Profughi, un'altra donna del Pd vittima degli haters su facebook
Il caso di Laura Schirru, consigliera democratica a Parabiago: "Cesso comunista", "Spero ti ingroppino"... Bussolati: "Spirale di odio e silenzio leghista"
Si moltiplicano i casi di amministratrici e politiche del centrosinistra milanese oggetto di pesanti insulti ed offese via web per via della loro posizione di apertura al protocollo Sprar di accoglienza diffusa dei profughi. Dopo i casi di Siria Trezzi, Monica Chittò e Mara Rubichi, ecco la giovane Laura Schirru, consigliera del Pd a Parabiago. Una sua intervista al settimanale locale Settegiorni è ripresa su una pagina facebook. Ed i commenti sono l'ormai consueto e terribile rosario di minacce, volgarità, allusioni sessuali e "auspici" di violenze di gruppo.
Il fatto è stato commentato dal segretario metropolitano Pietro Bussolati: "La spirale di odio non si ferma. A pochi giorni di distanza dagli insulti reiterati alle nostre amministratrici, i vigliacchi, i leoni da tastiera, tornano a prendere di mira una donna per il suo impegno politico. Voglio esprimere tutta la mia sincera solidarietà a Laura Schirru e denunciare l'inaccettabile e scandaloso silenzio del sindaco leghista Raffaele Cucchi. Questa violenza verbale è anche figlia della loro azione politica".
Il Pd di Parabiago, che ha denunciato i fatti, commenta: "Queste persone ritengono di rappresentare Parabiago, ma si lascino dire una cosa: non rappresentano nessuno al di fuori di loro stesse, perché Parabiago è una città di persone per bene, capaci di rispettarsi al di là del proprio credo politico, è una città di persone che amano e che ributtano l'odio. Un odio che troviamo agghiacciante, dimentico del fatto che, dall'altro lato dello schermo, ci sia una persona come chi sta scrivendo e non una chissà quale entità, un odio svilente, disumanizzante e velatamente (ma nemmeno troppo) sessista. Ci riserveremo di vedere se ci siano gli estremi per difendere l'immagine della nostra consigliera per vie legali. La nostra linea non cambierà di fronte agli insulti o perché non 'va di moda'"