Medicina
Cipomo Day, oncologi e medici generali insieme per i malati di tumore
Oncologi e medici di famiglia si confrontano in un dialogo per una transizione integrata delle terapie che va dall’ospedale al territorio
Ogni giorno in Italia oltre mille persone ricevono una diagnosi di tumore maligno e nel nostro Paese vivono oltre 3 milioni e 600 mila persone con tumore: “Una categoria di pazienti estremamente eterogenea che annovera persone già guarite o che stanno intraprendendo un percorso verso la guarigione e quindi sottoposte a terapie chiamate ‘neoadiuvante o adiuvante’. Pazienti in follow up ed anche quanti invece devono combattere con un tumore metastatizzato, la cui guarigione diventa molto più difficile da raggiungere.
Tutte persone con bisogni estremamente diversi che hanno come unico e solo punto di riferimento le oncologie delle strutture ospedaliere”, sottolinea Cavanna.
Questo non è più sufficiente: “Dobbiamo capire come governare questo necessario percorso di ‘transizione territoriale’ -aggiunge lo specialista- come gestire il passaggio di consegne ospedale-territorio in maniera coordinata e di collaborazione continuativa tra specialista, Medico di medicina generale e un domani l’oncologo che andrà sul territorio”.
E i numeri del cancro confermano la necessità di questa sinergia. In Italia la mortalità per tumore nel 2021 è in riduzione, con una stima di 181.330 decessi nel 2021 (100.200 uomini e 81.100 donne), con un calo di 1.870 morti rispetto all’anno precedente. Anche i tassi di mortalità per tutti i tumori nel nostro Paese sono decisamente più bassi rispetto alla media europea, e nel corso degli ultimi 6 anni sono diminuiti del 9.7% negli uomini e dell’8% nelle donne.
Dati molto incoraggianti si sono registrati in particolare per il tumore dello stomaco (-18.4% negli uomini e -25% nelle donne) e del colon-retto (-13.6% e -13.2% rispettivamente in uomini e donne). Per il tumore del polmone si assiste ad una riduzione del tasso di mortalità del 15.6% negli uomini mentre, al contrario vi è un aumento del 5% nelle donne.
Anche per Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO, “si declina nella sinergia tra professionisti, nell’integrazione tra ospedale e territorio, nella continuità delle cure, una presa in carico a tutto tondo della persona. È giusto e positivo anche per la riuscita della terapia che il paziente trovi tutte le migliori competenze e prestazioni professionali laddove gli servono, sul territorio, e quando gli occorrono, senza tempi di attesa”.