Milano
Drug checking regionale, Usuelli: "Così il 37% dei clienti rinuncia"
Drug checking nei luoghi del divertimento finanziato con 100mila euro da Regione Lombardia, Usuelli (+Europa) spiega perchè si tratta di una iniziativa efficace
Drug checking regionale, Usuelli: "Il 37% dei clienti rinuncia"
Drug checking: dopo l'articolo di Affaritaliani.it Milano, il consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli torna a commentare l'emendamento al bilancio da lui presentato e approvato in Consiglio con il quale la Regione investe 100mila euro per iniziative volte a valutare la qualità della sostanza stupefacente acquistata dai consumatori nei pressi dei luoghi del divertimento. E spiega, con una nota co-firmata da Barbara Bonvicini, della direzione nazionale di Radicali Italiani, perchè si tratta di una iniziativa, a discapito delle apparenze, in grado di contrastare con efficacia il consumo di droga.
Drug Cheching, la lettera di Usuelli
Vesto simbolicamente i panni dell'Acchiappafantasmi per sconfiggere con metodo scientifico il carattere "paranormale" che Fabio Massa, nel suo articolo del 24 gennaio su Affaritaliani.it Milano, attribuisce al mio emendamento al Bilancio lombardo, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, per finanziare con 100mila euro azioni di drug checking nei luoghi del divertimento. Non c'è nulla di anormale nel provare a gestire il consumo di sostanze con azioni che riducano il rischio di compromettere la salute di chi comunque le avrebbe assunte, perché la "droga", che sia "buona o cattiva", c'è e viene consumata. Non c'è nulla di "paranormale" neanche nel far valere quella autonomia regionale che permette di sopperire alle mancanze del governo centrale: dal 2018, infatti, è stata inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) la "Riduzione del Danno", ovvero quell'insieme di politiche, programmi e prassi che mirano a ridurre le negative conseguenze sulla salute, sociali ed economiche, derivate dall'uso di droghe legali od illegali, senza ridurre necessariamente il consumo di droga.
Da oltre due anni le Regioni attendono le linee guida del Ministero della Salute che definiscano quali pratiche assolvono questo compito. Il drug checking è uno dei metodi: idoneo, anonimo, gratuito, innovativo e attrattivo per i consumatori: E’ un'iniziativa che per la prima volta fu finanziata in Europa con fondi del “pericolosissimo” Programma Giustizia della UE che prevede fuori da una discoteca, a fianco dell’analisi chimica delle sostanze psicoattive, una consulenza individuale, volta tanto ad attivare meccanismi di auto-tutela da parte degli stessi consumatori, quanto a monitorare le New Psychoactive Substance (NSP) circolanti nel nostro Paese e della diffusione di informazioni per le possibili contromisure di tutela (49 NPS scoperte solo nel 2018, secondo l'ultima Relazione al Parlamento). In Italia il progetto è stato gestito dal “temibile” Gruppo Abele.
L'unica cosa sicuramente anormale è il risultato, visto che la prima ed unica sperimentazione ufficiale del Drug Checking in Italia, condotta nel contesto dei progetto europeo denominato BAONPS (Be Aware on Night Plasure Safety), riporta che nel 37% dei casi i consumatori hanno deciso di non assumere il composto acquistato perché la sostanza è risultata diversa, a volte più pericolosa, da quella che credevano fosse. Nessuna pratica proibizionista ha mai portato ad una percentuale così alta di immediata rinuncia al consumo. L'unica iniziativa di contrasto alle consumo di sostanze dell'ex ministro Salvini nella sua ossessiva "war on drugs" è stato inviare 26mila agenti con cani antidroga nelle scuole, trasformando i luoghi preposti all'insegnamento e all'istruzione in una "riserva naturale" di politiche repressive, il cui unico, dubbio, risultato è stato incrementare del 400% le segnalazioni di minorenni all'autorità giudiziaria.
Non è la prima volta che la Giunta lombarda mostra di praticare l’autonomia anche rispetto alle segreterie di partito, per intraprendere, appunto, in autonomia pratiche di buon governo, approvando proposte del gruppo Più Europa-Radicali: la richiesta di coltivare la cannabis terapeutica in territorio lombardo,superando il monopolista militare perché i pazienti non impazziscano a trovare il farmaco; il finanziamento a UNFPA per l’acquisto di contraccettivi a lunga durata di azione per facilitare l’accesso alla salute sessuale delle donne più povere al mondo; offerta di contraccezione gratuita a chi abortisce, per ridurre le recidive di interruzione di gravidanza; la possibilità di donare il proprio corpo da morti alla scienza, invece di doverli importare dall’estero per 11,000 euro a cadavere; la pillola abortiva è passata a regime di day Hospital, invece di un ricovero di 3 giorni; non obbligare la donna a veder sepolto il suo feto, ma lasciando scegliere ai genitori. Questa giunta ha saputo addirittura dare un parere favorevole ad una nostra proposta sulla zonizzazione della prostituzione. Tutti temi scomodi, respingenti, come il drug checking, ma che con il metodo scientifico, radicale, il dialogo, l’approfondimento e la competenza, sono stati accolti in questi 2 anni da Regione Lombardia. Abbiamo bisogno anche di una buona destra, ed di una opposizione “di governo” che aiuti a migliorare il lavoro della giunta. Non tutti, anzi molti pochi assessori e consiglieri regionali di questa destra in Regione Lombardia accuserebbero cittadini al citofono. Restano avversari con cui lavorare, non amici, non nemici. In cuor loro, quasi tutti, mi paiono molto meglio del loro capitano, che strumentalizza tutto e non sa approfondire mai un bel niente.
Drug checking, l'articolo di Affaritaliani.it Milano del 24 gennaio (LINK QUI)
A volte ci sono delle cose che superano il paranormale. A fine dicembre in consiglio regionale, come ci informa MilanoToday, è passato un emendamento di Michele Usuelli di +Europa. Che cosa dice questo emendamento? Che la Regione stanzia 100mila euro per finanziare il "drug checking" fuori dalle discoteche e da altri luoghi di divertimento. Che cos'è il drug checking? E' molto semplice: è un test che "valuta" che cosa c'è dentro una sostanza stupefacente che si è acquistata. In pratica, Regione Lombardia avrebbe deciso di finanziare un test per capire se in discoteca si è comprata roba buona o roba non buona. Come se, peraltro, uno che si piglia una pasticca in discoteca prima di mettersela sulla lingua o di fumarsi una qualche sostanza, andasse fuori dalla discoteca, facesse un test chimico, e poi decidesse di calarsela o no. Io dico che è una roba paranormale. Non solo per chi, come il consigliere che l'ha proposta, essendo radicale, coerentemente va sulla propria linea, ma anche per l'assessore Martina Cambiaghi che ha dato parere positivo. Secondo quanto risulata ad Affaritaliani.it Milano, come è ovvio, la Regione userà i 100mila euro stanziati per una campagna contro l'uso delle droghe, che siano "buone" oppure no.