Milano
Ramy, l'indagine sul carabiniere sorprende persino i famigliari. L'indignazione di FdI e sindacati
Milano, chiusura delle indagini per omicidio stradale anche per il militare alla guida della gazzella. La Russa: "Profondamente indignato". SAP e SIM Carabinieri: “Serve una legge che tuteli chi agisce per dovere”

Dritto e Rovescio Ramy
Ramy, le reazioni alla chiusura delle indagini per omicidio stradale
La chiusura delle indagini sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto il 24 novembre scorso durante un inseguimento con i carabinieri a Milano, ha esteso la contestazione di omicidio stradale anche al militare alla guida della gazzella. Non solo Fares Bouzidi, il ragazzo che guidava lo scooter, ma anche il carabiniere che li tallonava è finito formalmente sotto accusa. La notizia ha spiazzato anche i familiari della vittima, mentre ha scatenato la dura reazione del centrodestra. E dei sindacati delle forze dell'ordine.
La Russa: “Un’accusa ideologica, sono profondamente indignato”
“Profondamente indignato”. Così si è detto l’assessore lombardo alla Sicurezza, Romano La Russa, di fronte alla richiesta di rinvio a giudizio per il militare. “Ancora una volta – ha dichiarato – si mette in discussione l’operato di un uomo delle forze dell’ordine che ha correttamente svolto il proprio lavoro, come aveva stabilito anche la consulenza disposta dalla stessa Procura di Milano”. Secondo l'accusa, il carabiniere avrebbe tenuto una distanza “inidonea” e l'inseguimento sarebbe durato troppo a lungo. Ma per La Russa l’intera impostazione sarebbe “ideologica” e “ingiustificabile”.
Sulla stessa linea il deputato Riccardo De Corato, che parla di motivazioni “inverosimili”: “Il carabiniere ha semplicemente adempiuto al suo dovere cercando di fermare due giovani fuggiti a un posto di blocco”.
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SAP e SIM Carabinieri: “Difendiamo chi ci difende”
“Serve una norma a tutela degli operatori delle forze dell’ordine”, dichiara il segretario generale del SAP, Stefano Paoloni. “È inaccettabile che un militare venga lasciato per mesi sotto procedimento penale per aver cercato di fermare un mezzo in fuga. Abbiamo visto tutti le immagini: serve chiarezza, ma anche tempi rapidi e regole certe per chi agisce per dovere”.
Ancora più duro il SIM Carabinieri, che parla di “tritacarne giudiziario e mediatico”. “Nonostante la consulenza tecnica avesse escluso responsabilità concorsuali – scrive in una nota – apprendiamo con stupore della chiusura indagini. Ci aspettiamo che il giudice riconosca l’insussistenza dell’accusa. Chi oggi giudica, abbia almeno il coraggio di mettersi in divisa e guidare una gazzella in un inseguimento: vediamo cosa farebbe. Noi non lasceremo solo nessun collega”.
I familiari di Ramy sorpresi e cautamente fiduciosi
Dall’altro lato, sorpresa e cauta fiducia tra i parenti e gli amici di Ramy. “Non se l’aspettavano – ha raccontato un amico ad Amsa – ma dopo mesi di silenzio e promesse mancate da parte delle istituzioni, ora hanno l’impressione che la giustizia stia riprendendo il suo corso”. Nessun commento ufficiale, ma la sensazione è che la notifica di oggi abbia riacceso la speranza in un chiarimento giudiziario completo, che includa anche la dinamica dell’inseguimento e il ruolo delle pattuglie.
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