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Milano, al via La Scala del dopo Meyer

Milano, al via La Scala del dopo Meyer

Un applauso che non voleva finire più, come quelli che “fanno venir giù il teatro” al termine delle grandi arie dei grandi cantanti sul palcoscenico.

Il lunghissimo e caldissimo applauso è stato quello che i partecipanti alla conferenza stampa di ieri mattina hanno tributato a Dominique Meyer, sovrintendente del Teatro alla Scala. Sovrintendente uscente dopo cinque anni, perché “a un certo punto un ministro ha deciso di mandarmi in pensione”, ha dichiarato a margine della conferenza stampa. Un ministro non nominato ma che ha un nome (Gennaro) e un cognome (Sangiuliano), colui che ha attivato il folle gioco puramente politico di scambi di poltrone che ha coinvolto l'ex direttore generale Rai (ed ex sovrintentende dell'Opera di Roma) Carlo Fuortes, il sovrintendente - prima deposto poi reintegrato - del San Carlo di Napoli Stéphane Lissner (destinatario di una giuridicamente mostruosa legge ad personam, quella del limite dei 70 anni per i sovrintendenti) e Fortunato Ortombina, che dalla Fenice di Venezia verrà a Milano al posto di Meyer. Una catena di obbrobri giuridici, politici e culturali che Alberto Mattioli ha descritto e denunciato con la sua penna sferzante nel suo ultimo libro “Destra maldestra” (Chiare Lettere).

"Sono una persona fortunata, ho diretto i più grandi teatri del mondo. Vado in pensione dalla Scala, va bene, ma la vita va avanti, tra poco annuncerò dove andrò, vado con piacere ad aiutare un'altra istituzione", ha detto Meyer in conferenza stampa, proseguendo: “ Sto molto bene, sono un uomo felice, sereno e gioioso”.

Il sovrintendente lascerà nel 2025 e al suo posto arriverà Ortombina, ma non è ancora chiaro quando: febbraio 2025, come scadenza naturale del suo incarico o agosto 2025, appena prima di compiere 70 anni (limite previsto dalla ricordata “normativa Fuortes”). "Vedremo; d'altra parte, onestamente, mi hanno fatto aspettare due anni e mezzo per darmi il risultato di queste discussioni, quindi possono aspettare qualche mese che io dia la mia risposta". "Io faccio il mio lavoro - ha aggiunto - poi a un certo punto partirò gentilmente e con cortesia, come ho sempre fatto. Sono contento che Fortunato Ortombina sia il mio successore: nella vita hai sempre un predecessore e un successore e sono felice che Fortunato sia il mio successore".

Più chiara la posizione di Riccardo Chailly, che resterà direttore musicale fino al 2025 (sue le due prossime inaugurazioni del 7 dicembre); a succedergli è stato indicato Daniele Gatti, ma la nomina ufficiale dipenderà da Ortombina quando sarà formalmente in carica. Quanto al direttore del Corpo di ballo Manuel Legris, non avendo avuto notizia sul suo contratto, ha dichiarato di considersi in scadenza l'anno prossimo; qualcuno dice che sia in  arrivo Roberto Bolle. 

Il sovrintendente ha ripercorso i suoi anni alla Scala: “Qui ho spesso dovuto indossare gli abiti di sovrintendente e meno quello di direttore artistico, perché era necessario. Abbiamo iniziato col Covid e ci sono state conseguenze fino a poco tempo fa. L’ultimo spettacolo spostato è stato Simon Boccanegra, in scena nel febbraio scorso. Una persona che ha fatto questo percorso non ha diritto di lamentarsi di niente. È stato un piacere e ringrazio per tutto. Sono consapevole di lasciare dietro di me una Scala modernizzata e preparata alle sfide del futuro”. 

“Alla Scala” ha detto ancora rivolto a tutti i collaboratori e protagonisti del teatro “sono stato accolto, la squadra è diventata una famiglia. Vi ho chiesto molto. Abbiamo rinnovato la Scala da capo a piedi. Abbiamo fatto un bel lavoro”.

Il teatro ha chiuso il 2023 con un utile di 8,7 milioni e un accantonamento di 5 per preparare il futuro trasloco dei magazzini. Il patrimonio è passato da 109 a 132,7 milioni. Gli incassi della biglietteria sono passati da 27 a 34 milioni in un anno (anche grazie all'interruzione “della pessima abitudine di svendere a prezzo di favore i biglietti all'ultimo minuto”), con altissimi tassi di riempimento sala: 94% per la sinfonica, 90% per l'opera e 89% per il balletto. Le sponsorizzazioni sono arrivate a 38 milioni. Cresciute anche le erogazioni liberali: da 3 milioni nel 2018 a circa 6 l'anno scorso. A tutto questo si aggiunge il rinnovamento del sistema informativo, la creazione della Scala.Tv e l'impegno per la sostenibilità: “Abbiamo risparmiato più del 20 per cento del consumo energetico”, ha precisato Meyer.

In prima file c'era la senatrice a vita e melomane Liliana Segre. Non c'era – assenza notata da tutti - il presidente della Fondazione Teatro alla Scala, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, rappresentato dall'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. Chissà, forse il sindaco aveva il dentista...

LA STAGIONE 2024/2025

Pubblichiamo di seguito un'ampia sintesi del programma della stagione 2024/25.

Il titolo inaugurale è La forza del destino, che ha inaugurato la Stagione una sola volta nel 1965. Poi c'è la grande impresa del Ring des Nibelungen, che torna al Piermarini con due titoli in stagione diretti da Christian Thielemann, e pieno di fiducia è lo slancio verso la musica d’oggi che porta il teatro a presentare in prima assoluta due commissioni a due importanti musicisti del nostro tempo: Francesco Filidei e Silvia Colasanti. Da segnalare infine la scelta di riportare a Milano Norma, l’opera che Bellini che dalla Scala manca dal 1977. 

I titoli d’opera sono quattordici, come l’anno scorso, otto dei quali sono nuove produzioni cui si aggiunge una produzione del Covent Garden nuova per Milano, e otto quelli di balletto. La stagione sinfonica propone sette programmi per un totale di 21 serate, cui si aggiungono le dieci della stagione della Filarmonica, tre concerti straordinari, sei orchestre ospiti, quattro recital pianistici, sette recital di canto e i concerti da camera della domenica mattina nel Ridotto, senza dimenticare le due opere per bambini e ragazzi e il palinsesto di concerti-spettacolo per famiglie e bambini. 

L’OPERA

L’inaugurazione e il repertorio  italiano

Riccardo Chailly inaugura la Stagione 2024/2025 con una nuova produzione de La forza del destino, il suo nono titolo verdiano alla Scala, con la regia di Leo Muscato, che manca dalla stagione del centenario verdiano del 2001, quando fu portata alla Scala dai complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ma Orchestra e Coro scaligeri non la eseguono dal 1999. Sarà verdiano anche il secondo appuntamento della Stagione: Falstaff diretto da Daniele Gatti in una ripresa del leggendario allestimento “padano” di Giorgio Strehler, mentre Norma di Bellini torna sotto la bacchetta di Fabio Luisi. Le riprese includono anche Tosca di Puccini nell’allestimento di Davide Livermore con il ritorno sul podio di Michele Gamba, La Cenerentola di Rossini della versione di Ponnelle diretta da Gianluca Capuano per il Progetto Accademia, e Rigoletto con Marco Armiliato e la regia di Mario Martone. Frutto di una coproduzione internazionale è l’allestimento della donizettiana Fille du régiment di Laurent Pelly, diretta da Evelino Pidò. Grande attesa infine per Il nome della rosa, prima assoluta di Francesco Filidei diretta da Ingo Metzmacher in uno spettacolo di Damiano Michieletto. 

Il  viaggio  della  Tetralogia 

La Tetralogia torna a vivere alla Scala con un direttore di riferimento come Christian Thielemann e la regia di David McVicar, a dieci anni dall’edizione diretta da Daniel Barenboim con la regia di Guy Cassiers. Dopo Das Rheingold presentato nell’autunno del 2024, il 2025 vede in scena Die Walküre e Siegfried, mentre per il 2026 sono previste le esecuzioni di Götterdämmerung e di due cicli completi. 

Il  ritorno  di  Norma

Torna per la prima volta dopo il 1977 Norma di Vincenzo Bellini - diretta da Fabio Luisi con la regia di Olivier Py e Marina Rebeka protagonista. 

La Scala  barocca

Negli ultimi anni il Teatro alla Scala ha intrapreso per la prima volta un percorso sistematico alla riscoperta delle radici italiane del melodramma. Dopo le proposte veneziane (con La Calisto di Cavalli e L’Orontea di Cesti) e napoletane (con Li zite ‘ngalera di Vinci), nel 2025 presenta l’incontro tra due tra i maggiori poeti italiani, Pietro Metastasio e Ranieri de’ Calzabigi, con il céco di casa a Venezia Florian Leopold Gassman, compositore di corte di Giuseppe II e maestro di Salieri. La sua Opera seria, presentata a Vienna nel 1769 e qui diretta da Christophe Rousset in una nuova produzione di Laurent Pelly, è un’irresistibile satira dell’ambiente teatrale dell'epoca. 

Una prima assoluta, anzi due 

Con la prima assoluta de Il nome della rosa, l’opera tratta dal romanzo di Umberto Eco commissionata a Francesco Filidei dalla Scala insieme all’Opéra di Parigi e portata sulla scena da Damiano Michieletto, il Piermarini torna al centro del panorama internazionale della musica d’oggi. Il nome della rosa, diretto da Ingo Metzmacher, è la terza opera del compositore dopo Giordano Bruno e L’inondation. Ma la Stagione 2024/2025 vede nascere un altro titolo in prima assoluta, Anna A. di Silvia Colasanti su libretto di Paolo Nori sulla poetessa Anna Achmatova. Per la prima volta infatti il Teatro alla Scala ha commissionato una nuova opera esplicitamente pensata per un pubblico di adolescenti.   

Il  repertorio  europeo 

Alla rinnovata attenzione per il repertorio italiano corrisponde una serie di importanti nuove produzioni dedicate al repertorio europeo. Oltre al Ring, anche un nuovo Evgenij Onegin di Čajkovskij con Mario Martone e Margherita Palli, con il giovane Timur Zangiev sul podio. A fine stagione la Scala produce un nuovo allestimento di Così fan tutte che segna il debutto sul podio di Alexander Soddy e il ritorno di Robert Carsen. Dopo i primi anni unicamente consacrati al repertorio di casa, Riccardo Chailly torna a dimostrarsi direttore dal repertorio amplissimo e multiforme e riprende il dittico di pagine di Kurt Weill formato da Die sieben Todsünden e Mahagonny Songspiel e presentato in tempo di pandemia arricchendolo di una nuova produzione di Happy End, sempre firmata da Irina Brook.   

Il  progetto  Accademia 

Come ogni anno la realizzazione di un titolo della Stagione scaligera è affidato agli allievi dell’Accademia, guidati da un maestro di grande esperienza. Nel 2025 i solisti del Corso di perfezionamento per cantanti lirici e i giovani musicisti dell’Orchestra dell’Accademia riportano in scena sotto la guida musicale di Gianluca Capuano la leggendaria Cenerentola, forse il più efficace tra gli storici spettacoli rossiniani con cui Jean-Pierre Ponnelle diede il via alla Rossini-renaissance insieme a Claudio Abbado. La regia è ripresa da Federica Stefani.

BALLETTO

La crescita del Corpo di Ballo sotto la guida del Direttore Manuel Legris ha portato la produzione coreutica al centro dell’attività artistica del teatro. Nuovo pubblico, nuovi nomi a partire dalla prima ballerina étoile Nicoletta Manni. 

Il 2025 si apre con la ripresa più attesa nel periodo natalizio: Lo schiaccianoci nella coreografia di Rudolf Nureyev con lo storico allestimento di Nicholas Georgiadis, alla Scala dal 1969. Sempre di Nureyev torna in scena Il lago dei cigni nel mese di luglio. È invece un debutto per la Scala Paquita, nuova produzione in omaggio a Pierre Lacotte; scomparso nel 2023, considerato uno “specialista” nella ricostruzione di balletti del repertorio romantico, diede nuova vita a questo balletto all’Opéra di Parigi nel 2001 e che ora per la prima volta permette alla Compagnia scaligera di avere una Paquita in repertorio. Sul fronte contemporaneo, a febbraio/marzo la Compagnia è impegnata nella prima assoluta di Carmen nuova creazione di Patrick de Bana sulle musiche di Rodion Ščedrin con la partecipazione della étoile Roberto Bolle, incastonata in un trittico che vede la ripresa del gioiello coreografico di Angelin Preljocaj Annonciation e Solitude Sometimes di Philippe Kratz. Aprile vedrà il debutto scaligero di Edward Clug con Peer Gynt. A due grandi del Novecento saranno dedicati i mesi autunnali: settembre e ottobre nel nome di  John Neumeier con il trittico Aspects of Nijinsky, che vedrà per la prima volta alla Scala la sua originale lettura di tre capolavori Le Pavillon d’Armide, Petruška e L’après-midi d’un faune, simboli del fermento creativo dei Ballets Russes e dell’astro più splendente di questa rivoluzionaria avanguardia; in novembre la Serata William Forsythe – The Blake Works, che nel 2023 proprio alla Scala ha portato a coronamento un progetto settennale di esplorazione nel tessuto musicale di James Blake. 

A questa programmazione si aggiunge anche per il 2025 il Gala Fracci, che giungerà alla sua quarta edizione; ad ogni Stagione questo evento permette di rendere omaggio alla danza nel nome della grande étoile e di convogliare sempre più in questa serata, accanto a pietre miliari del repertorio, uno sguardo al nuovo e alla creatività contemporanea. Lo stesso spirito anima anche lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, tradizionale appuntamento scaligero dei giovani allievi.

CONCERTI 

Ricchissimo il panorama dei concerti. Se la Stagione Sinfonica, aperta da Simone Young, schiera direttori e direttrici come Riccardo Chailly (impegnato nella prima esecuzione italiana del finale della Nona di Bruckner ricostruito da John Phillips), Daniele Gatti (con la Decima di Mahler ricostruita da Deryck Cooke), Susanna Mälkki (con Eine Alpensinfonie di Strauss), Tugan Sokhiev (che dirige la Missa solemnis di Beethoven) e Lorenzo Viotti (con la Sesta di Mahler), i Concerti Straordinari includono la Petite Messe solennelle con i complessi scaligeri diretti da Daniele Gatti, la versione in forma di concerto dell’opera della giovinezza milanese di Mozart Mitridate re di Ponto con Les Talens Lyriques e Christophe Rousset e Les Indes Galantes con la Cappella Mediterranea diretta da Leonardo Garcìa Alarcón.

Le Orchestre ospiti offrono sei appuntamenti nella prossima Stagione. All’ispirazione religiosa delle Cantate di Bach dirette da Sir John Eliot Gardiner e della Johannes-Passion che segna il debutto di Raphaël Pichon con la sua Orchestra Pygmalion fanno da contraltare la Jupiter di Mozart e Il nuovo mondo di Dvořák con i Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti. Due illustri Maestri si presentano con le Orchestre di cui hanno da poco assunto la direzione: Sir Antonio Pappano con la London Symphony Orchestra e Daniele Gatti con la Staatskapelle Dresden, mentre l’Accademia di Santa Cecilia esegue Mozart e Brahms guidata da Kirill Petrenko. Sono cinque gli appuntamenti con i Recital di Canto: già a novembre Ludovic Tézier è accompagnato al pianoforte da Julius Drake; si ascoltano poi Joyce DiDonato, accompagnata da Craig Terry, Matthias Goerne con Maria João Pires, Asmik Grigorian con Hyung-Ki Joo e Erwin Schrott insieme al pianista Alessandro Amoretti. Infine, il ciclo dei Grandi pianisti alla Scala ospita nel 2025 Nikolay Lugansky, Mitsuko Uchida, Igor Levit e Jan Lisiecki.  

LA SCALA PER I RAGAZZI 

L’offerta del Teatro alla Scala per bambini, ragazzi e famiglie si è sviluppata in questi anni nel senso di una maggiore differenziazione dell’offerta, per generi e per età. Opere per bambini e ragazzi sia di repertorio sia appositamente commissionate, concerti, spettacoli per i più piccoli, concerti-conferenze per i più grandi formano un palinsesto ragionato per intercettare esigenze, curiosità, interessi e passioni di una fascia di pubblico composita e diversificata. Nel repertorio operistico si privilegiano titoli composti appositamente per il pubblico più giovane, come Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten nella regia di Lorenza Cantini cui si affianca nel 2025 la commissione a Silvia Colasanti dell’opera per adolescenti Anna A., su libretto di Paolo Nori, dedicata alla figura di Anna Achmatova. Anche per i concerti, l’autore e regista Mario Acampa ha pensato diverse formule a seconda delle fasce d’età. I più piccoli potranno assistere alla quarta stagione della “serie” teatrale Le avventure di Lalla & Skali, mentre per gli adolescenti c’è il ciclo di appuntamenti per Lavoratori e Studenti trasformati in lezioni-concerto condotte dallo stesso Acampa. 


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