Milano
Scontro in Procura, il Csm: "Storari può continuare a operare a Milano"
Caso Eni-Nigeria e scontro nella Procura di Milano, il Csm non ritiene necessario il trasferimento d'urgenza per il pm Paolo Storari
Scontro in Procura, il Csm: "Storari può continuare a operare a Milano"
"Il collegio ritiene insussistente () l'impossibilita'" per il pm Paolo Storari "che possa continuare a svolgere con la dovuta serenita' e il necessario distacco le sue funzioni in un ambiente compromesso dai comportamenti tenuti nei confronti della dottoressa Laura Pedio e del Procuratore della Repubblica di Milano (Francesco Greco, ndr)". E' quanto scrive la sezione disciplinare del Csm nell'ordinanza con cui ha rigettato la richiesta del pg della Cassazione di trasferire d'urgenza il pm Paolo Storari sottoposto a procedimento disciplinare per il caso dei verbali resi dall'avvocato siciliano Piero Amara sulla presunta esistenza di un'associazione segreta denominata "Loggia Ungheria".
"Da Storari nessuna omissione consapevole di astensione"
Oltre a non aver rilevato alcuna scorrettezza nei confronti di Greco e Pedio il Consiglio Superiore della Magistratura ha anche stabilito che non c'e' stata alcuna "omissione consapevole di astensione" da parte del pm Storari dalle indagini sulla fuga di notizie che gli erano state affidate dal procuratore Greco e che inizialmente aveva coordinato con Pedio. "Non appaiono forniti elementi, anche di natura indiziaria - e' scritto nell'atto, come riferisce Ansa - per ritenere che, al momento dell'assunzione dei primi atti di indagine riguardanti la consegna dei verbali ad un giornalista, il dott. Storari fosse consapevole che la consegna stessa potesse ricollegarsi alla documentazione affidata" a Davigo al quale si era rivolto e aveva dato quelle carte manifestando la sua preoccupazione per la mancate iscrizioni nel registro degli indagati data la gravita' delle dichiarazioni di Amara sulla presunta loggia Ungheria. "Fatto questo che appare confermato dalla circostanza che il consiglio del dott. Davigo fu di insistere con il Procuratore con la necessita' di procedere ad iscrizioni".
Storari: "Sto bene, sono contento"
"Sto bene, sono contento... Non dico altro". Cosi' all'AGI il pm di Milano, Paolo Storari, commentando la decisione del collegio del Csm.
Ieri la camera di consiglio della sezione disciplinare
Era attesa a breve la decisione del Csm sulla richiesta del procuratore generale Giovanni Salvi di trasferire d'urgenza e di cambiare le funzioni del pm di Milano Paolo Storari venuto allo 'scontro' con il Procuratore Francesco Greco e con l'aggiunto Laura Pedio per il caso delle dichiarazioni su una fantomatica loggia Ungheria rese dall'avvocato Piero Amara nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto falso complotto Eni. Si era infatti conclusa ieri sera, infatti, la camera di consiglio dei componenti della Sezione disciplinare chiamati a valutare se accogliere la proposta del pg o rigettarla come ha chiesto durante il suo intervento, l'avvocato Paolo Della Sala, il difensore del pubblico ministero milanese.
Storari non va trasferito dal suo ufficio e nemmeno deve lasciare il suo incarico di sostituto: questa era stata la tesi espressa dal legale. E per evitare qualsiasi strumentalizzazione dell'iniziativa delle toghe di Milano e di tutta Italia che hanno aderito a una lettera a sostegno di Storari, nessun elenco delle circa 250 firme e' stato depositato ma solo un articolo di stampa con il quale e' stato registrato il fatto storico. Nella linea difensiva, come riferisce Ansa, anche un ragionamento: per Storari sarebbe stato impossibile prevedere che i verbali consegnati all'allora componente del Csm Piercamillo Davigo, per una pratica a sua tutela a causa dello 'stop' voluto da Greco e Pedio alle indagini sulle dichiarazioni di Amara, sarebbero stati recapitati dalla segretaria dell'ex consigliere di Palazzo dei Marescialli ad alcuni giornalisti. Non è tuttavia l'unica accusa che viene rivolta a Storari, al quale è contestata non solo la violazione del segreto d'ufficio ma anche di aver tenuto un "comportamento gravemente scorretto nei confronti" del procuratore Greco e dell'aggiunto Pedio da lui accusati di inerzia omettendo "di comunicare" loro "il proprio dissenso per la mancata iscrizione" nel registro degli indagati dell'avvocato e di aver formalizzato con una lettera agli organi competenti il suo disappunto "circa le modalita' di gestione delle indagini".
Per le vicende al centro delle azioni di Storari, a Brescia e' stato aperto un fascicolo in cui Storari e Davigo rispondono di violazione del segreto di ufficio, mentre Greco di omissione di atti di ufficio. E sempre a Brescia sono indagati, ma per la gestione di Vincenzo Armanna, grande accusatore e imputato nel processo Eni Nigeria, il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm, ora alla procura europea, Sergio Spadaro: anche a loro e' stato contestato l'omissione d'atti di ufficio.
Il legale di Storari: "Non abbiamo enfatizzato il tema delle 250 firme di magistrati pro Storari"
"Posso dire cio' che non abbiamo toccato e non abbiamo evidenziato. Non abbiamo mai depositato una lista delle persone che hanno accordato fiducia e la loro simpatia umana al dottor Storari, contrariamente a quanto qualcuno ha pubblicato. Non abbiamo enfatizzato questo argomento". Ad affermarlo l'avvocato Paolo Della Sala, difensore del pm milanese Paolo Storari, lasciando ieri il Csm al termine dell'udienza della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, che si e' svolta a porte chiuse ed e' durata poco piu' di due ore, per decidere sulla richiesta della procura generale della Cassazione di trasferimento e cambio di funzioni per Storari.
Alla nuova udienza a palazzo dei Marescialli era presente il pm milanese per il quale il pg Giovanni Salvi che ha avviato a suo car o l'azione disciplinare. "Ho letto su qualche articolo di giornale che questa sarebbe la tesi difensiva. La tesi difensiva poggia su ben altri argomenti - ha spiegato il difensore di Storari che oggi ha preso la parola -. Intendo rappresentare con chiarezza che la fiducia che e' stata accordata da questi 250 magistrati e' una fiducia umana e non e' stata in alcun modo strumentalizzata. Chi ha fatto il contrario ha commesso un atto non corretto". Alla domanda sui tempi per la decisione del collegio l'avvocato ha spiegato che sono "totalmente ignoti e riservati alla competenza della sezione disciplinare del Consiglio. L'auspicio e' che venga rigettata la richiesta".