Milano
Ramy, video cancellati: due carabinieri indagati per depistaggio
Due carabinieri sono accusati di favoreggiamento personale e depistaggio nella vicenda dell'inseguimento che ha portato alla morte di Ramy Elgaml, giovane del Corvetto
Ramy, video cancellati: due carabinieri indagati per depistaggio
Sono accusati di favoreggiamento personale e depistaggio due carabinieri del Radiomobile, ora indagati insieme al vicebrigadiere già sotto inchiesta per concorso nell’omicidio stradale di Ramy Elgaml. Il giovane è morto alle 4 del 24 novembre, nello schianto in via Ripamonti del TMax guidato dall’amico Fares Bouzidi, al termine di un inseguimento iniziato otto chilometri prima in viale Monte Grappa.
Il video cancellato e l’ipotesi di depistaggio
Come riferisce il quotidiano Il Giorno, l’indagine parallela sulla dinamica dell’incidente si concentra su un video che un testimone avrebbe registrato con il proprio smartphone durante le fasi finali dell’inseguimento. Secondo quanto dichiarato alla Procura, il testimone avrebbe ripreso tutto, ma i due carabinieri gli avrebbero ordinato di cancellare il filmato senza visionarlo.
Secondo i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, questo gesto avrebbe avuto due effetti: da un lato, proteggere il collega alla guida della Giulietta coinvolta nell’impatto; dall’altro, ostacolare le indagini privandole di immagini potenzialmente decisive per ricostruire quanto accaduto.
Perquisizioni e telefoni sequestrati
I due militari indagati, insieme agli altri presenti sulla scena (non indagati), sono stati sottoposti a perquisizione, e i loro telefoni sequestrati per ulteriori verifiche tecniche. Come riferito da Affaritaliani.it Milano, ci sarebbe anche almeno un secondo testimone che avrebbe riferito di aver dovuto cancellare un video dal proprio telefono
Questo sviluppo arriva a poche ore dall’incontro a Palazzo Marino tra il sindaco Giuseppe Sala e i genitori di Ramy. Il primo cittadino ha espresso vicinanza alla famiglia e apprezzamento per il comportamento responsabile del padre del giovane, che ha sottolineato l’attaccamento alla comunità milanese nei giorni successivi alla tragedia.
La difesa di Fares Bouzidi: la collanina sarebbe stata sua
Nel frattempo, la difesa di Fares Bouzidi, il ventiduenne tunisino alla guida del TMax, attualmente ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale, ha presentato una richiesta per visionare i veicoli coinvolti nell’incidente. Gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli si sono opposti al decreto della Procura che nega l’accesso ai mezzi sequestrati, chiedendo al gip di esaminare l’autoradio della Giulietta, il luogo di custodia dello spray urticante e una catenina gialla. Riguardo alla collanina, la difesa ha smentito le voci di una possibile rapina, affermando che “risulterebbe di proprietà di Fares e non provento di alcun reato”.
TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO