Medicina
Lotta al cancro: le Fondazioni Veronesi e Tronchetti Provera alla Statale
Al convegno “The Healthcare to come” James Allison, premio Nobel e pioniere dell’immunoterapia: “Abbiamo fatto enormi passi avanti, sono molto ottimista”.
Lotta al cancro: si è tenuto oggi all’Università degli Studi di Milano “The Healthcare to come”, il convegno organizzato da Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Umberto Veronesi, dedicato alle sfide della medicina personalizzata
Fra le prospettive più interessanti da cui guardare alla medicina del terzo millennio vi è la medicina della persona: un nuovo paradigma nel quale si cercano le soluzioni più efficaci per prevenire, diagnosticare e curare le malattie sulla base delle caratteristiche dell’individuo, come la genetica, l’ambiente in cui vive e lo stile di vita.
Medicina personalizzata, Marco Tronchetti Provera: “Il potenziale dell’intelligenza artificiale”
“Il potenziale dell’intelligenza artificiale se applicato nel campo della scienza della vita può farci fare molti passi avanti e in maniera molto rapida. Il vero ostacolo siamo noi: dobbiamo far leva sulla capacità di lavorare insieme, di connetterci per utilizzare questa potenza insieme. Con la medicina predittiva e personalizzata anche i costi si abbassano: se uniamo le forze c’è una capacità di fuoco enorme e la nostra Fondazione cercherà sempre di veicolare questo messaggio e di tenere insieme le scienze umane e le tecnologie” ha sottolineato Marco Tronchetti Provera, Presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera, che ai microfoni dei giornalisti ha altresì ribadito:” Se i diversi centri di ricerca uniscono le informazioni potremmo portare un beneficio a tutti: i sistemi sanitari possono essere impattati molto positivamente. La nostra Fondazione pone al centro la necessità di collegamento tra le diverse discipline. Dobbiamo mettere insieme le forze per la ricerca scientifica perché l’Italia ha dei talenti straordinari”.
Lotta al cancro, Poalo Veronesi al convegno “The Healthcare to Came”: “La medicina di precisione è una realtà consolidata oggi soprattutto in ambito onologico”
Poalo Veronesi, Presidente della Fondazione Veronesi, ad Affaritaliani.it ha evidenziato: “Siamo ad inaugurare la prima edizione di de ‘The Healthcare to Came’ che segue l’onda delle conferenze organizzate insieme alla Fondazione Tronchetti Provera, che mira a riportare la scienza al centro del dibattito culturale”.
“L’argomento di oggi riguarda la medicina di precisione: oggi una realtà che comincia ad essere consolidata soprattutto in campo oncologico. Quindi un meeting importantissimo dove interverrà il Premio Nobel per la medicina James Allison che ha aperto le strade alla immunoterapia”.
“Tutto questo naturalmente deve essere approfondito e non tutti i pazienti sono candidabili a questo tipo di trattamento. Verranno inoltre trattate le ultimissime terapia geniche in cui l’Italia è molto avanti e saranno affrontati i problemi etici legati alla sostenibilità di queste nuove terapie che sono molto costose”.
Sviluppata sulla spinta della genetica, della genomica e delle altre scienze cosiddette “omiche” (proteomica, microbiomica, epigenomica…), la medicina della persona, come tutta la medicina di precisione, è resa possibile grazie alle opportunità aperte dalla bioinformatica, dalle nanotecnologie e dalla rivoluzione digitale. Grazie a questi strumenti, infatti, oggi si può gestire un innumerevole quantità di dati, esplorare in profondità le caratteristiche di un ampio numero di persone, il tutto in tempi ridotti. La speranza è quella di saper governare questo complesso sistema di conoscenze per offrire le cure più efficaci e sicure possibili a un dato paziente in un dato momento, evitare i trattamenti inutili e ottimizzare gli approcci di prevenzione e diagnosi precoce.
Se fino ad alcuni decenni or sono il tema appariva futuribile, oggi la medicina della persona è realtà. I campi di applicazione clinica sono ancora circoscritti ma in crescita, la ricerca è in fermento. Si studiano bersagli molecolari per le malattie rare e i tumori, ma anche per le malattie autoimmuni, neurologiche, psichiatriche, metaboliche. E non da meno sono gli impatti che la medicina della persona può avere, per esempio, sulla sostenibilità del sistema sanitario.
Immunoterapia per contrastare il cancro: ne ha parlato il pioniere e Premio Nobel James P. Allison all’Università degli Studi di Milano
Le ricerche pionieristiche dell’immunologo statunitense, condotte presso l’ University of California di Berkeley, stanno cambiando in maniera sempre più determinante l’ oncologia.
Gli studi di Allison, che affondano le radici nella biomedicina, si sono concentrate In particolare sulla proteina CTLA-4, un freno naturale del sistema immunitario atto a bloccare la risposta immunitaria delle cellule T contro le cellule tumorali, che altrimenti verrebbero tendenzialmente eliminate dalle prime. È infatti la creazione e lo sviluppo dell’anticorpo anti-CTLA-4 la grande scoperta che ha aperto le strade verso l’immunoterapia applicata ai tumori: “Noi cerchiamo di sbrogliare il nostro sistema immunitario affinché faccia il suo compito. Molti anni fa abbiamo scoperto che nel ricettore delle cellule T esistevano degli stimoli. Le cellule T hanno il compito di identificare le cellule necrotiche, ma vengono frenate da una molecola: la proteina CTLA-4. Attraverso l’immunoterapia siamo riusciti a fare degli esperimenti: se inseriamo degli anticorpi anti- CTLA-4 il tumore cresce per un periodo breve ma poi viene eliminato. Nel 2001 fu trattata la prima paziente che dopo 18 anni è ancora viva”.
Ma la ricerca, spiega Allison, prosegue e si è ulteriormente ampliata:”Ora perché non tutti i pazienti rispondono ? Probabilmente ci sono altre molecole coinvolte, come la PD-1, che può essere contrastata con un altro anticorpo: l’anti-PD-1. Abbiamo scoperto che se utilizziamo i due anticorpi congiuntamente si attiva un meccanismo molto più potente: utilizzare insieme i due farmaci ha un effetto superiore rispetto a una semplice addizione dei due effetti.”
La terapia combinata sembra quindi essere il futuro della lotta al cancro: “Ci renderemo conto che dobbiamo ancora scoprire tanto, saranno scoperte che perturberanno la biologia cellulare. L’immunoterapia inoltre può essere usata in combinazione con la chemioterapia, prima o dopo la chirurgia o la radioterapia. Potremmo perfino arrivare a creare dei vaccini farmaceutici. Presto si avrà una combinazione ancora più personalizzata e multipla”.
“Sarà una strada lunga ma piena di soddisfazioni. Nella ricerca per contrastare il cancro abbiamo fatto tanti passi avanti dall’ avvento della chemioterapia. Il nostro obiettivo è di aumentare la curva di sopravvivenza, arrivando alla percentuale più alta possibile. Con il melanoma ad oggi siamo arrivati al 50%. Io sono molto ottimista” conclude il Premio Nobel.