Alzheimer, la giusta luce mantiene sano il cervello. La ricerca
A New York lo studio di Lighting Research Center. Il direttore Mariana Figueiro spiega come migliorare il benessere dei malati di Alzheimer
di Paola Serristori
Mariana Figueiro, Direttore di Lighting Research Center at Rensselaer Polytechnic Institute in Troy, New York, ha verificato l’importanza di un’idonea esposizione alla luce per il benessere del cervello ed il mantenimento in salute.
Quel è l’importanza di una buona luce per la vita?
“La luce è il più importante fattore di sincronizzazione del nostro orologio biologico al tempo locale. Il ritmo circadiano, ovvero l’alternanza dei periodi sonno e veglia, è impostato sulle ventiquattr’ore. Anche se mancano le condizioni esterne, per due-tre settimane l’organismo continua ad organizzarsi con questo ritmo. Le disfunzioni compaiono quando l’intervallo di riposo non è più rispettato. Il cervello, da cui partono le funzioni organiche, ha bisogno della luce del mattino per resettare l’orologio biologico. La luce trasmette l’impulso che avverte il cervello quando è tempo di svegliarsi e quando di dormire.”
Che cosa accade se questo ciclo non viene rispettato?
“L’orologio biologico nel cervello e le normali attività quotidiane sono de-sincronizzati. Ad esempio, dopo diversi giorni si comincia a dormire a metà pomeriggio.”
Quanti giorni?
“Dopo tre giorni o più giorni di sonno disturbato compaiono i sintomi di cui parlavo. È provato che dopo anni di distruzione del sonno si verificano effetti dannosi per la salute. Meno efficienza, sonnolenza. Se questo accade per anni, come nel caso dei lavoratori che coprono turni notturni, gli effetti diventano cronici, tra cui aumento di rischio di diabete, obesità, disturbi cardiovascolari. Inoltre, se non si dorme bene per un lungo tempo aumenta il rischio di Alzheimer. Non sappiamo esattamente quanto a lungo deve protrarsi il disturbo del sonno, se già una notte incide nella regolazione biologica generale in modo significativo, ma siamo certi dell’effetto dannoso.”
I malati di demenza ed Alzheimer hanno spesso problemi di sonno: come aiutarli?
“I malati di Alzheimer hanno un particolare bisogno di dormire, poiché i problemi del sonno aumentano la depressione e l’agitazione ed anche lo stress per i familiari che li accudiscono. Le nostre ricerche scientifiche dimostrano che per dormire bene serve l’esposizione alla luce naturale diurna ed un’adeguata illuminazione degli interni per ripulire il cervello delle scorie del metabolismo che contribuiscono all’infiammazione ed alla degenerazione.”
Esattamente che cosa avete scoperto?
“Innanzi tutto che nelle case di cura si usa un’illuminazione a giorno costante per ventiquattr’ore. Noi dobbiamo intervenire per modificare questa sollecitazione al cervello. Serve più luce durante il giorno, meno durante la notte, e più luce blu. Abbiamo stimolato i malati di Alzheimer con un massiccio programma in due parti. Uno a breve termine, di 4 settimane, con volontari e gruppo di controllo con placebo di illuminazione. Coloro che hanno ricevuto le luci ricreate con tavoli su cui erano installate delle lavagne luminose, che cambiavano colore dello spettro e quantità sino alle sei del pomeriggio, con meno stimolazione nelle ore notturne, poi un periodo neutro, infine ripetevano l’esperimento con le altre condizioni luminose, miglioravano la qualità del sonno ed i sintomi collegati, depressione ed agitazione, così come per i familiari aumentava il benessere, persino l’appetito e la voglia di socializzare.”
Come avete verificato gli effetti?
“Abbiamo misurato l’attività cerebrale durante il riposo all’inizio ed alla fine, l’esposizione alla luce di ognuno, disturbi del sonno, depressione, agitazione. La seconda fase della ricerca, a lungo termine, ha seguito i pazienti per sei mesi, periodicamente sottoponendoli alle stesse misure. Abbiamo accertato che il trend positivo proseguiva in tutti i sei mesi.”
Commenti