Milano
Non potevo permettermi casa a Milano. Poi ho ereditato...
Gli stipendi delle generazioni X e Y non bastano a sostenere il costo dell'abitare a Milano. Non è un segreto che molti possano permettersi di acquistare o stare in affitto solo grazie al contributo della famiglia. Ecco alcune storie

Non potevo permettermi casa a Milano. Poi ho ereditato...
"Non ho potuto frequentare la Bocconi, diversamente da altri miei amici. Ma i risparmi dei miei genitori sono stati fondamentali per versare la caparra e pagare i lavori di ristrutturazione della mia prima casa a Milano, in Precotto. Poi è venuta a mancare una lontana parente di cui eravamo i familiari più prossimi..." La storia di Giovanni, 38 anni, è simile a quella di tanti altri milanesi della Generazione Y e Z. Donne e uomini che lavorano - e sodo - in città. Ma che, se dovessero sostenere con le proprie sole forze i costi abitativi milanesi, condurrebbero una vita di mera sussistenza. Poi, complice quel collo di bottiglia generazionale che sta favorendo il più grande trasferimento di denaro nella storia del Paese, le prospettive per molti finiscono per cambiare, aprendo a scenari insperatamente favorevoli. Un fenomeno che sta interessando tutti i Paesi più ricchi e che qualcuno ha ribattezzato "Ereditocrazia". Ne abbiamo parlato QUI.
"Puoi sbatterti quanto vuoi. Ma se non c'è alla base una ricchezza di famiglia..."
Genitori insegnanti, residenti a Novara. L'università a Milano, la stanza in affitto. Poi i primi lavori, una compagna. E il desiderio di una casa. Giovanni, partita Iva in una agenzia di comunicazione, prosegue il suo racconto: "Con la scomparsa dei miei nonni materni, mia madre, figlia unica, ha ereditato la loro casa a Novara e un'altra casa a Finale Ligure che i suoi genitori erano riusciti ai tempi ad acquistare. Vendendo la casa di Novara, i miei hanno potuto aiutarmi nell'acquisto della mia casa in Precotto". Ma è la scomparsa di una zia alla lontana ad espandere ulteriormente le prospettive. "Aveva lavorato in una compagnia assicurativa tutta la vita ma non aveva mai messo su famiglia, le siamo stati vicini noi nei suoi ultimi anni". L'eredità, pur se divisa con altri parenti, è cospicua. Giovanni sceglie di vendere la propria casa - che in soli due anni si è nel frattempo rivalutata del 25% - e di andare a vivere in affitto. I suoi genitori tengono parte dell'eredità della zia investendo in polizze in vista della vecchiaia, ma una parte è girata a Giovanni, che a sua volta investe diversificando in polizze, piani di accumulo, microinvestimenti. Il ramo familiare paterno comprende uno zio, fratello del padre, che non ha figli. Ed è proprietario di una casa a Novara e di un'altra abitazione in Puglia. Altri immobili che, la speranza è ovviamente quanto più in là nel tempo, saranno destinati a Giovanni. "Sono pienamente consapevole della mia fortuna. La verità è che puoi sbatterti quanto vuoi ma se non c'è alla base una ricchezza di famiglia certi risultati sono impossibili. Non ho voluto pesare sui miei genitori ai tempi dell'università. Niente Bocconi e niente master. Quando ero piccolo, non si andava quasi mai fuori a mangiare al ristorante. Mai avuto una Play-station. Crescendo capisci anche il senso e il valore di tutti i loro sacrifici".
"Le vacanze da bambini erano solo nella casa in Liguria di famiglia. Ora io e mio fratello abbiamo comprato a Milano"
E questo è un elemento che ricorre in tanti altri racconti: i baby-boomers hanno beneficiato di una irripetibile convergenza economica che ha consentito loro di accedere alla casa senza particolari sforzi. Ma sono generalmente stati anche dei grandi risparmiatori. "Le vacanze estive le facevamo esclusivamente nella casa al mare dei nonni materni a Ventimiglia", è il ricordo di Cristina, 35 anni. Ma è soprattutto dal nonno paterno che è giunto il sostegno maggiore. Già ai tempi in cui i genitori di Cristina e del fratello maggiore Alessandro, 43 anni, presero casa a Buccinasco. Poi il nonno, rimasto vedovo da lungo tempo, ha potuto sostenere anche i due nipoti nel prendere una prima casa per entrambi, sempre nell'hinterland sud milanese. La possibilità di trasferirsi a Milano città ha coinciso con gli anni in cui sia il nonno che il padre sono venuti a mancare: "Ora sia io che mio fratello Alessandro abbiamo una nostra famiglia e una nostra casa a Milano. Ma senza questo supporto famigliare sarebbe stato molto più complicato. Il mutuo è di importo contenuto grazie alle risorse dei nostri familiari. Dalla vendita della mia casa in provincia e con quello che è avanzato delle eredità ho scelto di comprare un monolocale in zona Primaticcio che ho messo in affitto per avere una rendita aggiuntiva rispetto allo stipendio".
I genitori che puntano tutte le fiches sugli studi universitari dei figli
Ma spesso per il "grande salto" non bisogna passare attraverso la scomparsa dei propri cari. Il momento in cui molte famiglie decidono di puntare forte sui propri figli è quello dell'iscrizione all'università. Milano attrae numerosi studenti non solo dal proprio hinterland, ma da tutta Italia. Nuovi milanesi con alle spalle padri e madri che hanno risparmiato sino a quel momento, per dare la spinta necessaria alla carriera dei figli. Mariaelisa, 42 anni, è ad esempio nata e cresciuta in Calabria. Figlia di medici, è venuta a Milano a studiare Medicina. E dai genitori ha avuto in dote un bilocale senza mutuo in zona Wagner. Simile la storia di Tommaso, che pure appartiene ad un'altra generazione avendo solo 24 anni. Cresciuto a Bari, è giunto a Milano per lavoro, assunto in una società di consulenza. I suoi genitori hanno potuto sostenerlo acquistando un quadrilocale in zona Bignami. Ma lui si accontenta di vivere in una stanza e ha messo in affitto le altre tre per avere una rendita.
Ci sono naturalmente anche i milanesi da generazioni. Valeria, 40enne impiegata in una grande azienda, ha avuto dieci anni fa 40mila euro dai suoi genitori con i quali versare l'anticipo per un bilocale a NoLo. La stessa somma l'ha ricevuta suo fratello Massimo, libero professionista 35enne, cha ha scelto un monolocale sui Navigli. Poi lui è andato a vivere nelle Marche, ma ha tenuto la casa milanese dandola in affitto. Mentre Valeria ha recentemente venduto il suo bilocale, che in dieci anni si è rivalutato di 70mila euro. Anche grazie a questa plusvalenza, ha potuto comprare un trilocale con il suo compagno in zona San Siro. E' anche dall'intrecciarsi di queste tante piccole storie comuni che la Milano di oggi e di domani sta prendendo forma.