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Milano
Evasione fiscale, Pivetti in aula: il giallo della vendita di tre Ferrari

Evasione fiscale, Pivetti in aula: il giallo della vendita di tre Ferrari

Nuovi sviluppi in tribunale nel processo che vede imputata a Milano per evasione fiscale e autoriciclaggio per una serie di operazioni commerciali l'ex presidente della Camera Irene Pivetti. Nella giornata di martedì in aula ha spiegato:  "Non ero più interessata a quelle auto, mi era stato detto che non erano adatte come auto da corsa, ma solo per prestigio o da museo, il mio obiettivo era fornire un progetto di 'racing' e quindi servivano vetture più adatte e meno male che quell'acquisto non venne perfezionato".

Pivetti, Isolani e la compravendita di tre Ferrari Granturismo

Al centro delle accuse, come ricostruisce Ansa, la compravendita di tre Ferrari Granturismo che sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. A giudizio davanti alla quarta sezione penale, assieme all'ex presidente della Camera, ci sono il pilota di rally ed ex campione di Gran turismo Leonardo 'Leo' Isolani, la moglie Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e un altro imprenditore, Candido Giuseppe Mancaniello. Nell'inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf e coordinata dal pm Giovanni Tarzia, è stato ipotizzato un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del 2016 del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al Fisco (aveva un debito di 5 milioni di euro) alcuni beni, tra cui le tre Ferrari.

I dubbi del pm sulla ricostruzione di Pivetti ed il misterioso cliente cinese

Pivetti ha aggiunto: "Io non ho fatto una 'due diligence' sui conti di Isolani perché non ho acquistato un'azienda", Il suo obiettivo sarebbe stato di vendere ad un "cliente cinese un progetto di racing". Il pm ha mosso contestazioni di fronte alle risposte dell'ex esponente leghista. "Faccio fatica a seguirla - ha detto Tarzia - perché noi il contratto lo abbiamo e in quel contratto con il cinese ci sono le tre Ferrari, mentre lo sviluppo della cultura del racing non c'è scritto. Il cinese - ha proseguito il pm - sottoscrive con lei un contratto in cui ci sono le tre Ferrari e lei non gliele dà". L'imputata ha replicato: "Il cinese ha acquistato altre Ferrari, quelle non le ho consegnate perché non erano determinanti". Riguardo ad Isolani, Pivetti ha detto: "Non conoscevo i suoi debiti e lui non era il mio interlocutore". Nel corso dell'esame in aula il pm ha contestato anche a Pivetti che lei diventò, nell'ambito delle operazioni al centro dell'inchiesta, "creditrice di quasi 10 milioni di euro nei confronti di una sua società e nel giro di 8 mesi". Il processo andrà avanti a febbraio.

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