Milano
Milano, il cinema Orfeo non proietta il film su Liliana Segre. Il gestore: "Solo paura di contestazioni, non sono antisemita"
Il gestore del cinema di viale Coni Zugna risponde alle polemiche: "Non ho niente contro gli ebrei ma non voglio i contestatori”
Milano, il cinema Orfeo non proietta il film su Liliana Segre. Il gestore: "Solo paura di contestazioni, non sono antisemita"
Il cinema Orfeo di Milano ha sollevato un'accesa polemica quando il gestore ha rifiutato di proiettare Liliana, il docufilm di Ruggero Gabbai dedicato a Liliana Segre, testimone e sopravvissuta alla Shoah. Gabbai ha raccontato l’accaduto dal palco del teatro Dal Verme durante la prima milanese del film, a cui la stessa Segre ha assistito. Il regista ha rivelato che il direttore del cinema, situato in zona Solari, ha preferito declinare l’offerta di proiezione a causa di timori legati alla sicurezza, che lui stesso ha definito una forma di “paura razziale.” La scelta, collegata agli ultimi episodi di violenza e tensione internazionale, come l'aggressione a un gruppo di tifosi israeliani in Europa, ha suscitato sconcerto e ha messo in evidenza le nuove paure che limitano l’espressione culturale. "È la prima volta che un cinema rifiuta un nostro evento per questioni razziali," ha commentato Gabbai, sottolineando l’urgenza di non lasciarsi sopraffare dalla cultura dell’odio e della paura.
Le reazioni: da Sala un appello alle responsabilità culturali
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, è intervenuto durante l'evento per offrire il suo sostegno a Liliana Segre e lanciare un monito alla città. Rivolgendosi alla senatrice, Sala ha affermato: "I tempi sono difficili, ma Liliana dovrà continuare a lottare per la nostra identità democratica." Sala ha descritto Segre come “la guida morale di Milano” e ha ribadito la necessità di mantenere vivo il dialogo e il ricordo, per contrastare la diffusione della propaganda di odio. In risposta, il gestore del cinema ha cercato di chiarire la sua posizione, spiegando di non avere “nulla contro gli ebrei” ma di aver agito per paura di danni e contestazioni, vista la situazione delicata.