Medicina
Diabete: con eHealth 3.0 informazioni personalizzate per medici e pazienti
In Italia la malattia riguarda 4 milioni di cittadini, nel mondo circa 400 milioni. Bel Paese fanalino di coda per la sanità digitale: appena 22 euro pro capite
La digitalizzazione in sanità stenta a decollare nel nostro Paese, anche per patologie come il diabete per le quali esistono già molti sistemi disegnati sulle necessità dei pazienti. Con appena 22 euro pro capite di spesa per la sanità digitale contro i 60 del Regno Unito o i 40 della Francia, l’Italia rimane fanalino di coda in Europa. Da Napoli partono proposte e soluzioni per affrontare una malattia che solo in Italia riguarda 4 milioni di ammalati e nel mondo 400 milioni. Le soluzioni vengono dal forum eHealth 3.0 sulla digitalizzazione e il diabete che ha visto confrontarsi docenti, specialisti e rappresentanti della Roche. Se da un lato computer e web sono già oggi usati da oltre 15 milioni di italiani tra medici e pazienti per raccogliere i dati anagrafici, stilare i piani terapeutici, coordinare le prenotazioni, dall’altro l’informatizzazione scarseggia quando si tratta di gestire i bisogni clinici della persona con diabete nella vita di tutti i giorni, nonostante si stiano sempre più diffondendo applicazioni per smartphone e tablet che spronano a raggiungere nuovi obiettivi di salute come in un gioco, tecnologie innovative per il monitoraggio continuo della glicemia con possibile condivisione istantanea dei dati col proprio medico e una cartella clinica capace di contenere tutta la storia sanitaria del paziente. Il mondo sta evolvendo velocemente verso la digitalizzazione e il futuro del diabete dovrà passare attraverso l’implementazione dalle tecnologie digitali nella pratica clinica, per arrivare anche ad una gestione ottimale della malattia e al raggiungimento degli obiettivi terapeutici, tuttora lontani per oltre il 90% dei diabetici in Europa. Le nuove tecnologie garantiscono innumerevoli vantaggi non solo per medici e pazienti ma anche per il Sistema. La quota di risorse economiche che sarebbe necessario destinare alla sanità è in continuo aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione ma i fondi disponibili sono sempre più scarsi, così la sanità digitale potrebbe essere un mezzo efficace per contenere i costi senza tagliare sulle prestazioni ma, anzi, rendendole ancora più rispondenti ai reali bisogni dei cittadini.
“La tecnologia sta rivoluzionando la medicina e il diabete è un osservatorio privilegiato per capirne il reale impatto: è infatti una patologia per la quale sono già disponibili tantissimi strumenti innovativi per la gestione dei pazienti, dai sistemi di monitoraggio glicemico in continuo ai piani terapeutici informatizzati, dai sensori indossabili alle cartelle cliniche digitali”, ha spiegato Mariano Agrusta, coordinatore nazionale gruppo di studio AMD Psicologia e Diabete. “Sappiamo che tutto questo può contribuire a migliorare la gestione della malattia, aumentando il tempo trascorso con la glicemia nella norma e quindi riducendo il rischio di eventi avversi o complicanze con un risparmio ingente di risorse economiche; dobbiamo anche chiederci però come tutto questo cambierà il rapporto medico-paziente, come si potranno gestire moli enormi di dati, come la tecnologia ci aiuterà a passare da una medicina che rispondeva a una sintomatologia a una che la prevenga e la anticipi”.
“La sfida è utilizzare i servizi digitali per una gestione a 360 gradi della patologia lungo tutto il percorso del paziente”, ha osservato Andrea Boaretto, fondatore e ceo di Personalive, start-up nata presso il PoliHub del Politecnico di Milano. “La gestione può migliorare per esempio con app che sfruttino dinamiche simili a quelle del gioco, per esempio prevedendo livelli da superare aumentando l’attività fisica, oppure con strumenti che aiutino a trovare sempre una farmacia o un medico ovunque ci si trovi, ma anche attraverso la condivisione dei propri dati sanitari col curante: in caso di ipoglicemia il paziente chiamerà sempre aiuto col telefono, ma se i medici potranno immediatamente accedere a tutti i dati sanitari che lo riguardano grazie alle risorse digitali anche i soccorsi saranno più efficienti. Lungo tutto il percorso del paziente ci sono innumerevoli occasioni in cui il digitale può fare la differenza, l’obiettivo è coglierle dando risposte adeguate e personalizzate in base alle esigenze del paziente”.
Secondo Fabio Broglio, professore associato in endocrinologia all’Università degli Studi di Torino, grazie alla digitalizzazione il medico può avere davanti a sé un quadro clinico del paziente più chiaro e immediato, in qualsiasi momento. “Questo è molto utile, soprattutto nei pazienti anziani con altre patologie da gestire visti da più di uno specialista: avere accesso ai dati digitali può ridurre il rischio di ripetere esami e prescrizioni, diminuendo anche un’evenienza pericolosa e purtroppo non inconsueta, ovvero prendere lo stesso principio attivo due volte perché prescritto con nomi diversi. Un monitoraggio dei parametri a distanza, poi, può consentire al medico di chiamare il paziente solo quando qualcosa non va e ce n’è davvero bisogno, diminuendo le visite inutili”.
La sfida della digitalizzazione è stata accolta con interesse anche da Roche Diabetes. “Crediamo che i servizi offerti dalle nuove tecnologie possano portare un valore aggiunto e decisivo nella gestione del diabete. Si tratta di una strada -ha sottolineato Massimo Balestri, ad di Roche Diabetes- che può portare a una maggiore sostenibilità del sistema salute del nostro Paese, messo a dura prova dai cambiamenti demografici in atto e dall’incremento continuo del numero di persone con diabete: anche per questo Roche Diabetes è impegnata in prima persona nello sviluppo di un ecosistema digitale aperto e integrato che permetta di far colloquiare diversi dispositivi come glucometri, sensori impiantabili, specifiche app e cartella clinica digitale, per aiutare i medici a migliorare la gestione dei loro pazienti e di conseguenza i risultati clinici, le persone con diabete a migliorare la loro quotidianità e quindi qualità di vita e, infine, a sostenere le Istituzioni nel mantenere in equilibrio economico il sistema”.