Milano

Ricchezza privata e costi dell'abitare: una 'eredità universale' per contrastare gli squilibri generazionali

La proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità per attenuare le disuguaglianze prodotte dall' "ereditocrazia". Il professor Morelli: "Trasferimento di risorse ad ogni neo 18enne per accrescere le libertà di ognuno e ognuna"

di Federico Ughi

Ricchezza privata e costi dell'abitare: una 'eredità universale' per contrastare gli squilibri generazionali

"Nel nostro Paese, il valore della ricchezza privata, che per il 50% include il valore degli immobili, è decisamente cresciuta nell’arco degli ultimi decenni. L'economista francese Thomas Piketty ha individuato nell'indice del valore complessivo della ricchezza delle famiglie italiane rispetto al totale dei redditi nazionali un indicatore chiave della «patrimonializzazione» della società, ovvero del peso del patrimonio rispetto al reddito. Questo indice è passato da circa 2 negli anni Sessanta a valori compresi tra 7 e 8 nell'ultimo decennio. In altre parole, se nel 1965 sarebbero bastati due anni e mezzo di PIL per acquistare l'intero patrimonio privato del Paese, oggi ne servirebbero oltre sette". E' l'analisi di Salvatore Morelli, professore di Economia Pubblica all'Università di Roma Tre e membro del coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità. Affaritaliani.it ha interpellato il professore per commentare il fenomeno che da più parti è ormai definito come "Ereditocrazia". E che è un aspetto fondamentale per interpretare i più recenti fenomeni sociali ed economici che stanno attraversando i Paesi più ricchi (QUI LA NOSTRA INCHIESTA).

Eredità, donazioni, trasferimenti di ricchezza: così si riesce a comprare casa

I dati sulla "patrimonializzazione", ragiona Morelli, si riflettono nella "crescente difficoltà di scalare la piramide della ricchezza o di acquistare una casa con gli stipendi attuali, fermi da tempo, rispetto alla maggiore accessibilità di cui godevano le generazioni precedenti a parità di professione. Di sicuro il ruolo dei trasferimenti di ricchezza, intesi sia come eredità sia come donazioni in vita, è cresciuto moltissimo e potrebbe spiegare in parte come si possa sostenere tale discrepanza di valore fra redditi e valutazioni immobiliari. I dati delle dichiarazioni fiscali elaborati dal MEF suggeriscono che in pochi anni la somma delle eredità e delle donazioni è passata da meno dell’8% a quasi il 15% del reddito nazionale, pari a circa 250 miliardi di euro che ogni anno si trasmettono in questo modo. Le sole donazioni in vita, che includono i trasferimenti di immobili, hanno accresciuto di molto la loro rilevanza: valevano circa il 20% del totale dei trasferimenti alla fine degli anni Novanta e oggi contano per circa il 40%".

E' più difficile invece avere dati certi relativamente ai trasferimenti di ricchezza in vita da parte dei genitori verso i figli per l'acquisto di immobili, perchè "le dichiarazioni di successione e donazione non consentono di osservare le piccole donazioni e i trasferimenti di liquidità che spesso sono necessari per il versamento della caparra o il pagamento delle commissioni di agenzia". "Si tratta spesso - spiega Morelli, di valori che si aggirano intorno al 10% dei prezzi di transazione e non sono tipicamente registrati come atti di donazione veri e propri. Il fenomeno è dunque largamente sconosciuto oltre l’aneddotica personale e le evidenze parziali dei singoli agenti o dei singoli mercati immobiliari, anche se si tratta sicuramente di un fenomeno molto diffuso che varrebbe la pena approfondire in maniera sistematica". Va anche considerato, aggiunge il professore, il fatto che più del 60% dei nuovi acquisti sono finanziati con mutui e che il rapporto tra il valore del prestito e il valore dell’immobile è di circa il 78% secondo le ultime rilevazioni di Banca d’Italia (Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia): "Dunque la rilevanza del fenomeno andrebbe anche ridimensionata considerando queste informazioni".

Per una "eredità universale": la proposta del Forum Disuguaglianze e Diversità

Morelli, che è anche direttore del GC Wealth Project del Graduate Center's Stone Center on Socio-Economic Inequality, come membro del coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità è attivamente impegnato nell'individuare possibili contromisure agli squilibri generati dalla "ereditocrazia": proprio per sostenere tutti e tutte le giovani in una fase cruciale della vita come la transizione verso la vita adulta, riequilibrando il peso della ricchezza, dello status e delle relazioni della famiglia di origine, il Forum Disuguaglianze e Diversità propone l’istituzione di una “eredità universale”. Di cosa si tratta? "E' un trasferimento di risorse da riconoscere a tutti e tutte al compimento dei 18 anni per accrescere le libertà di ognuno e ognuna - spiega Morelli -. Un esempio aiuta a chiarire: Matilde vuole iscriversi al corso di Ingegneria alla Statale ma la sua famiglia non ha i mezzi per sostenerla. Immaginando che Matilde riesca a trovare un alloggio anche modesto pagando 400 euro al mese, sarebbero necessari circa 14.400 euro per pagare l’affitto per il triennio universitario. Con i 15.000 euro ricevuti e alcuni lavoretti saltuari nel fine settimana, Matilde potrà laurearsi chiedendo molto poco o quasi nulla ai suoi genitori o familiari".







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