Milano

Cociancich (IV): “Majorino ha sciolto l’equivoco: il Pd è radicale, noi siamo riformisti”

di Stefano Marrone

Il Coordinatore regionale di Italia Viva risponde “ossessioni del centro” degli alleati Dem, “ma senza porre veti”. “Sala vuole moderati di centrosinistra? Moderato è un termine di centrodestra, noi siamo riformisti”. L'intervista

Cociancich (IV): “Majorino ha sciolto l’equivoco: il Pd è radicale, noi siamo riformisti”

L’analisi della sconfitta in Liguria ha generato ossessioni nel centrosinistra. Anche metafore immaginifiche sul cosiddetto Campo Largo. Per Roberto Cociancich: “Dopo la Liguria, è un maglioncino che esce dalla lavatrice: bisognerà capire quanto si è ristretto”. Il Coordinatore regionale di Italia Viva risponde all’analisi della sconfitta del pur alleato dem Majorino. “Parlando di ossessione della sinistra per il centro ha tolto ogni equivoco: gli elettori riformisti ora sanno che il Pd è un partito radicale”. Cociancich fa un distinguo anche in merito alle dichiarazioni di Beppe Sala sul centrosinistra che sara: “Moderato è un termine di centrodestra, noi siamo riformisti”. L’intervista. 

Senatore Cociancich, qual è la sua “analisi della sconfitta” in Liguria?

La débâcle in Liguria si origina dal fatto che il cosiddetto Campo Largo si è improvvisamente ristretto. È accaduto che i veti imposti da Giuseppe Conte siano stati accettati dal candidato del centrosinistra Andrea Orlando un po’ troppo supinamente. Così vince la destra, purtroppo.

Possiamo dire che Orlando ha perso per la Liguria “per un Renzi”?

Per anni mi sono sentito dire che i personalismi hanno fatto il male della politica, pertanto non entro nel merito dei dissidi tra i leader. Quello che è chiaro è che il veto imposto a Italia Viva è risultato determinante, visto il modesto scarto tra Bucci e Orlando. L’assenza imposta all’area riformista è pesata come un macigno su quel singolo punto di distanza tra centrodestra e centrosinistra. 

Dalla Liguria rischia di partire una valanga sulle future alleanze del centrosinistra?

Il Campo Largo è come un maglioncino in una lavatrice: dopo la Liguria si è ristretto, e ora bisognerà capire se è possibile allargarlo. Dal canto nostro, abbiamo fatto già da tempo un passo avanti coraggioso. Matteo Renzi ha ribadito - con un’intervista al Corriere dello scorso 19 luglio - la nostra appartenenza al campo del centrosinistra. Ci siamo sempre stati e lo abbiamo ribadito con convinzione. Abbiamo scontato anche internamente questa scelta di campo: con Marattin (insieme con Campiotti e Scalpelli a Milano) che hanno lasciato il partito per avere mani più libere. Un gesto di grande trasparenza. 

E con gli alleati, quali sono i rapporti? Come commenta le parole del dem Pierfrancesco Majorino sull’ossessione della sinistra per il centro?

Mi sembra che Majorino abbia sgomberato il campo da un equivoco. Sostanzialmente, dice che la sinistra deve fare la sinistra. I moderati che hanno voluto votare il Pd, leggendo queste dichiarazioni, ora sanno che il Pd non vuole dare rappresentanza all’area riformista.  Mi sembra che Majorino rinunci ai riformisti per guardare all’area radicale. Ed è giusto che sia così: i riformisti si guarderanno intorno, consapevoli che il Pd non è più casa loro. 

Siete voi la “forza moderata del centrosinistra” invocata dal sindaco Sala?

“Moderato” è un’espressione ambigua, storicamente più afferente all’area conservatrice di centrodestra. È un termine che non ci rappresenta: noi siamo per una sinistra riformista. A Milano ha una tradizione importante, che parte dai tempi di Turati e Kuliscioff. Noi riformisti abbiamo appoggiato Sala e il centrosinistra in ogni iniziativa ed elezione. Se oggi il Pd non raccoglie il nostro contributo, ne pagherà le conseguenze. Come accaduto in Liguria. 

In Lombardia e a Milano continuerete a guardare al Pd e al centrosinistra, Movimento 5 Stelle permettendo?

Sicuramente proveremo a stare col centrosinistra, come abbiamo sempre fatto. Discuteremo coi nostri alleati per trovare candidati con un approccio compatibile a una sinistra riformista. Quello che è certo è che il Movimento 5 stelle – che mentre si perdeva la Liguria, discuteva del “vitalizio” di Beppe Grillo – non avrà più la forza di ostracizzare nessuno in Italia. Noi siamo già oggi pronti a lavorare per una candidatura più credibile possibile, senza veti. Ci piace ragionare a favore, non contro. 







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