Milano
Boeri non va ai domiciliari, ma l'Italia perde un pezzo in più
Non c'è niente di cui essere felici a Milano per l'evoluzione della vicenda della gara Beic che vede coinvolto Stefano Boeri. Un talento che la città ed il Paese rischiano di perdere. Il commento
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Stefano Boeri in Tribunale
Boeri non va ai domiciliari, ma l'Italia perde un pezzo in più
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E quindi, per Stefano Boeri niente domiciliari. La vicenda è quella della gara Beic, nella quale non si ravvisa alcuna corruzione, intendiamoci bene, nella gestione della commissione di gara da parte di Boeri che ne era presidente. Non c'è da gioirne, anzi. Non c'è niente di cui essere felici ad essere milanesi, in giorni come questi. Un posto, Milano, dove per una riconosciuta archistar internazionale si chiede l'arresto a un anno e mezzo dall'inizio delle indagini, (ma dove siamo, in Bolivia? E i boliviani forse dovrebbero pure querelarmi...) e poi malgrado il giudice non li abbia concessi, si insiste a buttare palate di fango su Boeri, come dovremmo definirlo?
L'interdizione a Boeri? Fa ridere: è lui che non vorrà più lavorare in Italia
Di più: il gip interdice Boeri dal far parte di altre commissioni e dal lavorare con la pubblica amministrazione per un anno. Mi viene da ridere: qui chi ci perde non è mica Boeri, ma lo Stato. Dubito che l'architetto voglia far parte di una qualunque commissione, d'ora in poi. Andrà a costruire e progettare e sognare in Cina, o in giro per il mondo, e noi avremo perso comunque una persona visionaria e con idee. Magari con limiti nelle procedure, magari senza una visione avvocatesca del mondo, ma eccellente nel suo lavoro. Va bene così, ce lo meritiamo. Anzi, va male così. Ma ai fini di una guerra che a Milano si continua a consumare, giorno dopo giorno, in vista delle prossime elezioni, le vittime ci sono ogni giorno e cadono, facendo finire nella polvere teste pensanti che alla fine mancheranno alla città. Che si crede ancora regina d'Italia, non accorgendosi che non lo è più, e che della sua nobiltà di pensiero e d'opera non rimangono che le opere fatte proprio dalle teste pensanti che sono rotolate e dalle altre che resistono, ma impaurite e scoraggiate.