Medicina
Alzheimer, scoperto 30 anni prima grazie a smartphone e realtà virtuale
Alzheimer, la malattia potrebbe essere individuata fino a 30 anni prima che compaiano i sintomi grazie allo smartphone e alla realtà virtuale.
Alzheimer, come individuare la malattia prima che compaiano i sintomi
L’Alzheimer potrebbe essere individuato fino a 30 anni prima che compaiano i sintomi grazie allo smartphone e alla realtà virtuale.
Alcuni scienziati stanno studiando una nuova tipologia di controllo che dovrebbe garantire un’accuratezza del 90%, rispetto all’attuale 50% dei metodi utilizzati fino ad ora per ravvisare i primi segnali della malattia.
Alzheimer, come riconoscere i sintomi grazie allo smartphone e realtà virtuale
Attraverso dei particolari auricolari, verranno testate le capacità di orientamento e di movimento nello spazio – alcune delle prime abilità colpite dall’Alzheimer e altri disturbi correlati alla demenza. Il test consiste nel fare indossare tali auricolari a un paziente, il quale inizia a muoversi all’interno di un ambiente simulato. Il completamento del compito richiede il funzionamento intatto della corteccia entorinale, quindi il team del Dr. Chan dell'Università di Cambridge ha ipotizzato che i pazienti con malattia di Alzheimer precoce avrebbero avuto difficoltà ad ultimare il test.
A tal proposito il dott. Chan ha sottolineato l’importanza di implementare questo nuovo metodo di controllo affermando che “Non si può continuare a fare diagnosi basandosi su domande e risposte che non funzionano davvero.
L’obiettivo poi sarà quello di riuscire ad integrare entro cinque anni questa tipologia di controlli in smartphone e alcuni gadget come Fitbis.
Alzheimer, sarà scoperto 30 anni prima grazie a smartphone e realtà virtuale
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel mondo sono circa 44 milioni i malati di Alzheimer. Una cifra che è destinata a raggiungere oltre 135 milioni in poco più di 30 anni. Ad oggi non è stata ancora trovata una cura, ma alcuni farmaci, soprattutto se assunti nelle fasi precoci della malattia possono rivelarsi particolarmente efficaci nel frenare alcuni sintomi.
La dott.ssa Laura Phipps di Alzheimer's Research UK ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di modi per diagnosticare prima e più accuratamente". La dott.ssa Clare Walton della Alzheimer's Society ha dichiarato: "Attendiamo ulteriori ricerche per verificarlo".