Milano
Furti in case di lusso a Milano, presa la "banda degli arrampicatori"
I tre ladri festeggiavano dopo i colpi con champagne e limousine. La refurtiva non è stata ritrovata
Furti in case di lusso a Milano, presa la "banda degli arrampicatori"
Due serbi (di cui un minorenne) e un romeno sono stati fermati dalla polizia di Milano come indiziati di delitto per diversi furti in appartamento nelle zone del centro. Alla banda, ridenominata "degli arrampicatori", gli agenti della seconda sezione della squadra Mobile sono arrivati dopo l'ennesima rapina in abitazione commessa lo scorso gennaio, con sequestro di persona, ai danni di un'anziana signora rimasta in balia dei malviventi per circa un'ora. I tre indagati, dopo i colpi messi a segno, andavano a festeggiare in discoteca con champagne e cocktail, noleggiando limousine. Le ricerche della Mobile hanno portato a individuarli all'interno del campo nomadi di via Monte Bisbino a Baranzate (alle porte di Milano).
Lo schema era sempre lo stesso: due pali ai lati dell'abitazione prescelta e un ladro che si introduceva in casa con mosse da acrobata, arrampicandosi sulle canaline pluviali. Un metodo infallibile quello elaborato dalla "banda degli arrampicatori" che ha messo a segno - secondo l'ipotesi degli investigatori della Mobile, guidati da Marco Cali' - almeno due colpi da oltre 400mila euro ciascuno a gennaio. Al termine dei furti i tre festeggiavano affittando limousine per raggiungere i locali della movida al centro di Milano. "L'uomo ragno" della banda e' Mile Djordjievic, 29 anni, serbo; il palo piu' esperto e' il rumeno Marian Catalin Busuioc, 20 anni; il terzo elemento della banda e' un 17enne serbo. Tutti e tre sono stati presi dagli agenti - coadiuvati dai colleghi del commissariato Quarto Oggiaro e del Reparto prevenzione crimine - nel campo nomadi di via Monte Bisbino all'alba di venerdi' mattina. Qui si e' arrivati monitorando tutti gli ingressi delle auto in Area C (la Ztl di Milano) l'11 gennaio, quando i tre commettono una rapina in casa in zona San Babila, pieno centro citta' a due passi dal Duomo. L'auto entra nella Ztl intorno alle 19:30 (ma gia' nei giorni precedenti si era avvicinata per i sopralluoghi) e i tre arrivano nel cortile della casa da svaligiare intorno alle 11 (lo rivelano le immagini interne ed esterne dell'abitazione). Il serbo entra nel grande appartamento su due piani, di proprieta' di un commerciante di diamanti, e individua la cassaforte, non aspettandosi che in casa ci fosse la proprietaria, una 81enne. Il tentativo di furto si trasforma presto in rapina: l'anziana viene chiusa in bagno per circa un'ora e poi costretta ad aprire la cassaforte: il ladro porta via gioielli e Rolex per circa 500mila euro. Poi la fuga.
Dopo la denuncia inizia l'attivita' investigativa, partendo dall'analisi di circa 200mila targhe transitate in centro quel giorno: solo una risulta sospetta, perche' intestata ad una donna residente in via Monte Bisbino, sede del campo Rom. In aiuto agli investigatori arriva anche l'intercettazione di una telefonata effettuata da parte di uno dei due piu' giovani del gruppo ad un noleggiatore di limousine, quella notte stessa: i due chiamano per farsi accompagnare con l'auto di lusso dal campo di Baranzate fino ad una discoteca del centro, con corredo di bottiglie di champagne per festeggiare il colpo grosso. L'identificazione avviene poi anche attraverso Facebook: nel profilo del serbo compare una ferita alla mano, compatibile con lo sfondamento di un vetro. In effetti la notte dell'11 gennaio, dopo essersi arrampicato agilmente, si ferisce lasciando delle tracce di sangue. Sara' il Dna, analizzato dalla Scientifica, a dare la prova certa che gli autori della rapina sono proprio loro, fino a quando, stamattina, quando il fermo di pm e' stato convalidato dal gip, non hanno deciso di confessare. Nessuna speranza tuttavia di trovare la refurtiva: in base ai movimenti seguiti dagli investigatori, i tre si sono spostati tra Francia e Romania piu' volte negli ultimi mesi per mandare gli oggetti di valore trafugati su canali di ricettazione internazionale. Le indagini proseguono: il forte sospetto dei poliziotti della Mobile e' che siano proprio loro gli autori di un recente colpo grosso in via Raffaello Sanzio, ma soprattutto della maxi rapina da 400mila euro in via Vincenzo Monti del 3 gennaio, quando il proprietario, tornato dalle vacanze, si trovo' la cassaforte forzata con la fiamma ossidrica e completamente svuotata.