Milano
I due nodi della nuova lista di Sala: Regione e sanità privata
Milano in Salute è una lista che va a inserirsi nel dibattito sulla sanità che il Coronavirus e il Recovery hanno reso caldissimo
I due nodi della nuova lista di Sala: Regione e sanità privata
Il nodo è il rapporto con la sanità privata. Il nodo è il rapporto con la Regione. Beppe Sala evita accuratamente che entrambi finiscano - almeno per adesso - nel pettine. Così, presentando la lista "Milano in salute" spiega di essere "per la sanità pubblica ma non è nella mia cultura essere contro la sanità privata, che pure nel passato è stata fin troppo favorita". Parole mediane, che scontenteranno un po' la sinistra, ma non troppo, e che non spaventano la sanità privata, che peraltro è di competenza regionale. Ecco, appunto, la competenza regionale. Non vuole far polemica, Beppe Sala. C'è solo l'intenzione di avanzare proposte sulla riforma di legge 23, la disastrosa Legge Maroni che ha distrutto la sanità di territorio.
Quali? A suo tempo le avanzò Samuele Astuti, e il piano pare quello. Ma l'operazione politica della lista civica capeggiata da Marco Fumagalli, consigliere uscente, è furba: andare a inserirsi nel dibattito sulla sanità che il Coronavirus e il Recovery hanno reso più che caldo, caldissimo. Il problema è che tutti gli addetti ai lavori sanno che - a parte i temi della prevenzione, dell'urbanistica (ad esempio, ambulatori di prossimità) e dell'ambiente (che sulla salute influisce) - altre competenze il Comune non ne ha e non ne può avere. Una lista elettorale, dunque. Anche perché i cittadini, di competenze e giurisdizioni poco sanno. Sanno invece capire quando qualcuno sembra interessarsi a qualcosa che a loro interessa. Ed è questo l'unico motivo che sta alla base della lista presentata oggi nella splendida cornice della Fondazione Stelline di Milano.
fabio.massa@affaritaliani.it