Medicina
Cuore e cervello, le "cattive" emozioni possono portare all'infarto
L'intervista a Silvia di Luzio, medico specializzato in cardiologia, Senior research associate alla Northwestern University di Chicago
“Le emozioni sono molecole informazionali che creano una cascata fisio-patologica nel nostro corpo. In particolare, la paura, la rabbia, la frustrazione. Quando un essere umano è in situazione di sicurezza, con emozioni positive, dà il via libera al discernimento del cervello superiore, quello che Jung chiamava la sopramente. Quando viceversa è bloccato in emozioni basse subentra la reattività automatica della sopravvivenza. Con implicazioni patologiche di cui oggi siamo certi, se questo comportamento diventa cronico”.
Il pericolo dello stress cronico legato alle emozioni: infarti e ipertensione
“Il cervello superiore consuma molta energia, per questo in caso di pericolo viene messo in standby. Quando dobbiamo fronteggiare una situazione di pericolo entra in gioco l’amigdala, il centro della paura. Il corpo fa entrare una sorta di pilota automatico con un consumo minore di energia e automatismi di risposta già noti. Il problema non è quando ciò accade una tantum: la nostra società ci mette in situazione di costante allarme, tale da creare uno stress cronico. Il risultato è un ipertono del sistema nervoso autonomo simpatico che porta a un aumentato rischio di tachicardia, ipertensione e infarti".
La paura e la rabbia non sono innocue: l’aumento del rischio cardiovascolare era già stato evidenziato dal prof Maseri
“Il problema, come dicevo, è la cronicizzazione delle emozioni negative, ovvero dello stress. Esso attiva una cascata neurofisiologica e di conseguenza una infiammazione cronica che, nei casi di episodio circoscritto dà la forza di reagire ed è positiva. Ma quando lo stress diventa cronico l’infiammazione latente rappresenta un rischio enorme.
Il prof Maseri negli anni 90 aveva scoperto che la PCR (Proteina C reattiva) alta era un fattore predittivo dell’infarto. All’epoca non si era capito che la PCR alta era legata anche alle emozioni! Oggi sappiamo, anche grazie agli studi condotti da Heartmath, che è l’amigdala, in centro della paura, a produrre citochine infiammatorie che sono fattori di rischio cardiovascolare.
Armonia ed emozioni positive equivalgono a più salute: la intelligenza artificiale ci viene in aiuto!
Ormai gli studi di neurocardiologia ci confermano che le emozioni di basso livello vibrazionale alterano il modo di comunicare del cuore, attivano la sopravvivenza e non la modalità evolutiva ma c’è di più. Anche il solo rimuginare su fatti negativi porta allo stesso meccanismo di reattività fisio patologica!