Milano

Meghnagi: “La rinuncia all’Ambrogino è una mia scelta, non ho ricevuto pressioni”

di Stefano Marrone

La versione del Presidente della Comunità Ebraica di Milano sulla rinuncia al premio. “Ringrazio Sardone. Il Pd non ha mai detto di non sostenermi, né io ho chiesto il loro sostegno. Sostengo la candidatura di Roberto Cenati”. L’intervista.

Meghnagi: “La rinuncia all’Ambrogino è una mia scelta, non ho ricevuto pressioni”

“Non volevo spaccare il Consiglio Comunale”. Questa è la motivazione che portato Walker Meghnagi a rinunciare alla candidatura all’Ambrogino d’oro. Il Presidente della Comunità Ebraica di Milano chiarisce ad Affaritaliani.it le ragioni che lo hanno spinto a rinunciare a un premio che avrebbe gradito. Ringrazia i promotori della propria candidatura, “su tutti Silvia Sardone”. E precisa di non aver ricevuto pressioni da parte del Partito Democratico: “Vado d’accordo con tutti i partiti, tranne i Verdi”. Al suo posto, Meghnagi sostiene la candidatura dell’ex Presidente Anpi, Roberto Cenati. L’intervista.

Presidente Meghnagi, cosa l’ha spinta a rinunciare alla candidatura all’Ambrogino?

Non voglio che la mia candidatura sia fonte di fonte di divisione all'interno del Consiglio Comunale. Di fronte all'antisemitismo non devono esserci divisioni politiche, pertanto ho deciso di fare un passo indietro rinunciando al premio. 

Un premio che le avrebbe fatto piacere?

Eccome! Alla mia età un’onorificenza del genere sarebbe stato il coronamento di una vita spesa in difesa dei miei ideali. Ma preferisco non entrare in polemica, spaccando il Consiglio Comunale. Mi limito a ringraziare chi, come l’onorevole Sardone, ha voluto candidarmi. 

Sardone ha dichiarato che a farla rinunciare sono state anche pressioni politiche. Dal Pd le hanno fatto mancare supporto?

La politica è divisiva per sua natura, ma io non voglio infilarmi in queste polemiche. Ha letto indiscrezioni secondo cui Filippo Barberis mi avrebbe telefonato per dirmi che il Pd era in difficoltà nell’appoggiare la mia candidatura. Non ricordo a memoria tutta la telefonata, ma posso dire con certezza che Filippo non mi ha detto che il Pd non voleva sostenermi. Né tantomeno io ho chiesto di essere sostenuto. Combatto per i miei ideali, senza mettermi in vendita per un premio. 

Lei si sente una figura “divisiva”?

Non direi. Proprio per questo ho deciso di ritirare la mia candidatura. Detto questo, mi limito a dire che vado d’accordo con tutti i partiti politici nel Consiglio Comunale. Tranne i Verdi, ecco. Mi accusano di cose allucinanti, come fomentare l’odio. Parole che meriterebbero un consulto dallo psichiatra, dette da persone che nemmeno mi conoscono, a cui non rispondo nemmeno. 

Milano è diventata una città antisemita?

Assolutamente no, non avvertiamo avversione se non da una minoranza rumorosa di idioti che soffiano sul fuoco dell’antisemitismo. Prima che ebrei siamo milanesi: questa è casa nostra, non abbiamo bisogno di sentirci accolti. Qui ci sentiamo sicuri.

A chi darebbe l’Ambrogino d’oro?

Mi sento di sostenere in pieno la candidatura di Roberto Cenati. In qualità di Presidente dell’Anpi ha speso parole coraggiose e non scontate contro l’antisemitismo. Dopo il 7 ottobre il suo approccio equilibrato verso Israele, incluso l’impegno per la Brigata Ebraica durante il corteo del 25 aprile e la sua posizione sui temi del conflitto mediorientale, è stato prezioso. 








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