Milano

Regione Lombardia, bagarre in aula: cartelli M5S contro "spiedo bresciano"

Bagarre durante la discussione sulla proposta di legge per la 'Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano

Regione Lombardia, bagarre in aula: M5S contro "spiedo bresciano"

 Momenti di bagarre al Consiglio regionale della Lombardia, dove è stata discussa la proposta di legge per la "Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano di altri preparati a base di selvaggina".  Momenti di tensione si sono verificati quando un amministratore locale - ci sono circa 40 sindaci oggi al Pirellone - si e' rivolto verso i grillini definendoli 'pagliacci', un'espressione che non e' piaciuta ai pentastellati, specie al consigliere Massimo De Rosa. "Sono arrivate delle minacce - ha detto un altro esponente del M5s.

Regione Lombardia, seduta del Consiglio sospesa

I consiglieri del M5s, durante i lavori dell'aula, si sono alzati e hanno esposto dei cartelli con un'immagine dello spiedo bresciano e la scritta "Priorita' della destra spiedo bresciano" e altri con le priorita' del M5s: "Caro bollette ", "Occupazione giovanile", "Salario minimo", "Sicurezza sul lavoro". Sono intervenuti i commessi per togliere i cartelli ai consiglieri e la seduta e' stata sospesa per una decina di minuti. 

Alberti (M5S): "Crisi economica o caro energia? No, spiedo bresciano..."

 «Oggi è una giornata triste - ha affermato il consigliere pentastellato Dino Alberti - siamo chiamati oggi in Aula per discutere un unico progetto di legge che ha per oggetto lo spiedo bresciano. Non la crisi economica, non il caro energia, non la carenza di medici, non la disoccupazione, non le misure a sostegno delle imprese, ma lo spiedo bresciano. Una legge che, per stessa ammissione degli uffici legislativi regionali, è a rischio incostituzionalità perché in contrasto con la normativa statale e comunitaria".

Spiedo bresciano: cosa prevede la legge approvata da Regione Lombardia

La maggioranza ha quindi dato il via libera alla legge. Come ha spiegato la relatrice Silvia Scurati, si tratta di "un’opportunità per lo sviluppo locale". Con questo provvedimento viene regolata la cessione a titolo gratuito di selvaggina piccola proveniente da attività venatoria consentita da parte dei cacciatori ai ristoratori e agli organizzatori di sagre. Una legge che si propone pertanto di tutelare una tradizione profondamente radicata negli ambienti rurali bresciani e di altre province lombarde e che dovrebbe permettere di riportare sulle tavole dei ristoranti e delle feste di paese lo spiedo bresciano, dando un contributo importante all’economia e al turismo dei territori interessati.

Dal 2014 le norme vietavano il commercio e la vendita di avifauna cacciabile per fini commerciali escludendo così la possibilità a ristoranti, alberghi, mercati, fiere e sagre di proporre lo spiedo bresciano. Secondo la legge approvata oggi dal Consiglio regionale i cacciatori potranno cedere a titolo gratuito a ristoranti e a sagre fino a 150 capi all’anno di selvaggina piccola da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi, nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale in materia di tutela e divieto di cessione per fini commerciali di determinate specie di avifauna. La cessione a titolo gratuito da parte dei cacciatori sarà monitorata da un apposito sistema di tracking, mentre la legge stabilisce anche un sistema di controlli per garantire la tracciabilità della selvaggina, secondo quanto stabilito dalle normative europee, ai fini di garantire la sicurezza alimentare ai consumatori nel rispetto delle norme sanitarie.

Oltre a quelle previste dalle norme statali, il progetto di legge introduce ulteriori sanzioni amministrative da 500 a 1.500 euro in caso di violazioni di quanto previsto dal testo normativo. Il proponente e primo firmatario Floriano Massardi ha sottolineato come con questa legge, molto attesa in particolare dai Comuni bresciani e bergamaschi, ci sia ora l’opportunità di sostenere la filiera agroalimentare e il settore della ristorazione.

Secondo il primo firmatario questo provvedimento potrebbe creare una rete virtuosa tra il settore della caccia, il mondo agroalimentare e della ristorazione, l’offerta turistica e culturale, adeguandola alle nuove tendenze del turismo di prossimità.

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