Milano

Regionali, si scaldano i consiglieri. Chi vuole correre e chi non può

di Fabio Massa

Da destra a sinistra il timore è uno solo: l'arrivo sui territori di tutti gli esclusi da Roma dopo il taglio dei parlamentari

Cresce l'agitazione nei partiti in vista delle Regionali

I consiglieri si agitano, ci pensano, fanno strategie. In consiglio regionale è tutto un prepararsi per il "finale di stagione" della consigliatura lombarda forse più dura dal dopoguerra ad oggi, con l'emergenza Covid - una vera e propria battaglia politica che ora si è un po' placata ma che riemergerà terribile in campagna elettorale. Il primo step, come al solito, è la valutazione dello scenario e i desiderata dei singoli consiglieri.

Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano il rischio più grande, visto da destra e da sinistra, è l'arrivo sui territori di tutti gli esclusi da Roma, dopo la sforbiciata di un terzo dei parlamentari. Interi vagoni di politici di ritorno dalla Capitale proveranno ad assaltare il ruolo meglio pagato dopo quello di onorevole: dunque, il consiglio regionale. Con un problema: per ottenerlo devono essere candidati, e dopo la candidatura devono riuscire a far scrivere il proprio nome. Gioco complicato, quello delle preferenze, assolutamente difficile se non si è messi capolista. Gli unici che paiono respirare, da questo punto di vista, sembrano essere gli esponenti di Fratelli d'Italia. Secondo una stima, mentre gli altri perderanno in tutta Italia dai 20 ai 150 parlamentari solo alla Camera (circa 20 li perderanno Lega e Partito Democratico, 150 invece il Movimento 5 Stelle), Fdi dovrebbe portarne una settantina in più: quindi c'è posto per tutti. E anche in consiglio regionale è prevista un'imbarcata di volti nuovi, nuovissimi.

Sul fronte Partito Democratico, invece, iniziano a registrarsi le prime "intenzioni di corsa". Pare infatti, secondo rumors non confermati, che Fabio Pizzul voglia fare le primarie per la presidenza, se ci saranno, ma che non abbia intenzione di correre come consigliere. Preferirebbe Roma, anche se ottenere un posto in un consesso molto asfittico come quello della Camera e del Senato, dopo la sforbiciata di cui sopra, pare essere impresa ardua. Poi c'è Carlo Borghetti, che invece vorrebbe rimanere in Regione, anche in virtù del fatto che ha sicuramente le preferenze per farlo. Tuttavia è al quarto giro, e dovrebbe dunque chiedere una proroga che non pare una questione molto complicata. C'è chi dice che potrebbe provare a saltare in Regione anche l'ex presidente del consiglio comunale e oggi assessore al Welfare a Palazzo Marino Lamberto Bertolè, majoriniano doc, che dovrà però giocarsela con Diana De Marchi, non in consiglio comunale, anche lei della corrente "Majo". Ci sono poi tutte le altre "posizioni" da riempire nel complesso gioco del centrosinistra, anche se ancora pare assai presto.

fabio.massa@affaritaliani.it

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