Milano

Moratti, focus su sanità territoriale: "Fontana mi ha convinta a tornare"

Moratti: "La Lombardia è all'avanguardia e motore del Paese. Mi sembrava giusto dare il mio contributo"

Moratti, focus su sanità territoriale: "Fontana mi ha convinta a tornare"

“Penso che la Regione Lombardia sia sempre una regione all’avanguardia, quindi se si può parlare di rilancio lo si può fare sempre partendo da una posizione di motore del Paese. Certamente ci sono aree che vanno potenziate perché potenziando la Lombardia si potenzia il Paese. Penso a tutto ciò che riguarda innovazione e industria, mentre per la parte che mi riguarda da vicino, devo dire che mi ha fatto piacere vedere che nella bozza attuale del Recovery Fund i fondi per la sanità sono stati aumentati e in modo particolare per la medicina del territorio e la telemedicina, due punti molto importanti”. Così il nuovo Assessore al Welfare e Vicepresidente della Regione Lombardia Letizia Moratti ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3.

Sul modello della Sanità lombarda: “Il modello della Sanità lombarda è stato rivisto con la legge Maroni. Adesso va fatta una revisione perché sono scaduti i 5 anni dopo i quali era prevista appunto una revisione. In questo momento la Lombardia ha puntato in materia significativa sui poli ospedalieri, quello che va fatto è un riequilibrio in modo che ci sia una maggiore territorialità, quindi maggiore vicinanza ai cittadini nei presidi in cui vengono erogati i servizi, non solo ospedalieri ma di cura alla persona. Questa sarà una delle mie priorità, da realizzare insieme alla Giunta e attraverso un reale confronto con il Consiglio, maggioranza e opposizione”.

Sul suo rientro in politica: “Non avevo nessuna intenzione di rientrare in un ambito istituzionale, mi ha convinto il Presidente Fontana. In un momento così difficile, quando mi è stata chiesta una disponibilità, penso per la mia esperienza organizzativa e manageriale, ho pensato fosse giusto dare il mio contributo. Amo profondamente la mia regione e mi è sembrato giusto non tirarmi indietro. Inoltre penso che la sanità sia anche uno snodo rispetto alle tematiche che riguardano l’ambiente, le politiche sociali, l’economia, ambiti altrettanto importanti”.

Sul fatto che in Lombardia siano state inoculate solo il 38% delle dosi ricevute e sulla possibilità di vaccinazione di massa: “Il tema è duplice. Da una parte c’è la disponibilità delle dosi e qui credo che si potrà ragionare con il Ministero e con il Commissario Arcuri per capire se il tema che riguarda la definizione della quantità delle dosi in base solo alla popolazione sia quello corretto oppure se non servano anche altri parametri da tenere in considerazione.  Il problema che riguarda invece la Regione è quello della distribuzione del vaccino. Mi permetto di non essere così ottimista come il Ministro Speranza. Anche io ho grande fiducia nel personale medico ma credo che vada veramente incoraggiato a somministrare i vaccini e vadano invece scoraggiati quegli esempi che purtroppo ci sono, anche se sono minoritari, che non lo fanno. Uno dei miei primissimi obiettivi sarà quello di incontrarmi con tutti i direttori generali delle ATS e delle ASST per fare in modo che la vaccinazione in Lombardia sia molto più accelerata ed ampia di quella che è prevista”

Sull’ipotesi di misure più restrittive in Lombardia: “Mi rendo conto della difficoltà da parte del Governo, al quale do la mia piena e leale collaborazione istituzionale, di decidere misure restrittive e quali. Certamente questa divisione in zone e con dei DPCM annunciati pochissimi giorni in anticipo pongono difficoltà a cittadini, operatori, imprenditori, commercianti”

Sulla serie Sanpa: “Credo sia un’occasione persa perché è una serie che si ferma al 1995. Non tiene in considerazione e non fa vedere lo straordinario lavoro di quei giovani che erano stati cresciuti e salvati dalla San Patrignano di allora e che ora sono diventati i responsabili della comunità e la mandano avanti con risultati estremamente positivi”







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