Milano
Autonomia, 23 competenze trasferibili. Lombardia: sì (con riserva) di Pd e M5S
Primo consiglio regionale dopo il voto del referendum sull'autonomia. Maroni: nessuna secessione morbida. Gentiloni: disposti a fare passi avanti
Autonomia, 23 materie trasferibili alla Regione: il primo consiglio regionale dopo il voto di domenica
Raffaele Cattaneo: "Ventitre materie trasferibili? Occorre individuare le priorità". Maroni: nessuna secessione morbida. Gentiloni: disposti a fare passi avanti
Maggiore autonomia per la Regione Lombardia: dopo l'esito del referendum di domenica, si riunisce oggi il consiglio regionale, già chiamato a trasformare in azioni operative la dichiarazione di intenti espressa nel quesito referendario. Riflettori dunque puntati sulle 23 materie trasferibili alle Regioni in base agli articoli 116 e 117 della costituzione, su ognuna delle quali il governatore Roberto Maroni ha intenzione di chieder maggiore liberà di azione. Venti sono di competenza concorrente tra Regione e Stato ed interessano anche il coordinamento della finanza pubblica e tributario, tre sono attualmente di esclusiva competenza statale.
Le prime venti materie sono: Rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; Commercio con l'estero; Tutela e sicurezza del lavoro; Istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; Professioni; Ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; Tutela della salute; Alimentazione; Ordinamento sportivo; Protezione civile; Governo del territorio; Porti e aeroporti civili; Grandi reti di trasporto e di navigazione; Ordinamento della comunicazione; Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Le altre tre materie riguardano: Organizzazione della giustizia, limitatamente ai giudici di pace; Norme generali sull'istruzione; Tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.
Non è un mistero che Maroni vorrebbe ottenere più poteri anche sul fronte della sicurezza, mentre per quanto riguarda il tema del residuo fiscale, il Movimento Cinque Stelle ha anticipato battaglia in consiglio regionale, bollando come una "balla" da parte di Maroni la possibilità di trattenere tali risorse in Lombardia.
Commenta il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo: "Se il referendum ci ha dato mandato di trattare su tutte le 23 materie possibili, dovremo anche fare una graduatoria delle priorita'. E questo lavoro lo vogliamo fare non solo in Consiglioregionale, ma anche consultando tutti i soggetti che animano la societa' lombarda". Cattaneo prevede che, dopo consultazioni con le associazioni di categoria e la riunione con il Consiglio degli enti locali del 15 novembre, si giungerà ad approvare una risoluzione di trattativa con il governo, che si deve esprimere entro 60 giorni: "Alla fine, servira' il voto del Parlamento che richiede ampi consensi. Quindi mi auguro che sapremo allargare il consenso sulla nostra risoluzione anche a chi non ha sostenuto o e' stato tiepido con il referendum. A noi in interessa il risultato, non solo sventolare la bandiera dell'autonomia ma arrivare a un'autonomia concreta, responsabile. Nessuna deriva catalana". E sui Cinque Stelle: se bloccassero i lavori sarebbe "una deriva fascista non condivisibile".
MARONI: NESSUNO STATUTO SPECIALE PER LA LOMBARDIA
“Il nostro quesito non prevede lo statuto speciale, quindi, anche volendo, non potrei intraprendere questo percorso. Rispetto ovviamente le scelte di Zaia e lo sosterro’ in questa sua iniziativa, vedremo se riusciremo a fare una trattativa comune, perche’ mi pare che il Governo abbia gia’ detto che non e’ disponibile a discutere sullo Statuto Speciale”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questa mattina, conversando con la stampa al suo arrivo alla cerimonia di inaugurazione della 54* edizione di Smau, a Milano. “Noi partiamo oggi in Consiglio regionale con la nuova strada, che e’ quella di fare una risoluzione per dare attuazione agli articoli 116 e 117, perche’ questo dice il nostro quesito referendario e siamo vincolati a quello, ovviamente – ha spiegato il presidente -. Anche a me piacerebbe avere la Lombardia a Statuto Speciale, ma il nostro quesito dice un’altra cosa e io mi attengo a quello”. “Noi parliamo di ‘Specialita” della Regione, non di ‘Statuto Speciale’, ma di ‘Lombardia Speciale’, – ha precisato il presidente – e’ la cosa su cui voglio insistere, perche’ e’ una terza via tra la Regione a Statuto Ordinario e la Regione a Statuto Speciale: una ‘via lombarda’. Se la Lombardia venisse riconosciuta come ‘Regione Speciale’, potrebbe avere comunque grandi benefici, anche senza diventare una Regione a Statuto Speciale, perche’ questo richiederebbe una modifica costituzionale”.
"ZAIA HA FATTO BENE, MA LA NOSTRA STRADA E' DIVERSA"
“Zaia fa benissimo a fare quello che fa – ha aggiunto – e gli auguro davvero che il Veneto diventi una Regione a Statuto Speciale, ci siamo sentiti e gli ho detto che la nostra e’ una strada diversa, ma non e’ una critica, e’ la realta’, il nostro quesito e’ una specie di manifesto, che parla di ‘Lombardia Speciale’, nel quadro dell’Unita’ nazionale e cita gli articoli della Costituzione, il loro e’ diverso”. “Oggi in Consiglio regionale diro’ che faremo una serie di incontri con gli stakeholder e gli Enti locali, ho gia’ sentito il presidenti Brivio e Mottinelli, – ha spiegato Maroni -, ci vedremo non appena sara’ depositata in Consiglio regionale la risoluzione di attuazione e verra’ indicata da loro una delegazione: voglio andare a trattare con una squadra, perche’ non intendo fare io da solo con Gentiloni o il Governo la trattativa, ma di organizzare un percorso istituzionale, molto dettagliato, con tavoli tematici su macroaree, che raggruppino le materie. Dovremo quindi costituire una squadra che rappresenti la Lombardia e’ cominciamo oggi. “Ci diamo tempo due, tre settimane al massimo – ha concluso il governatore – e sono gia’ d’accordo con Gentiloni e Bressa: appena siamo pronti, loro sono pronti. Sono felice che oltre tre milioni di Lombardi mi sostengano, faro’ valere questo grande peso democratico”.
AUTONOMIA, MARONI: "NESSUNA SECESSIONE MORBIDA"
"Il nostro quesito chiedeva tre cose molto precise: il riconoscimento della 'specialita'' della Regione Lombardia, che non vuol dire 'Statuto speciale'. Questo, nel 'quadro dell'unita' nazionale'. Terza cosa, a differenza del Veneto, abbiamo fatto riferimento all'articolo 116 della Costituzione, che per me significa piu' autonomia. Punto". Lo ha precisato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se, come hanno sostenuto certi giornali oggi, dietro ai referendum autonomisti di domenica ci sia il tentativo di avvisare una sorta di 'secessione morbida'. "Non esiste questa ipotesi - ha ribadito il governatore - e' solo la polemica di qualcuno che si ostina a non voler capire".
MARONI: "RENZI? RAVVEDIMENTO OPEROSO"
"Renzi mi pare sia in campagna elettorale, quindi va bene tutto. Ha capito che il suo partito ha sbagliato a mantenere una posizione molto chiusa nei confronti del referendum in Lombardia. Si chiama 'ravvedimento operoso'". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, conversando con i cronisti a Palazzo Pirelli. Io comunque, ha aggiunto, "sono disponibile a discutere con tutti. Ad esempio - ha ipotizzato - visto che alla fine di questo percorso dovra' esprimersi anche il Parlamento, si potrebbe pensare a coinvolgerlo fin da subito, magari attraverso la commissione bicamerale sul Federalismo fiscale. Perche' no, ragioniamoci. Credo - ha sottolineato il governatore - si stia aprendo una prospettiva molto interessante. Io ci credo, voglio investire nella trattativa con il Governo. E' una cosa seria, se riusciamo ad arrivare ad un accordo prima della campagna elettorale, sono felice. I tempi ci sono".
AUTONOMIA, L'INTERVENTO DI MARONI IN CONSIGLIO REGIONALE
Tra le competenze su cui le Regioni possono negoziare piu' autonomia dallo Stato c'e' il "coordinamento del sistema tributario". Lo ha ricordato Roberto Maroni, nel suo intervento in Consiglio regionale lombardo. "E' un tema affascinante, interessante, intrigante: anche qui vorrei darmi lo spettro piu' ampio possibile - ha proseguito il governatore lombardo -. La Regione deve essere incaricata di gestire il proprio sistema tributario, coordinandosi col Mef e le agenzie delle entrate, per avere vantaggi diretti o indiretti, per esempio abbassare la pressione fiscale che significa abbassare il gettito ma dall'altra parte piu' assunzioni e investimenti
"Chiedo di completare al massimo entro tre settimane" il percorso che portera' il Consiglio regionale ad approvare la risoluzione che dara' il via alla trattativa col governo per chiedere maggiore autonomia in Lombardia. Cosi' Roberto Maroni, nel suo intervento in aula. "Il presidente del Consiglio mi ha detto che, appena siamo pronti, non aspettera' 60 giorni a convocare il tavolo", ha aggiunto il governatore lombardo. "Chiedo al consiglio di mettere nella risoluzione" che avviera' il negoziato col governo "tutte le 23 materie" per le quali si puo' richiedere maggiore autonomia e la richiesta "anche di risorse, non solo legate alle competenze'", ha affermato Maroni. "Chiedo di farlo in tempi rapidi", ha sollecitato.
Il governatore ha poi chiesto all'aula di "individuare una rappresentanza consiliare che segua" insieme a lui la trattativa con Palazzo Chigi. "Gentiloni immaginava di raggruppare le materie in quattro-cinque macroaree e sono d'accordo", ha sostenuto. "Per fare questo abbiamo bisogno di competenze e persone capaci, prendendole da tutti i settori della societa' lombarda", ha affermato, spiegando di aver chiesto una disponibilita' al primo presidente di regione, Piero Bassetti, al rettore della Bicocca, Cristina Messa e al presidente di Unioncamere, Giandomenico Auricchio. "Credo che sia utilissima una rappresentanza di tutte le forze politiche presenti in Consiglio e voglio aggiungere anche rappresentanti del mondo dell'associazionismo", ha concluso.
MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE: SI' CON RISERVA A LAVORARE CON MARONI
Dai gruppi di maggioranza e opposizione del Pirellone e' stata espressa la disponibilita' 'con riserva' a lavorare insieme a Roberto Maroni in vista della trattativa con Palazzo Chigi per ottenere maggiore autonomia per la Regione Lombardia. L'apertura e' stata data nel corso del dibattito che ha fatto seguito alle comunicazioni del governatore lombardo sull'esito del referendum di domenica. Maroni ha chiesto al Consiglio di approvare una risoluzione che dia il via alla trattativa in cui si chieda che il negoziato riguardi "tutte le 23 materie" su cui e' possibile chiedere maggiore autonomia. Nella risoluzione, ha domandato Maroni - senza porre condizioni sul tema, caro alla Lega, del residuo fiscale -, si chiedano "piu' risorse" e la competenza sul "coordinamento del sistema tributario". Oltre all'ok, scontato, dei partiti di maggioranza, ovvero Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, e' arrivato il via libera di massima anche dal partito democratico e Movimento 5 stelle. "Maroni, che fa politica dai tempi della prima Repubblica, sa che costruire una trattativa cosi' complicata ha bisogno di un fronte largo: pensare di portare a casa il risultato senza la presenza del principale partito lombardo sara' difficile", ha affermato il segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri, parlando coi giornalisti.
"Se quella di Maroni e' una proposta condivisa, noi ci siamo - ha continuato Alfieri -. Se il ragionamento di Maroni e' 'Queste sono le 23 competenze: prendere o lasciare', noi non parteciperemo: la scelta sta a lui". "Parlo a nome di tutti: e' una posizione condivisa anche dai sindaci" del Pd che hanno sostenuto il 'si'' al referendum, ha precisato Alfieri. "Senza di noi la Lega rischia di andare a sbattere come in passato". Disponibilita' anche dai 5 stelle. "Siamo contenti che Maroni non abbia citato in aula il tema del residuo fiscale come fondante" nella trattativa, ha affermato il consigliere Stefano Buffagni. "Noi siamo contrari" a rivendicazioni sul residuo fiscale, ha continuato, "ma assolutamente favorevoli alla discussione sul tema del coordinamento della finanza pubblica". "Siamo disponibili a trattare nel merito", ha chiarito il consigliere dei 5 stelle, che hanno sostenuto il 'si'' al referendum. Buffagni ha pero' espresso perplessita' sulla delegazione trasversale e aperta a esponenti della societa' lombarda che Maroni vorrebbe coinvolgere nella trattativa. "Sul pullman qualche dubbio ce lo abbiamo", ha detto. Ok con riserva anche dalla consigliera di Insieme, Chiara Cremonesi, contraria al referendum. "A patto che ci sia serieta' e venga lasciata da parte la demagogia, ci siamo", ha affermato Cremonesi, dopo aver criticato i problemi e i costi del voto elettronico. "Se e' la seconda parte di quello che abbiamo visto nel primo tempo mi viene da dire 'Fatevelo voi'", ha pero' avvertito.
LA POSIZIONE DELLE ALTRE FORZE POLITICHE
"Con il massimo rispetto per chi e' andato a votare, resto convinto che questo referendum fosse inutile, costoso, generico e tardivo. Ora occorre ripartire da dove eravamo due anni e otto mesi fa e 55 milioni di euro fa. Noi ci siamo, se da qui in avanti si smette di fare propaganda e si affronta il tema in modo serio e approfondito", ha affermato il capogruppo del Patto Civico, Roberto Bruni. Sul fronte della maggioranza, per la Lega, Massimiliano Romeo ha dato la "piena disponibilita' a trattare con le minoranze". Ma, ha avvertito, solo "a partire" dall'idea che la trattativa deve riguardare "tutte le materie". Mentre il capogruppo della Lista Maroni, Stefano Bruno Galli, ha insistito sulla necessita' di mettere sul tavolo il tema divisivo del residuo fiscale. Per il capogruppo di Forza Italia, Claudio Pedrazzini, il referendum e' stato la "dimostrazione che gli elettori non hanno creduto agli improbabili parellelismi con la Catalogna". "L'invito che Forza Italia fa - ha aggiunto, rivolto a Maroni - e' a fare uno sforzo unitario, cercando di richiamare anche le altre Regioni che hanno mostrato disponibilita'". Per Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato, ha sottolineato come "la strada di avere piu' interlocutori possibili sia la migliore: quella scelta da Maroni del coinvolgimento". "Sulla specialita' sono d'accordo col governatore: la strada che noi scegliamo deve essere diversa da quella del Veneto", ha affermato. In conclusione di dibattito, il presidente del Consiglio, Raffaele Cattaneo, intervenuto dai banchi del suo partito (Alternativa popolare), ha ringraziato Maroni per la "scelta di un percorso istituzionale" e per non aver intrapreso "altre strade" simili a quello del Veneto.
GORI: "ATTEGGIAMENTO DI MARONI APPREZZABILE, MENO LA POSIZIONE SULLE 23 MATERIE"
"L'atteggiamento 'costituzionale' tenuto nel corso del dibattito di oggi dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e' apprezzabile e costituisce una positiva novita' rispetto ai contenuti e ai toni piu' propagandistici che hanno caratterizzato la sua campagna referendaria. Le posizioni di oggi ricalcano quelle che i sindaci del centrosinistra impegnati per il 'si'' hanno costantemente espresso nel corso di questi mesi di campagna per la 'vera autonomia' della regione Lombardia".? Cosi' Giorgio Gori, in una nota. "E' positivo anche che il presidente Maroni abbia preso le distanze dalla linea espressa ieri dal governatore del Veneto Luca Zaia, e che abbia manifestato la volonta' di affrontare un percorso condiviso con le altre regioni, a partire dall'Emilia Romagna". "Non convince invece - avverte il sindaco di Bergamo - la richiesta di trasferimento 'in blocco' di tutte le 23 materie, accompagnata dall'idea di concludere il processo in poche settimane, dietro la quale non si legge un'adeguata riflessione sulle specificita' e sulle priorita' della Lombardia, e che appare come un atteggiamento piu' che altro negoziale: si chiede tutto, frettolosamente, per ottenere, forse, qualcosa" "Questo - conclude - non e' nella mia cultura amministrativa, ed e' un atteggiamento molto poco lombardo. Si lavori piuttosto, nei tempi necessari, su alcuni nuclei di competenze in modo pragmatico, coinvolgendo in profondita' le istituzioni e le rappresentanze economiche e sociali della nostra regione, e dimostrando che c'e' un progetto complessivo per la Lombardia. Se cosi' sara', sono sicuro che i sindaci ci saranno".