Milano

I consigli comunali e regionali e i dossier che vanno oltre l'Ucraina

A Milano e in Lombardia c'è spazio per qualcosa d'altro oltre la guerra in Ucraina, fatto salvo il pacchetto di misure che bisogna prendere per accogliere?

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di Fabio Massa

Fare i propri interessi. Legittimamente, correttamente, senza levare niente a nessuno, senza offendere nessuno. Se la politica capisse che questa è la strada maestra, forse avremmo una politica migliore. Anche a livello locale. Oggi la politica, sempre a livello locale, si sta occupando solo della guerra in Ucraina. E' giusto? Da un certo punto di vista sì: preparare l'accoglienza, iniziare a pensare che cosa fare con i profughi, sono cose giustissime. Peccato che il governo, ad oggi, non abbia incaricato le istituzioni locali di fare alcunché. Sono le Prefetture che devono stare in prima linea. C'è un commissario, che dovrà indicare la rotta. Bene prepararsi e fare il possibile, ma forse non basta.
E allora si torna all'inizio: qual è l'interesse dei cittadini milanesi e lombardi? Domanda nuova: a Milano e in Lombardia c'è spazio per qualcosa d'altro che sia la guerra in Ucraina, fatto salvo il pacchetto di misure che bisogna prendere per aiutare ed accogliere? Io penso di sì. E penso altresì che continuare a rimandare temi fondamentali, sia a livello di consiglio regionale che a livello di consiglio comunale, non faccia bene alla politica stessa.
Qualche esempio. Mentre i consiglieri comunali si fanno le dirette video e i selfie con la bandiera ucraina, mentre si sta sviluppando in seno al consiglio comunale uno stucchevole dibattito sulle droghe leggere libere o no (roba che non è di competenza comunale), il progetto San Siro rimane là, fermo con le quattro frecce. I club l'hanno detto chiaro e tondo: facciamo in fretta, oppure addio. Ma niente, non pare ci siano passi avanti. Un altro esempio? La Pedemontana Lombarda. Da troppi anni sta là, in preda a mille convulsioni societarie, ad arbitrati e altro: quando ci svegliamo a finirla? Un altro esempio? Le case popolari, e qui c'entrano sia Regione che Comune: ci avevano promesso una gestione condivisa, poi non se ne è fatto nulla, e adesso tutto tace: forse i consigli se ne potrebbero occupare? E ancora: i medici di base, competenza statale. Si è affievolito il Covid, pare. Siete andati, cari consiglieri, a bussare con forza alla porta di Roberto Speranza, sperando che sia vigile e non addormentato sul tema, per chiedergli come è finita con i medici di base? Li assumiamo? Rivoluzioniamo il sistema? La risposta - la dico io - è no: Speranza non cambierà nulla. Eppure sui territori nessuno se ne occupa. Poi però frigneranno, i consiglieri, quando mancheranno i medici di base in questo o quel quartiere. Va tutto bene, tuttavia, non preoccupatevi. Il selfie con la bandiera ucraina l'abbiamo visto, su Facebook. Fate tutti parte dell'esercito dei buoni.

 

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