Milano
Lo chef stellato Felice Lo Basso lascia Milano: “Città finta, non c’è futuro per la ristorazione”
Il 51enne chef se ne andrà a Lugano, chiudendo lo stellato “Felix Lo Basso Home&Restaurant": "I milanesi non escono più a cena". Ma le reazioni alle sue parole sono contrastanti: "Facesse autocritica..."
Lo chef stellato Felice Lo Basso lascia Milano: “Città finta, non c’è futuro per la ristorazione”
Felice Lo Basso, chef pugliese di 51 anni, ha deciso di voltare pagina e abbandonare Milano, città che lo ha accolto nel 2014 e dove ha costruito una carriera di successo. Il 1° febbraio chiuderà il suo ristorante stellato “Felix Lo Basso Home&Restaurant” e, pochi giorni dopo, lascerà definitivamente la città. In un’intervista al Corriere della Sera, Lo Basso non ha usato mezzi termini per descrivere la sua delusione: "Mi sono stancato di questa vita finta".
Una città troppo cara e senza futuro
Lo Basso ha sottolineato come, secondo lui, Milano non sia più la città vibrante che viene spesso raccontata. "Il turismo non si è ripreso dopo il Covid, i milanesi non escono più a cena, e la città è troppo cara rispetto agli stipendi", spiega. Il suo ristorante, che proponeva un menu degustazione a 230 euro, soffriva la mancanza di una clientela alto spendente italiana e di turisti internazionali, in particolare russi e cinesi. "Senza i turisti non ci sto dentro: mancano completamente i russi, che insieme ai cinesi sono gli unici ad avere capacità di spesa". Anche le problematiche legate ai costi di gestione hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua decisione: "Io pago 10 mila euro al mese di affitto per 200 metri quadrati. Con questi numeri e senza clienti adeguati è impossibile andare avanti".
Una ristorazione in declino
Lo chef ha inoltre criticato il cambiamento che ha travolto il mondo della ristorazione a Milano: "L’alta cucina non funziona più, qui si guadagna solo se si punta sull’intrattenimento: musica, dj, drink e belle ragazze. I ristoratori come me fanno una fatica pazzesca, mentre chi non ha la stella riesce a guadagnare di più. Milano sta uccidendo la nostra cucina tradizionale, mentre funzionano solo i ristoranti etnici".
Secondo Lo Basso, i dati sul turismo non rispecchiano la realtà. "Si parla di numeri record, ma bisogna vedere che tipo di turisti sono e in quali periodi dell’anno arrivano. Il picco si concentra in quattro mesi e mezzo. E in ogni caso, la città non offre i servizi adeguati per supportare le imprese".
Problemi di sicurezza e qualità della vita
Lo chef ha evidenziato anche altri problemi che incidono sulla qualità della vita a Milano: "La metro chiude a mezzanotte, i mezzi pubblici scarseggiano dopo una certa ora, e c’è un tema di sicurezza: sotto casa mia hanno rubato due auto e scippato una signora in pieno giorno. Che futuro può esserci in una città così?". La nascita del suo terzo figlio, Lorenzo, lo ha spinto a riflettere sul proprio futuro: "Da quando è nato lui, otto mesi fa, ho deciso di cercare condizioni di vita migliori. Qui è tutto finto, a partire dal racconto che si fa della città".
L’addio a Milano e il futuro a Lugano
Nonostante le critiche, Lo Basso non dimentica le soddisfazioni professionali vissute a Milano: "A partire dal ristorante “Unico”, dove in tre mesi ho ottenuto la stella Michelin, fino al “Felix Lo Basso Restaurant” in Duomo, e poi il mio ultimo progetto, il “Home&Restaurant”. Ma con il Covid tutto è cambiato: gli affitti sono insostenibili e il fine dining è morto".
Ora l’orizzonte è in Svizzera: "A Lugano aprirò un nuovo ristorante, “Felix Lo Basso Restaurant”, uno spazio polivalente con bistrot, aperitivi, eventi e un fine dining da 12 coperti. In Svizzera la qualità della vita è alta, c’è sicurezza e capacità di spesa. Mio figlio avrà sicuramente un futuro migliore lì". Lo chef conclude con una riflessione amara: "Ormai gli chef sono nemici tra loro, anziché fare gruppo e aiutarsi. È tutto finto, come il racconto che si fa di Milano".
I social si dividono alle parole di Lo Basso: "Ristoranti sempre pieni, facesse lui un po' di autocritica"
Le dichiarazioni di Felice Lo Basso hanno suscitato un acceso dibattito nel mondo della ristorazione milanese. Alcuni colleghi chef hanno riconosciuto le difficoltà economiche e logistiche evidenziate da Lo Basso, come gli elevati costi di gestione e la diminuzione del turismo di lusso. Tuttavia, altri hanno difeso la vitalità culinaria della città, sottolineando che, nonostante le sfide, Milano continua a offrire opportunità per chi sa adattarsi alle nuove tendenze del mercato.
La discussione si è estesa anche al pubblico, con opinioni divergenti sulla sostenibilità dell'alta cucina e sul ruolo dell'intrattenimento nella ristorazione moderna. Anche sui social in molti esprimono disaccordo con le parole dello chef "I ristoranti per cui vale la pena spendere a Milano sono sempre esauriti, bisogna prenotare con settimane d’anticipo, invece di criticare poteva forse fare un po’ di autocritica sulla formula proposta?", ha scritto qualcuno. Ed ancora: "Spiegalo agli americani sul Lago di Como che la capacità di spesa ce l’hanno solo Russi e cinesi. Magari il problema sta da un’altra parte…". Un altro utente ha commentato: "Alla gente piace mangiare bene,piatti abbondanti e allegria. La moda dei piatti con due foglie di prezzemolo e il disegnino per fortuna sta passando". Ed ancora: "Tipica storia di un emigrato, chissà da quanti anni ,che ora sputa sui piatti dove altri hanno mangiato e speso profumatamente... Altrettanto odioso nell' enfatizzare trasferimento in Svizzera ecc.... Lugano è anch'essa finta".