzheimer e' una malattia che provoca l'infiammazione che danneggia il cervello. Si pensa che il danno sia causato dall'accumulo di proteine anomale, che danneggiano e distruggono i neuroni. Il nuovo studio suggerisce che alcune delle molecole immunitarie che possono provocare l'infiammazione nel sangue possono entrare nel cervello attraverso la barriera ematoencefalica danneggiata. Ma il resveratrolo sembra rafforzare la barriera ematoencefalica, riducendo i livelli di proteine che la danneggiano. In pratica, il composto evita che le molecole immunitarie dannose di infiltrarsi nei tessuti del cervello. La riduzione dell'infiammazione ha poi rallentato il declino cognitivo dei pazienti. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato specifiche molecole del liquido cerebrospinale prelevato da pazienti con l'Alzheimer: a 19 partecipanti e' stato dato del placebo e altri 19 hanno ricevuto resveratrolo ogni giorno per un anno. Ebbene, i pazienti trattati con il resveratrolo hanno beneficiato di una riduzione del 50 per cento delle proteine in grado di abbattere la barriera ematoencefalica. "Questi risultati suggeriscono che il resveratrolo impone una sorta di controllo della folla al confine del cervello", ha detto Charbel Moussa, autore principale dello studio. "L'agente sembra bloccare le molecole immunitarie indesiderate che possono esacerbare l'infiammazione del cervello e uccidere i neuroni", ha aggiunto.