Milano

Il 50% di ictus e infarti si può evitare: lo studio dell'Uni Insubria

a cura della redazione

I risultati dello studio sono stati pubblicati il 26 agosto sul New England Journal of Medicine e si basano sui dati di 1.5 milioni di persone provenienti da 34

Il 50% di ictus e infarti si può evitare: lo studio dell'Uni Insubria

 Sovrappeso, pressione alta, colesterolo alto, fumo e diabete mellito sono responsabili di più della metà delle malattie cardiovascolari e di circa il 20 per cento della mortalità generale. Su questi elementi però si può intervenire in modo efficace, soprattutto con gli stili di vita. A dimostrarlo è una ricerca condotta su scala mondiale dagli scienziati del Global Cardiovascular Risk Consortium, coordinati dall’Heart & Vascular del Medical Center Hamburg-Eppendorf (Uke) e dal Centro tedesco per la ricerca cardiovascolare (Dzhk), con il contribuito del Centro ricerche in Epidemiologia e medicina preventiva (Epimed) dell’Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Medicina e Chirurgia.

I risultati dello studio sono stati pubblicati il 26 agosto sul New England Journal of Medicine e si basano sui dati di 1.5 milioni di persone provenienti da 34 paesi

I risultati dello studio sono stati pubblicati il 26 agosto sul New England Journal of Medicine e si basano sui dati di 1.5 milioni di persone provenienti da 34 paesi. Le malattie cardiovascolari sono responsabili di circa un terzo dei decessi a livello mondiale, e sono la prima causa di morte in Italia, con circa 230.000 morti l’anno. Sebbene obesità, pressione arteriosa, colesterolo, fumo e diabete siano stati identificati da tempo come fattori di rischio, prima di questo studio la proporzione di malattie cardiovascolari a loro attribuibili non era stato del tutto chiarito.

Licia Iacoviello: "Lo studio mostra chiaramente che più della metà degli infarti e degli ictus sono evitabili attraverso il controllo di questi 5 fattori di rischio modificabili"

Licia Iacoviello, professore ordinario di Igiene e Sanità Pubblica, direttrice del Centro Epimed e co-autrice dello studio, spiega: "Lo studio mostra chiaramente che più della metà degli infarti e degli ictus sono evitabili attraverso il controllo di questi 5 fattori di rischio modificabili. I risultati sono quindi di grande importanza per rafforzare la prevenzione in quest’area. Allo stesso tempo, il 45% circa degli eventi cardiovascolari ha cause diverse da queste, un gap che deve essere da stimolo per l’intera comunità scientifica ad intensificare gli sforzi di ricerca".

Il Global Cardiovascolar Risk Consortium ha valutato i dati a livello individuale di 1.5 milioni di persone che hanno preso parte a 112 studi

Il Global Cardiovascolar Risk Consortium ha valutato i dati a livello individuale di 1.5 milioni di persone che hanno preso parte a 112 studi di coorte e provengono dalle otto regioni geografiche Nord America, America Latina, Europa occidentale, Europa orientale e Russia, Nord Africa e Medio Oriente, Africa subsahariana, Asia e Australia. L’obiettivo dello studio era quello di acquisire una migliore comprensione della distribuzione globale, del significato dei singoli fattori di rischio e dei loro effetti sulle malattie cardiovascolari e della mortalità complessiva al fine di ricavare misure preventive mirate.







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