Milano
Lavoro a Milano: le donne guadagnano in media il 23,8% in meno degli uomini
L'indagine della Camera del Lavoro Metropolitana su dati INPS, ISTAT e Sviluppo Lavoro Italia SpA: gender gap ancora evidente a Milano

Lavoro a Milano: le donne guadagnano in media il 23,8% in meno degli uomini
Il reddito medio giornaliero di una lavoratrice milanese è di 112,9 euro, mentre quello di un lavoratore uomo sale a 148,2 euro. Il divario retributivo tra i due generi si attesta al 23,8%, un valore che rappresenta il gender gap nella città metropolitana di Milano e che supera di oltre tre punti percentuali la media nazionale. Lo rende noto la Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, sulla base di elaborazioni condotte su dati INPS, ISTAT e Sviluppo Lavoro Italia SpA.
Il gender pay non è solo una ingiustizia economica
Le stime, precisa la CGIL milanese, sono state effettuate tenendo conto di tutti i fattori che incidono sulla formazione del reddito, tra cui la maggiore presenza femminile in settori con salari più bassi, l’elevata incidenza del part-time rispetto al tempo pieno e la sottoqualificazione professionale rispetto al titolo di studio posseduto. A conferma di ciò, le donne laureate disoccupate rappresentano il 22%, mentre la stessa condizione tra gli uomini si ferma al 5,5%. "Il lavoro precario, il part-time involontario e le discriminazioni nei percorsi di carriera non sono una scelta individuale, ma una condizione imposta da un sistema che continua a penalizzare le donne", denuncia la CGIL. "Un gender pay gap del 23,8% non è solo un’ingiustizia economica, ma dimostra come il lavoro femminile venga ancora considerato meno strategico e meno meritevole di riconoscimento".
Il part-time: una condizione involontaria del lavoro femminile
A metà del 2023, le donne occupate nella città metropolitana di Milano erano 713.491, portando il tasso di occupazione femminile al 67%, un dato superiore di 15 punti rispetto alla media nazionale, ma ancora inferiore di quasi 10 punti rispetto agli uomini milanesi. In Italia, lo stesso divario di genere raggiunge i 18 punti percentuali. Il 42,8% delle lavoratrici possiede un diploma di laurea o un titolo post-laurea, contro il 30,6% degli uomini. Tuttavia, il part-time continua a caratterizzare in modo strutturale l’occupazione femminile: delle 255.000 persone con contratti a tempo parziale, 191.084 sono donne, pari al 75% del totale. Per due terzi di loro, si tratta di una condizione involontaria: lavorerebbero volentieri a tempo pieno se il mercato del lavoro lo permettesse. La maggior parte è impiegata in ruoli amministrativi, mentre la presenza femminile si riduce drasticamente nelle posizioni dirigenziali.
Unico dato positivo riguarda la disoccupazione: a metà del 2024 le donne in cerca di lavoro erano 31.044, segnando un calo del 19% rispetto all'anno precedente.